I mitici Stanlio e Olio in alcune scene da ridere!
Nel primo video guardate come dei ragazzi come voi hanno saputo ispirarsi a loro!
Ogni situazione può diventare l’oggetto di un racconto umoristico: l’importante sono i dettagli, i gesti, le espressioni, le esagerazioni, ciò che è inatteso, ecc ecc.
hihi che ridere il racconto di αngу◕‿◕!!! troppo bello 😀
LA SERATA DI CAPODANNO
il giorno di capodanno 31/12/2010 Pinco e Panco erano indaffarati per preparare la serata perfetta.
Pinco è molto magro pelato e indossa sempre una camicia con un gilè a rombi,Panco è diverso è molto cicciotto,pelato e indossa sempre una giacca in pelle con una maglietta con un teschio che però gli scopre la pancia.
I due fratelli per preparare la serata avevano previsto tutto.
Alle nove in punto sono andati a fare la spesa:Cozze,Vongole,Capesantee Gamberetti.
Poi sono tornati alla loro villa composta da dieci locali e un giardino immenso con piscina.
Iniziano ad apparecchiare la tavola con il cibo già già tutto pronto mentre aspettano i loro amici Calimero e Cita. Mano a mano che il tempo passa i due fratelli,golosi per natura,ad ogni passaggio in sala da pranzo addentano ora una fetta di salame ora una fetta di pane,e quando arrivano Calimero e Cita quasi tutti gli antipasti sono finiti.
Ma nessuno sene accorse perchè erano tutti ad ammirare il pesce appena cotto e pronto per essere mangiato. Era quasi mezzanotte quando finiroo di mangiare e mentre pinco si apprestava a stappare lo champagne. A meno due secondi dalla mezzanottepartì il tappo che colpì calimero in testa,e privo di sensi si accasciò a terra.
I soccorsi furono immediati. Pinco e Panco agitati e impauriti continuavano a picchiare l’uno contro l’altro nel tentativo di raggiungere il rubinetto per prendere l’acqua da far sorseggiare a Calimero.
Dopo i primi sorsi Calimero non si riprende Pinco e Panco accortisi che la mezzanotte era passata decisero comunque di festeggiare il nuovo anno con i botti.
Accesero le stelline,dei bastoncini che quando vengono accesi fanno le scintille.Pinco però lasciò la stellina accesa dalla finestra e appicca il fuoco sui vasi di fiori.
Panico,Paura,Terrore Calimero svenuto e la casa che sta per andare a fuoco.
Inizia proprio bene l’anno. 😀
QUel testo lo devo rifare
IL BIMBO DEL GIOIELLERIA
Questo personaggio, apparentemente innocuo, è uno dei più temuti dai commessi delle gioiellerie.
Il piccolo protagonista molto attento nei movimanti che ogni volta che entra nei negozi tira giù mezza vetrina.
Ecco in azione il nostro protagonista a comprare un regalo per sua mamma.Gironzolando per il centro commerciale tranquillo con un bel gelatone alto 3 metri e sulla cima un piccione cià fatto il nido sopra.
Gironzolando vede una vetrina tutta luccicante con animali fatti di diamanti con le sue mani tutte belle appicicose e collose corre a spiaccicarsi contro la vetrina il lerciume corrode la vetrina e spacca il diamante più importante da 100.000000.Entra e si mette a fissare il diamante la commessa gentile gli chide ciao bel bambino desideri qulcosa:
Lui: Siiiii certo che lei se ne vada da qui perchè non sono un bambino piccolo e poi io la denuncio per molestie capito!!!!!Sloggiare da qui foza!!
La commessa stranita se ne va.
Spostando lo sguardo vide un bracciale correndo come un bufalo travolge la commessa su una scala facendola cadere e tirando giù mezza vetrina di anelli arriva a destinazione.La commessa in tilt per terra con uno scaffale addosso lo guarda impaurita e lui gli urla:
Dai ecco perchè avete pochi clienti siete così maldestri!!!!!!!!!!!1
Stufo di aspettare si gira e butta per terra il vaso più antico del mondo la commessa infuriata lo sbatte fuori dal negozio con un calcio nel sedere che lo fa volare per circa 5 minuti,poi tornato a casa per il compleanno di sua madre le manda una lettera dal carcere minorile dicendo di venirlo a perenderlo
IL BIMBO CASTORO:LA LIBERTà è UNA COSA IMPORTANTE
La libertà per il bimbo castoro è una cosa fondamentale perchè senza di essa non potrebbe combinare disastri ad esempio lasciare ricordini dappertutto,rubare o mangiare solo poche scatole di cereali oppure qualunque cosa varia, ma un giorno il bimbo castoro viene messo in punizione perchè la madre viene a sapere di tutti i disastri che ha combinato e lo mette in punizione;il bimbo non è mica scemo e cominciò a rosicchiare la porta blindata di ferro e ci fece un buco enorme che ci passava un elefante e fatto il buco passò e scappò, la madre se ne accorse e urlando disse:”Se lo prendo li do una manica di botte anzi che dico se lo prendo gli strappo i denti uno per uno oppure prendo il battipanni di legno e gli e ne do tante ma tante che li faccio il sedere nero!!!”;il bimbo si girò e vide la madre che lo stava inseguendo con un coltello e il bimbo pensò che gli e lo voleva tagliare e così accelerò il passo e scappò ,dopo un po’ rivide la madre non con un coltello ma con una mazza da baseball e pensò che gli voleva spaccare la testa e così accelerò , dopo un po’ rivide la madre con una mazza da golf e pensò che voleva giocare a golf con la sua testa e accelerò il passo, dopo un po’ rivide la madre con il bazuka e pensò che lo voleva fare esplodere e poi mangiare le sue budella.Il bimbo ritornò a casa attraverso i vari buchi che aveva fatto e quando entrò la madre gli sgranocchiò di nascosto il bazuka e poi quando lei si sedette la legò e la costrinse a fare pace e a farsi ridare la libertà.
IL BIMBO CASTORO:CERCASI AMICO
Un giorno il famigerato bimbo castoro famoso perchè riesce a triturare qualunque cosa grazie alle sue fauci da castoro. Ma quel bimbo così tanto innocuo era temutissimo da tutti e nessuno lo voleva come amico e lui era triste e decide di attaccare dei fogli al muro o addosso ai pali oppure se li capitava addosso alle persone che si arrabbiavano e certe volte gli davano uno schiaffo,ma un giorno arrivò un bambino tanto innocuo ma anche lui temutissimo da tutti davanti al bambino e decidono di fare coppia e si soprannominarono “Il duo malefico” insieme combinavano disastri come uccidere piccioni pitturare le persone rasare i cani a zero oppure fare gli sgambetti alle lucertole, questo duo durò molti anni fino e un giorno angelicamente tutti e due andarono in un supermercato per fare una commissione, tutti scapparono perchè avevano paura ma loro tranquillamente andarono nel reparto dolci perchè ne erano attratti come qualsiasi bambino ma un demone si impossesò di loro era il demone Dolcimus Similus allora come zombie presero tutte le scatole di dolci e se le mangiarono gentilmente ne mangiarono solo tutte e quindi il commesso visto l’accaduto si precipitò inciampando su una briciola e il bimbo indemoniato gli riferì:”Ma cosa stai facendo guarda che ti denuncio per tentato omicidio”e il commesso alterato da questa frase rispose:”Senti mezza cartuccia alto un metro e un tappo quello che ti può denunciare sono io e ti denuncio per furto!”e allora il bimbo a quel punto esclamò:”OK,ma stia più attento la prossima volta perchè mi potevo fare male”e così i bambini diabolicamente fecero un dispetto al commesso cioè il bimbo castoro gli rosicchiò tutto quello che c’era in magazzino compresi i muri e l’altro fece pipì e cacca dappertutto e quando arrivò il commesso notò tutto e mettendosi le mani fra i capelli prese un fucile e rincorse i bambini.Il commesso non riuscì a raggiungerli e così si ritrovò a pagare tutto e a rimettere tutto a posto e quest grazie al duo malefico
Ciao sono Marta e vi voglio raccontare del mio amico Marcolino.
L’ho invitato a casa mia e adesso vi racconto com’è andata.
-“Wow che bella la tua casa”Dice Marcolino
-“Grazie” Rispondo io
Entriamo dentro casa e mia mamma ci chiede che cosa vogliamo per merenda.
Io rispondo che volevo una bella Dupsy mentre Marcolino si lancia in cucina a frugare in tutti i mobili e chiede una Mistica,GimGam e altri nomi strani che non conoscevamo nè io nè mamma.Dunque alla fine chiede una bella Crepe.
-“Cosa vuoi dentro la Crepe?” Chiede mia mamma.
-“Nutella” Risponde lui
-“Benissimo te la preparo subito”
Quando è pronto io e Marcolino cominciamo a mangiare; c’èra solo un piccolo problema,Marcolino appoggia la Crepe sul tavolo e si mette a braccias conserte con il broncio.
-“C’è qualcosa che non và?” Chiede mia mamma
-“é troppo bruciacchiata” Risponde lui.
Mia mamma gli rifà la Crepe,solo che stavolta dice che era troppo fredda,poi troppo tiepida,poi non c’è abbastanza nutella.
Mia mamma continuò cos’ì per ore a fare Crepe. Fino a che non è arrivata la mamma di Marcolino.
E proprio in quel momento l’ennesimo tentativo di mia mamma funzionò e Marcolino uscì di casa felice.
Peccato che appena uscito dalla porta la Crepe perse tutta la nutella e cadde a terra.
Marcolino cominciò a piangere.
Mia mamma,invece,chiuse la porta a chiave lasciando fuori lui e sua mamma e mi fece cambiare scuola.
IL BIMBO CASTORO NELL’INCREDIBILE MONDO DEI GIOCHI
Correzione del testo precedente.
Un giorno un bimbo molto temuto per la sua mania di rompere o di aprire i giocattoli che non erano suoi ma del negozio, entrò grazie ad una signora tutta ciccona e lardosa che rotolava come se fosse pacman.E ……nessuno l’aveva notato così si mise a lanciare pezzi di giocattoli per aria e molte volte quei pezzi finivano in faccia alla gente e così in molti si sono lamentati più che molti l’intero negozio allora hanno sbattuto fuori a calci nel sedere il bimbo ma lui astutamente si mise a piangere per entrare ma poi vide che non gli davano corda così si riprese e sapendo di non potere entrare si mise a sgranocchiare il vetro delle finestre per farci un buco per entrare, questo lo fa perchè e troppo piccolo e non riesce ad arrivare alla maniglia ed aprire la porta, alla fine fatto il buco entrò sgattaiolando dentro come un elefante in un negozio di cristalli sbattendo per terra tutto,il bimbo vide una cerbottana ma non c’erano munizioni e allora si mise a lanciare pezzi di lego in faccia ai commessi oppure faceva sgambetti usando gli altri bimbi come filo per far inciampare gli altri. Alla fine il bimbo si nascose fra i pupazzi che erano più alti di lui e per far scivolare le persone si mise a fare pipì sul pavimento e così ogni persona che passava scivolava sulla pipì, dopo un po’ di tempo nascosto lì si era stufato allora si mise a rosicchiare anche i pupazzi e i pezzettini che rimanevano quelli fatti a brandelli li nascondeva nelle borse delle signore oppure in bocca dei bambini che poi legava la bocca con la stoffa per non farli piangere.I commessi lo avevano localizzato quindi lasciò un ricordino spiaccicato sui pupazzi e a quel punto i clienti se ne andarono in massa, erano rimasti solo il bimbo e i commessi il bimbo con delle mosse strabilianti di rambo disarma i commessi dalle scope che avevano in mano e rosicchia anche quelle e lanciando le schegge negli occhi di chi gli stava davanti e a quel punto erano cechi. Il combinadisastri
uscì per mangiare e così con il fucile a pallini uccise un piccione e lo spiumò e lo aprii e si mangio gli organi e le interiora poi il bambino rientrò dal buco che aveva fato in passato per entrare ma questa volta con il piccione in mano e lo mise nel condotto dell’aria così chè dopo c’era un buon odorino di piccione morto insieme alla cacca di cane con cui l’aveva “saporito”.Infine delle guardie imprigionarono il bambino nel carcere di massima sicurezza e da quel momento nessuno l’ha più visto.
TITOLO: Il bimbo dei giochi
Questo innocuo bambino è uno dei più temuti nei bar e nei negozi di giocattoli. Adesso vi racconto questo divertente episodio.
Un giorno il bambino entrò in un negozio di giocattoli per acquistarne uno.
Appena entrato un commesso gli si precipitò addosso chiedendoli cosa volesse. Lui gli rispose che desiderava un gioco di nome:Gli Inarrestabili Gormiti, però preferiva cercarselo da solo. Il commesso rimase perplesso.
Per cercare il gioco si arrampicò su un mobile, ma a un certo punto incominciò a dondolarsi così per gioco ma il commesso andò immediatamente in suo soccorso e fermò il mobile,appena in tempo… con voce furiosa gli disse:. Il bambino gli spiegò cosa desiderava. Purtroppo il gioco non era disponibile in negozio, quindi il commesso dovette andarlo a prendere in magazzino con -8° – gradi.
Dopo qualche minuto rientrò,si tolsse il ghiaccio dai capelli e lo fece vedere al bimbo ma lui disse: e il commesso rispose: , subito dopo il commesso si mise a piangere per la disperazione e il fatto è che aveva ragione il bambino, quindi doveva tornare in magazzino con quel freddo.
Questo secondo tragitto gli aveva provocato al commesso il virus H1N1.
Questa volta il gioco era giusto, il bambino soddisfatto pagò e uscì dalla porta saltellando felice. Oppure al bambino venne in mente di prendere un altro gioco,e così via.
Questa è la correzione del tema. Quello giusto è questo con alcuni ritocchi….
IL BAMBINO DEL SUPERMERCATO
Questo personaggio, apparentemente innocuo, è uno dei più temuti dai commessi dei supermercati.
Un giorno il bambino angelicamente, con il passo di un piccolo elefantino dentro a una cristalleria, entrò in un supermercato chiamato “Lenny”. Entrando si diresse subito nella corsia dei cereali e dei biscotti. Arrivato si accanì subito sui cereali per cercare i suoi preferiti e se non gli trovava, quelli che gli capitavano tra le mani gli buttava all’indietro lanciandoli anche sulle persone che passavano.
Quando il commesso si accorse del bambino come un razzo si precipitò da lui e gli disse gentilmente:”Ciao bel bambino cosa ti serve?”
-”Primo non mi chiami bel bambino e mi porti rispetto io sono grande ho dieci anni e secondo preferisco cercare da solo i miei cereali preferiti”
Il commesso rimase perplesso e gli rispose:” Ok …come preferisci….ma se hai bisogno di me chiamami”
-”Ok”
Il bambino per cercare i suoi cereali aprì tutte le scatole che trovava e intanto se aveva fame ne mangiava qualcuno…
Il commesso vedendolo andò subito da lui, gli tolse le scatole di cereali dalle mani e per la seconda volta gli chiese:”Di che cosa hai bisogno? Ti aiuto io”
Il bambino vanitosamente rispose:”Ma…..si….forse……e che io in questo negozio non ci sono mai venuto e non so orientarmi se no in altri negozi sono molto bravo pensi che una volta educatamente mangiai solo venti scatole di cereali!”
Il commesso si stupì molto e pensò che se non se ne andava al più presto poteva finire come all’altro negozio cioè avrebbe mangiato tutti i cereali.Il bambino intanto gli disse cosa stava cercando i Coco Lops. Il commesso rimase traumatizzato quando capì cosa stava cercando e andò a prenderli. Quando tornò gli fece vedere al bambino che gli rispose:”No non sono questi”. Il commesso pensò che era arrivata la sua fine quando…:”Eccoli!!! Sono loro, i miei tesori!”. Il commesso alzò la testa e vide sull’ultimo scaffale distante da terra circa dieci metri che c’erano i Coco Lops. Salì sulla scala scricchiolante e prese i cereali tanto richiesti dal bambino. Stava per scendere quando sentì il bambino dire”Uuuuuu….la mamma mi ha detto di prendere anche le vocciole!!!”. Con uno scatto prese le vocciole e urtò la scala che fece cadere per terra il commesso con in mano i cereali. Il bambino disse passando e prendendo la scatola:”Cavoli… ancora un po’ più di tempo e io diventavo vecchio! Aaaaa….e…..la prossima volta stia più attento con la scala qualcuno si potrebbe fare male! Arrivederci”e se ne andò con in un sacchetto le vocciole e i cereali,come se fosse un angioletto venuto dal cielo, oppure cadde e si ruppe il sacchetto compreso il contenute e dovette ritornare…
Il bimbo dei puzzle.
Tutti i commessi del Dodo, un negozio di giocattoli, sanno di tutto sui giochi : conoscono a memoria tutti giochi. Hanno sempre accontentato tutta la gente che gli chiedeva qualcosa, sopratutto i bambini. La piu brava commessa era Monica, perché è stata la prima ad essere assunta ed ha piu esperienza di tutti. Ma quel giorno dopo un miliardo di persone, proprio all’ultimo secondo dalla chiusura, si presentarono davanti a lei, non i soliti ritardatari che ti supplicano ma: Il Bambino e sua madre. La signora allora gli disse: – Deve riaprire tutto il negozio per accontentare mio figlio!-, e la commessa gentilmente le rispose: – Mi scusi, ma come vede abbiamo già chiuso e non è possibile riaprire -. Il bambino essendo furbo fece gli occhioni grandi come per supplicarla, ma qualcosa in lui le diceva che non si doveva fidare.Monica, pacificamente accompagnò dentro i due. Mentre il bambino girava per tutto il negozio in cerca di un gioco, la madre seduta comoda su una poltrona si limava le unghie. Subito, la commessa che si abbassò per guardarlo in faccia, gli chiese se gli serviva aiuto ma lui rispose: – 1: Non c’è bisogno che ti abbassi, perché non sono sordo ma ci sent benissimo anche se stai su, 2 non ho bisogno di una commessa come te, perché sono piu intelligente di quanto tu possa immaginare e 3 non sei in grado di accontentarmi! -, allora Monica stupita se ne andò. Dopo due ore, lei ritorna da lui richiedendogli se gli serviva aiuto, e lui stufo accettò il suo aiuto, visto che secondo lui quel negozio non aveva niente di bello e di interessante.Poi esclamò: – Voglio un puzzle di settanta mila pezzi, ma non uno qualsiasi -. La commessa si mise le mani trai capelli e cominciò e gli fece vedere un puzzle di sessantanove mila pezzi ma nn gli andava bene, poi gliene mostrò uno da settanta e uno ma non andava bene, : – Eccolo! – disse Monica, : – adesso aprilo e allo tutto poi vedo se mi piace. Appena lo finì le disse che era delle principesse e cioè per bambine e lei lo rimise a posto. La commessa era così stanca che sembrava ubriaca. Dopo una decina di puzzle lo trovarono, era tutto nero lucido di cartone.Andava bene ma d’un tratto il bambino vide che un pezzo aveva una piega di un millimetro e allora se lo fece cambiare.
Alle quattro del mattino si avviarono alla cassa dove trovarono sua madre che si limava ancora le unghie, infatti si vedeva che quello era suo figlio perché anche lui non voleva sporcarsi le unghie. Dopo aver pagato, finalmente uscirono dal negozio. Ma all’improvviso al bambino gli cadde il puzzle e tutti i pezzi caddero nel tombino, loro ovviamente si girarono per chiedere aiuto a Monica ma lei se l’era data a gambe filate e dal quel giorno si licenziò.
Il bambino nel negozio di giocattoli
Questo personaggio apparentemente innocuo,è uno dei più temibili dei commessi .
Se il bambino è furbo si dirigerà immediatamente nel reparto macchinine togliendole tutte dalle scatole per vedere se le gomme sono abbastanza resistenti.
Immediatamente il commesso gli piomba addosso chiedendoli cosa vuole.
A questo punto il ragazzino gli chiederà una macchina con un colore assurdo e una forma di ruote pazzesca come ad esmpio: un colore che va dal fuxia al arancione con delle macchie verdi e delle ruote triangolari.
Il commesso controlla tutti gli scaffali emergendo qualche volta con una macchina spaventosa, piena di colori specchietti e tergicristalli.
Il bambino li osserva con aria seria analizzandoli da cima a fondo e dopo aver finito dice:”Non è lei.”
Terminato il test il commesso avrà un mal di schiena atroce per via del continuo alzarsi e abbassarsi a cercare le macchinine .
Il commesso si spolverò la testa dalla polvere degli scaffali e con odio e stanchezza guarda il bambino che fa:”Voglio una moto,allora.”
Il commesso portà il ragazzo il ragazzo delle moto e gliela fa scegliere.
Il bambino inizia a lanciarli una moto dietro l’altra formando una pila enorme che cporiva interamente il commesso ,a un certo punto inciampò su uno skate e dopo pochi secondi era per terra circondato da moto.
Il bambino allora disse:”Stai più attento la prossima volta perchè guarda che rompi le moto.”
Allora il commesso disperatoportò tutta la pigna ,che aveva rifatto ,alla cassa e inizio a digitare il costo sullo scontrino e appena ebbe finito gli vennero dei callienormi sulle dita.
Ilragazzo pagò con 50 euro sudici e mollicci estratti dalla tasca e usci felice.
Uscito inciampò contro una signora e le moto caddero rovinandosi tutte.
Ilbambino iniziò a piangere disperato e e il commesso con
Il bambino nel negozio di giocattoli
Questo personaggio apparentemente innocuo,è uno dei più temibili dei commessi .
Se il bambino è furbo si dirigerà immediatamente nel reparto macchinine togliendole tutte dalle scatole per vedere se le gomme sono abbastanza resistenti.
Immediatamente il commesso gli piomba addosso chiedendoli cosa vuole.
A questo punto il ragazzino gli chiederà una macchina con un colore assurdo e una forma di ruote pazzesca come ad esmpio: un colore che va dal fuxia al arancione con delle macchie verdi e delle ruote triangolari.
Il commesso controlla tutti gli scaffali emergendo qualche volta con una macchina spaventosa, piena di colori specchietti e tergicristalli.
Il bambino li osserva con aria seria analizzandoli da cima a fondo e dopo aver finito dice:”Non è lei.”
Terminato il test il commesso avrà un mal di schiena atroce per via del continuo alzarsi e abbassarsi a cercare le macchinine .
Il commesso si spolverò la testa dalla polvere degli scaffali e con odio e stanchezza guarda il bambino che fa:”Voglio una moto,allora.”
Il commesso portà il ragazzo il ragazzo delle moto e gliela fa scegliere.
Il bambino inizia a lanciarli una moto dietro l’altra formando una pila enorme che cporiva interamente il commesso ,a un certo punto inciampò su uno skate e dopo pochi secondi era per terra circondato da moto.
Il bambino allora disse:”Stai più attento la prossima volta perchè guarda che rompi le moto.”
Allora il commesso disperatoportò tutta la pigna ,che aveva rifatto ,alla cassa e inizio a digitare il costo sullo scontrino e appena ebbe finito gli vennero dei callienormi sulle dita.
Ilragazzo pagò con 50 euro sudici e mollicci estratti dalla tasca e usci felice.
Uscito inciampò contro una signora e le moto caddero rovinandosi tutte.
Ilbambino iniziò a piangere disperato e e il commesso con
Il bambino al negozio di giocattoli
Questo personaggio,apparentemente innocuo,è uno dei più temibili dei commessi.
Se il bambino è furbo si dirigerà el reparto macchinine togliendole tutte dalle scatole per vedere se le gomme sono abbastanza resistenti.
I
Scusate ragazzi e prof ho fatto degli errori di disrazione e verbi. Sorry
IL BAMBINO DEL SUPERMERCATO
Questo personaggio, apparentemente innocuo, è uno dei più temuti dai commessi dei supermercati.
Un giorno il bambino entrò in un supermercato chiamato “Lenny”. Entrando si diresse subito nella corsia dei cereali e dei biscotti. Arrivato si accanì subito sui cereali per cercare i suoi preferiti e se non li trovava, quelli che li capitavano tra le mani li buttava all’indietro lanciandoli anche sulle persone che passavano.
Quando il commesso si accorse del bambino come un razzo si precipitò da lui e gli disse gentilmente:”Ciao bel bambino cosa ti serve?”
-“Primo non mi chiami bel bambino e mi porti rispetto io sono grande ho dieci anni e secondo preferisco cercare da solo i miei cereali preferiti”
Il commesso rimase perplesso e li rispose:” Ok …come preferisci….ma se hai bisogno di me chiamami”
-“Ok”
Il bambino per cercare i suoi cereali aprì tutte le scatole che trovava e intanto se aveva fame ne mangiava qualcuno…
Il commesso vedendolo andò subito da lui, li tolse le scatole di cereali dalle mani e per la seconda volta li chiese:”Di che cosa hai bisogno? Ti aiuto io”
Il bambino vanitosamente rispose:”Ma…..si….forse……e che io in questo negozio non ci sono mai venuto e non so orientarmi se no in altri negozi sono molto bravo pensi che una volta educatamente mangiai solo venti scatole di cereali!”
Il commesso si stupì molto e pensò che se non se ne andava al più presto poteva finire come all’altro negozio cioè avrebbe mangiato tutti i cereali.Il bambino intanto li disse cosa stava cercando i Coco Lops. Il commesso rimase traumatizzato quando capì cosa stava cercando e andò a prenderli. Quando tornò li fece vedere al bambino che li rispose:”No non sono questi”. Il commesso pensò che era arrivata la sua fine quando…:”Eccoli!!! Sono loro, i miei tesori!”. Il commesso alzò la testa e vide sull’ultimo scaffale distante da terra circa dieci metri che c’erano i Coco Lops. Salì sulla scala e prese i cereali tanto richiesti dal bambino. Stava per scendere quando sentì il bambino dire”Uuuuuu….la mamma mi ha detto di prendere anche le vocciole!!!”. Con uno scatto prese le gocciole e urtò la scala che fece cadere per terra il commesso con in mano i cereali. Il bambino disse passando e prendendo la scatola:”Cavoli… ancora un po’ più di tempo e io diventavo vecchio! Aaaaa….e…..la prossima volta stia più attento con la scala qualcuno si potrebbe fare male! Arrivederci”e se ne andò con in un sacchetto le vocciole e i cereali, oppure cadde e si ruppe il sacchetto compreso il contenute e dovette ritornare…
Una avventura al gamestop.
Un giorno il piccoli gimmy ovvero un ragazzino di 11 anni si come si annoiava decise di raccogliere tutte le sue mancette e risparmi che aveva tenuto da parte a natale, pasqua, capodanno, compleanno, e la befana insomma aveva raccolto un bel pò di quattrini.
Si avviò verso il negozio di video giochi e vide un milione circa di giochi lui non era mai entrato in un negozio di giocattoli perchè i genitori lo costringevano astare in casa a studiare, si avviò verso la pila a destra di giochi ovvero quelli di calcio preso dalla emozione corse verso lo scaffale senza vedendo un povera signiora che stava cercando un gioco sportivo, inseguito la signora subì la spinta di gimmy e scivolò addoso proprio all”insieme di giochi ormai non era più uno scaffale di giochi ma una casta di videogame con cui volendo si poteva accendere un falò che poteva durare ore senza spegnersi.
Ad un tratto arrivò il capo del negozio un tipo molto alto e possente gimmy provò un pò di paura e allora scappò dal negozio lasciandosi alle spalle la povera vecchietta accasciata ricoperta da giochi adun certo punto si sentì un boato:”chi è stato giuro che se lo becco prima lo faccio nero e poi gli faccio ripagare tutti i giochi che ha rotto e ha buttato attera”.
Gimmy si mise dietro la porta con un pò di fiatone creato dallo scatto atomico che aveva fatto per uscire dal negoziò.
Aspetto che il capo se ne andesse e che i commessi abbiano rimesso apposto i giochi per entrare e riguarda il gioco che voleva comprare perchè lui non aveva ancora visto comunque il gioco che si doveva comprare, quatto quatto e senza dare troppo nell”occhio si avviò verso un altro scaffale lì erano situati i giochi di guerra e a lui attiravano molto allora andò dal cassiere e gli chiese quale poteva essere più adatto per lui, il cassiere gli risposoe killzone2 un gioco di guerra ma non tanto violento perchè si trattava di strani mostri e non di uomini veri.
Gimmy ringraziò il cassiere pagò e ritorno a casa, nella strada del ritorno appena fuori dal negozio non vide un poster di cartoncino duro e gli andò addosso buttandolo giù allora scappo come un ladro che aveva rubato un televisore solo che mentre scappava aveva dietro il capo e vi lascio immaginare quanto fosse arrabbiato infatti presò dalla furia uscì di inverno con 4 gradi sotto zero fuori a maniche corte.
Quando il capo lo stava per prendere gimmy inbuco il portone aperto lo chiuse e poi si chiuse a casa tutto nel giro di pochi secondi il capo rimase fuori al freddo per qualche ora per agguantare gimmy ma lui non uscì per molto tempo a causa del bellisimo gioco che aveva comprato.
IL BIMBO NELL’INCREDIBILE MONDO DEI GIOCHI
Un giorno un bimbo molto temuto per la sua mania di rompere o di aprire i giocattoli che non erano suoi ma del negozio entrò nel negozio di giocattoli più grande dell’universo e ……nessuno l’aveva notato così si mise a lanciare pezzi di giocattoli per aria e molte volte quei pezzi finivano in faccia alla gente e così in molti si sono lamentati più che molti l’intero negozio allora hanno sbattuto fuori a calci nel sedere il bimbo lui si mise a piangere e poi si riprese e sapendo di non potere entrare si mise a sgranocchiare il vetro delle finestre per farci un buco per entrare questo lo fa perchè e troppo piccolo e non riesce ad arrivare alla maniglia ed aprire la porta alla fine fatto il buco entrò sgattaiolando dentro come un elefante sbattendo per terra tutto,il bimbo vide una cerbottana ma non c’erano munizioni e allora si mise a lanciare pezzi di lego in faccia ai commessi oppure faceva sgambetti usando gli altri bimbi come filo per far inciampare gli altri alla fine il bimbo si nascose fra i pupazzi che erano più alti di lui per far scivolare le persone si mise a fare pipì sul pavimento e così ogni persona che passava scivolava sulla pipì, dopo un po’ di tempo nascosto lì si era stufato allora si mise a rosicchiare anche i pupazzi e i pezzettini che rimanevano quelli fatti a brandelli li nascondeva nelle borse delle signore oppure in bocca dei bambini che poi legava la bocca con la stoffa con cui erano ricoperti i pupazzi.I commessi l’avevano localizzato lasciò un ricordino spiaccicato sui pupazzi e a quel punto i clienti se ne andarono in massa allora erano rimasti solo il bimbo e i commessi il bimbo con delle mosse strabilianti di rambo disarma i commessi dalle scope che avevano in mano e rosicchia anche quelle e lanciando le schegge negli occhi di chi gli stava davanti e a quel punto erano cechi. Il combinadisastri
uscì per mangiare e così con il fucile a pallini uccise un piccine e lo spiumò e lo aprii e si mangio gli organi e le interiora poi il bambino rientrò dal buco che aveva fato in passato per entrare ma quella con il piccione in mano e lo mise nel condotto dell’aria così chè dopo c’era un buon odorino di piccione morto insieme alla cacca di cane con cui l’aveva “saporito”.Infine delle guardie imprigionarono il bambino nel carcere di massima sicurezza e da quel momento nessuno l’ha più visto.
Il bambino del gelato, una volta finito il megacono telefona ad un amico e si autoinvita a casa sua, il poveretto che ha ricevuto la telefonata non ha tempo di rispondere che già si ritrova davanti un ragazzino tutto sporco di gelato che una volta chiusa la porta alle spalle, nemmeno il tempo di salutare che con un calcio in aria fa partire le scarpe dai piedi, che vanno a sfiorare il vaso Ming della mamma.
Come se non bastasse, si spaparanza sul divano inalando un odore mefitico proveniente dai suoi piedi, prende il telecomando e accende la televisione, e con aria di superiorità chiede qualcosa da mangiare, e quando tu arrivi tutto trafelato perchè ti mette coninuamente fretta e quando arrivi con la merendina più grossa e cioccolatosa che hai trovato, solo per sentirti dire che è poco e che vuole tutto il pacco.
Per di più prende i tuoi videogiochi senza chiederlo e inizia a giocare e cancellare i dati salvati, frutto di anni di duro lavoro.
A fine serata (se ci sei arrivato) la madre chiamerà e se ti va bene lo verrà a prendere. Se tiva bene, perchè in caso cotrario chiederà alla mamma di rimanere a dormire…
Il bimbo nel negozio dei giochi elettronici
La cosa che odiano di più tutti gli adulti è stare con un bambino in un negozio di giochi elettronici.
La prima cosa che fanno i genitori quando accompagnano il proprio figlio in un negozio è cercare il reparto esatto e poi quando si accorgono di un commesso che si avvicina trovano le scuse più banali e innocue per svignarsela.
Il bambino per prima cosa inizierà a toccare e osservare tutti i tipi di giochi, questi ultimi alla fine saranno irriconoscibili viste le impronte che il bimbo lascerà su con le sue luride mani.
A quel punto il commesso dopo aver assistito alla scena con uno sguardo assassino chiederà al bambino cosa vuole, pur sapendo che il bambino gli risponderà usando nomi assurdi solo per farlo arrabbiare.
Il commesso a quel punto aprirà un cassetto appoggiato in un angolino e ne tirerà fuori giochi mai visti sulla terra, sicuramente fatti da persone senza gusto o ceche.
Il bambino comunque gli guarderà tutti con molta attenzione, parlerà solo quando dietro il commesso si sarà formato un mucchietto di giochi fasulli; a quel punto con molta disinvoltura chiederà il DS appena uscito.
Con sollievo il commesso aprirà una scatola e ne farà uscire cinque DS tutti colorati in diverso modo, ma ad ogniuno il bambino risponderà:”No” e alla fine il DS che vorrà sarà quello appena finito; così richiederà di vedere i diversi tipi, ma quando finalmente lavrà scelto il bambino si accorgerà di un insignificante graffio perciò passeranno ore prima di trovare il gioco giusto.
Quando finalmente il bambino contento tornerà a casa con il suo nuovo DS, il commesso si troverà in ambulanza per essere rianimato.
Dopo essere passati un paio di giorni, tutto sembrerà tornato alla normalità ma ecco arrivare in negozio lo stesso bambino con una pozzanghera dietro di se perchè il bambino ha pianto tutto il giorno perchè arrivato a casa il DS non funzionava. Così la storia ricomincierà tutta da capo.
LA BIMBA DEL VESTITINO
Questo personaggio, apparentemente innocuo, è uno dei più temuti dalle commesse dei negozi di vestiti.
La commessa, se non si accorge del suo arrivo, è messa proprio male. Perché la bimbetta appena entra nel negozio si mette subito a frugare fra i vestiti. Si vedono gonne, magliette colorate e pantaloni che volano uno per uno nell’atmosfera per poi finire a terra in mezzo a circa una migliaia di abiti.
Quindi la commessa si precipita dalla bambina come si precipiterebbe un’ elefante per acchiappare una scorta di noccioline e molto dolcemente gli chiede cosa desidera.
A questo punto la bimba confesserà che non sa come si chiama la marca del vestitino, ma solo che lo desidera a tal punto che ucciderebbe per averlo.
Con uno sbuffo la commessa la porta a vedere tutti gli abiti posseduti dal negozio.
Dopo circa un’ora e mezzo la bambina è chiusa in camerino da ormai troppo tempo per provare tutti e diciannove i vestiti scelti davanti agli occhi (chiusi) della commessa chiedendo se era meglio quello con i pallini oppure con le fragoline. Quindi dopo altre tre ore di quella che ormai stava diventando una pazzia la bimba decide finalmente di prendere l’abitino con i brillantini.
La commessa svogliatamente si sveglia e la bambina, soddisfatta, gli consegna i soldi e anche un’espressione innocente come se non fosse successo niente.
Finalmente, pensa la commessa.
Mai parlare troppo presto: la bambina vuole scegliere un altro vestito per sua sorella.
La commessa scoppia a piangere.
Titolo:”Un giorno fortunato”.
Come tutti gli anni, noi, cioè la mia famiglia e i miei parenti ci riuniamo a casa mia, per il grande cenone di Natale. Io e la mia famiglia addobbiamo la casa, prepariamo la tavola e ognuno di noi cucina qualcosa da portare.
Quando arrivano i parenti, dopo un po’ di chiacchere, ci mettiamo a tavola e quando siamo tutti pronti, urliamo in coro:”UNO, DUE, TRE” e ci abbuffiamo dei nostri cibi tradizionali:ad esempio le squisite lasagne della nonna Mimma, la pizza dalla zia Maria, il polpettone e le patate al forno della zia Grazia, il cotechino di mia mamma e due cose che non devono mai mancare: le olive e il salame, che sono le uniche cose che mangio, infatti si vedono i risultati. Appena finiamo, prendiamo le nostre poche e rovinate monetine dal portafoglio, ci posizioniamo su una sedia e giochiamo a Sinco, se ci riusciamo perchè c’è mia nonna che continua a dire solo:-è…è….-, mia la zia Concettina sbraiatava che aveva vinto ma non era mai vero ed mio fratello che faceva apposta a dire male le carte per mettere confusione.Sinco è un gioco dove ognuno deve puntare cinquanta centesmi che verranno messi nei cinque bicchieri:il centro, poker, rombo, angoli e sinco. Poi vengono assegnate le cartelle a caso, anche se io tutte le volte , di nascosto, do dei soldi in piu a mio padre, che non rifiuta di sicuro, mentre lui mi da la cartella piu fortunata.Queste cartelle sono dei fogli dove ci sono disegnate le carte Napoletane, ma non tutte quelle che si trovano nel mazzo.Il mazziere è meglio che lo fa mio papà se no mio fratello Federico mi porta sfortuna e cambia le carte per non farmi vincere, lui urlerà le carte che usciranno e se ce l’hai, metti una pedina di plastica bianca, tutte mangiucchiate e spellate da me quando ero in tensione.Se fai uno dei nomi elencati prima, ti spettano i soldi che sono contenuti in quel bicchiere, invece se qualcuno fa sinco si ricomincia il gioco ripuntando. Incomincia il vero gioco.
Mio padre, vantandosi mette i bicchieri, le carte sul tavolo e Federico cercava di rubarle ma io lo tenevo sotto controllo. prese le carte un po’ rovinate da quante volte abbiamo giocato a sinco e soprattutto perchè quando io e le mie cugine cercavamo di togliere le carte dalle mani di Fede diventava come il gioco del tiro alla fune, le mischiò, ci soffiò sopra e girò la prima carta.
:-CENTRO!-urlò mio fratello che come al solito stava masticando delle noccioline che mi arrivarono dritte in faccia. Appena lo sentii;le vene infuriate si erano gonfiate ed erano sporgenti come delle decorazioni su un vaso di ceramica scolpito, il sangue mi andò al cervello. Chiusi gli occhi e mi tappai le orecchie per non sentire il driiiiiin dei soldi nelle mani di quel mostriciattolo, e vedere la sua faccia felice. Li riaprii e davanti a me, a un millimetro dalla mia faccia c’era il mio simpaticissimo mostriciattolo Federico che cantava, una cosa a cui sono abituata perchè non sta mai zitto neanche una giornata.
Dopo un po’ di carte mia cugina Sofia che soprannominiamo Ciopy disse sinco. Mi misi le mani trai capelli tirandomi pugni dalla rabbia, così rovesciai tutto per rincominciare ma poi lei disse che gliene mancava una e che non aveva fatto sinco. La fissai e dalla rabbia le narici mi diventarono come quelle di un toro e ne usciva fuoco, gli occhi erano infuocati. Diedi tutto a mio padre che me li rimise a posto. Giocammo fino a mezzanotte meno dieci, quando preparammo lo spumante , le lenticchie da mangiare prima di aprire i regali perchè portano fortuna. Io aprii solo un regalo, mentre Fede non finiva piu. Arrivo una mostriciattola numero due, mia cugina Alessia di quattro anni che mi disse che io ero stata troppo cattiva e Babbo Natale non mi aveva portato i regali, ma fortunissimamente arrivò pure Ciopy che mi elencò tutti i suoi regali mentre io dormivo.
In fin dei conti la giornata non andò così male perchè vinsi venti euro a sinco.
Noemi Bernardi
TITOLO: Il bimbo dei giochi
Questo innocuo bambino è uno dei più temuti nei bar e nei negozi di giocattoli. Adesso vi racconto questo divertente episodio.
Un giorno il bambino entrò in un negozio di giocattoli per acquistarne uno.
Appena entrato un commesso gli si precipitò addosso chiedendoli cosa volesse. Lui gli rispose che desiderava un gioco di nome:Gli Inarrestabili Gormiti, però preferiva cercarselo da solo. Il commesso Rimase perplesso.
Per cercare il gioco si arrampicò su un mobile, ma a un certo punto incominciò a dondolare, il commesso andò immediatamente in suo soccorso e fermò il mobile, con voce furiosa gli
disse:. Il bambino gli spiegò cosa desiderava. Purtroppo il gioco non era disponibile in negozio, quindi il commesso dovette andarlo a prendere in magazzino con -8° – gradi.
Dopo qualche minuto rientrò e lo fece vedere al bimbo ma lui disse: e il commesso rispose: , subito dopo il commesso si mise a piangere e il fatto è che aveva ragione il bambino, quindi doveva tornare in magazzino con quel freddo.
Questo secondo tragitto gli aveva provocato al commesso il virus H1N1.
Questa volta il gioco era giusto, il bambino soddisfatto pagò e uscì dalla porta saltellando felice. Oppure il giocattolo cadde e ne dovette comprare uno nuovo e viceversa
Questo racconto che vi sto per narrare è avvenuto veramente due anni fa.
Io, la zia, la nonna avevamo organizzato di andare al centro di Belleria. Tornati da esso un rinfrescante bagno seguito da un buonissimo gelato.
C’era molta gente, la maggior parte ragazzi.La nostra decisione è stata di prendere la via interna.Meno male!!
Mentre camminavamo al fresco parlavamo di cosa potevamo comprare in centro come souvenir.
In quella strada è pieno di villette.Quella che mi è piaciuta di più è tutta viola e grigia con un bellissimo giardino decorato con i sassolini, un prato finissimo e degli gnomi.Dovrebbe essere bellissimo mangiare lì fuori!!!
Un ‘ altra cosa che mi aveva colpito è stato un ristorante abbandonato di nome “Campione”(si campione di degrado!).
Avevo chiesto perchè era abbondonato e la nonna mi aveva risposto:”E’ fallito purtroppo faceva delle pizze buonissime.Quì ci veniva con il papà qund’era piccolo e con il nonno.”
Stavamo parlando tranquillamente quando avevamo sentito un campanrìello e un uomo che aveva urlato:”Che fico,guardate!”.Avevamo visto un ragazzo con una mountainbicke che stavo impennando tutto fiero di sè quando all’improvviso aveva beccato una buca e aveva fatto un salto mortale carpiato in avanti.Ragazzi dovevate vedere quando si era rialzato la faccia sbalordita e spaventa con…… il manubrio in mano!!
Noi eravamo piegati in due dalle risate e gli avevo chiesto:”Tutto bene?”. E lui:”Si,si non è successo niente!!”.Aveva preso il suo manubrio e il resto della bicicletta e lemme lemme se ne andò a casa.
Questo personaggio apparentemente è inoocuo,uno dei più temuti non solo dai baristi ma anche dai commessi dei negozi.
Un giorno il nostro personaggio tornando dal bar con il suo solito gigantesco gelato vede una vetrina molto illuminata con un paio di pantaloni fantastici e con il suo enorme gelato si spiaccica contro la vetrina e il suo cono si spalma sulla vetrina ex pulita.La commessa vedendolo da dietro al bancone si mette le mani nei capellli e si strappa quattro ciocche capendo che era arrivato l’uragano del gelato.Lasciando il suo gelato sul vetro entra nel negozio:-Salve voglio quei pantaloni-,
-Certo vado a prenderli eccoli provali-
-Non mi piacciono mi può dare quelli li
-Quali?-Quelli lì le vede sono proprio li ma lei e ceca-
-Ok prendo la scala soono questi-
-No vebbè però gli voglio provare-
Dopo cinque minuti nel negozio c’era un enorme fila di pantaloni che formava una piramide e la commessa era sparita,ogni volta che il ragazzo si girava a guardare la scultura di pantaloni vibrava ma non si insospettiva.Invece lui era rimasto ad aspettarla in mutande.
Dopo un’ora il negozio debbe chidure ma lui rimase in negozio aspettando la commessa per trovare un po di calore si nascose sotto la piramide,dovendo soffiare il naso trovatte una stoffa molto soffice ma ruvida allora prese fiato e Sprrrrrrrrr.
Un urlo uscì fuori dalla piramide di pantaloni e la piramide si dristrusse.
La commessa si trovò era nascosta sotto la piramide pensando che quel bibbo fosse pazzo,lo cacciò fuori dal negozio con un calcio nel sedere urlandoli di non presentarsi più da quelle parti,perchè l’aveva fatta esaurire.
Io e mio padre avevamo programmato di regalare a mia madre un profumo di nome euphoria di Ck. Avevo lasciato a mio padre un biglietto con scritto il nome del profumo e lo stilista che lo ha creato.
Mio padre è andato da solo a prendere al profumo e intanto ha perso il foglietto tanto per cambiare. Visto anche il fatto che ha la memoria di un bradipo.
E’ arrivato in profumeria e si sentiva un briciola in confronto alla profumeria.
Ceracava di chiedere informazioni ma le commesse giravano a una velocità di 500km allora. Riesce a fermare facendo frenare la commessa come un vigile fa frenare un auto ad un incrocio.
Mio padre chiede alla commessa informazioni su un profumo di ck da donna di cui non ricorda il nome.
La commssa gli dice tanti di quei profumi che poteva fare un gelato al terrore dei baristi!
Allora la commessa lo porta a cercarlo, un improvviso attacco d’asma e su tutti gli spray dei profumi giù una bella verza!Poi…… illuminazione si ricorda il profumo ma dice ENTUSIASMO hahahahahaha!!!
La commessa sta per ridergli in faccia ma gli consegna il profumo senza dire niente (che è meglio).
guardate questo video fa morire dal ridere!!
http://www.youtube.com/watch?v=ZGGB0iGEjys
Il racconto che sto per scrivere sembra un’avventura di Fantozzi, ma vi assicuro che mi è successa veramente.
Dunque come ogni fine anno compro, cascate,razzi, Zeus ecc.
Appena scocca la mezzanotte io con gli amici scendo sotto casa a scoppiare questi ultimi, preciso prima del racconto che sotto casa mia c’è un grande orto e tutto recintato con spuntoni.
Quindi per andare avanti inizio ad accendere tutte le cose che ho comprato, verso gli ultimi però, qualcosa va storto e un petardo non si accende, a questo punto gli do un calcio per allontanarlo da me;ottimo lavoro grida la mamma che però non si è accorta che con il petardo è partita anche la mia scarpa.
Eh si, la mia scarpa sai dove va a finire, nell’orto in mezzo alle verze. Dopo un primo momento di smarrimento recupero un altro paio di scarpe e mi precipito a scavalcare la protezione per recuperare la mia scarpa, nel tentativo di recupero mi strappo i pantaloni e rimango impigliato come un pesce in una rete.
Ora tutti ridono io lascio perdere il recupero e mi rituffo nella festa, l’indomani mattino sarà la mamma a chiamare il contadino che incredulo dice di non avere alberi che fanno scarpe, ma poi una volta spiegato l’accaduto recupera la mia scarpa dalle verze e si scambiano gli auguri di buon anno.
Eravamo durante le vacanze di natale, e precisamente la cena della vigilia. C’erano mio zio, mia zia, mia nonna, mia mamma, mio fratello; c’eravamo tutti, pronti a fare una bella cena tutti insieme. Il cibo era delizioso: il coniglio con le patate arrosto, la pasta al sugo, formaggio francese, panettone ricoperto di cioccolato. C’era anche lo spumante e il vino bianco (che naturalmente bevevano mia mamma, mia zia e mio zio). Tutta divertita dal buffo naso del mio calvo zietto avvicinai il bicchiere alla bocca per bere un po’ d’acqua. Ma il sapore non era familiare. Era molto più amaro, ma era accettabile.
-Cos’è?- chiesi con una inspiegabile emicrania.
– Come cos’è? E’ la solita acqua che beviamo. Cosa c’è di strano?- domandò apprensiva mia mamma.
-E’ un po’ amara, è… più buona dell’acqua, è saporita, e questo è strano perché l’acqua non ha sapore… sei sicura che sia acqua? E poi mi è venuto mal di testa…
– Mah, che strano… o hanno stregato l’acqua, oppure sei tu che sei malata.-
-Vado di là, magari mi passa.-
Mi avvicinai al salotto con passo lento. D’improvviso mi era venuto un sonno che sembrava non dormissi da una settimana. Inciampai sullo zaino di mio fratello e finii a terra come una pera cotta, mi rialzai e decisi di fare un po’ di matematica per togliermela davanti, ma il problema è che stavo scrivendo le espressioni sul quaderno di storia. Patetico.
Subito dopo mi addormentai sulla scrivania con la penna fra le mani, e poi il ridere di mio fratello, la preoccupazione di mia madre, il gatto di mia nonna che nel frattempo aveva approfittato della cucina ormai vuota per sdraiarsi comodamente sul tavolo e di tanto in tanto rubare anche qualche spaghetto.
Mi svegliai come nuova e trovai mamma & company seduti a tavola a fissarmi, con il MIO VERO bicchiere d’acqua pieno e nell’altra mano l’altro bicchiere da cui avevo bevuto anche se il suo legittimo proprietario era mia mamma.
Non sapendo che fare tirai fuori uno dei miei sorrisi migliori.
-Spero tu abbia capito che devi stare più attenta a guardare dove stai bevendo.-
Fantastico. Avevo bevuto il vino bianco del bicchiere di mia mamma.
Scoppiammo tutti a ridere e non la smettemmo finchè a mia nonna non venne un crampo alla pancia.
Durante le vacanze di Natale io e mio papà avevamo programmato di regalare a mia mamma un profumo di nome Euphoria. Lasciai a mio padre un biglietto con scritto il nome e lo stilista creatore del profumo. Arrivato il momento di andare a comprare il profumo mio padre era da solo e senza il biglietto che gli avevo preparato. Chiese subito aiuto ad una commessa alla quale disse che cercava un profumo di Kelvin Klein di cui non ricordava il nome…..Ci pensò su un attimo e poi esclamò “Entusiasmo?!” La commessa lo guardò con la faccia di chi sta trattenendo un’enorme risata e gli disse “Euphoria?!”. Lui ce ne parlò come una delle “figure da cioccolataio” più grosse che abbia mai fatto e insieme ne abbiamo riso durante tutte le vacanze.
UN CAPODANNO PUZZOLENTE
La sera di capodanno, come tutti gli anni mia zia e mio zio vengono da noi, solo che quest’anno con qualcuno in più la Sissi il loro cane. Vi starete chiedendo come mai gli altri anni non c’era? Vi rispondo subito. I miei zii durante le vacanze estive sono andati in Puglia. Alloggiavano in un albergo dove i proprietari avevano un cane di nome Sissi. La Sissi non veniva considerata tanto, perchè purtroppo erano troppo indaffarati con l’hotel, quindi lei si doveva arrangiare, si infilava in cucina e mangiava i resti delle cene, infatti è molto golosa di caramelle di tutti i tipi soprattutto quelle alla menta, coca cola, caffè, ecc. Mia zia scendendo nel ristorante la vide e chiese come mai stesse mangiando da un bidone. Loro gli risposero che non potevano accudirla e volevano regalarla, così chiesero ai miei zii se erano disposti a prenderla, loro risposero di si.Ecco la storia di Sissi ma ora ritorniamo a capodanno. Arrivarono verso le 20.00 non vedevo l’ora di incontrarli soprattutto perchè c’era il cane!
Arrivati a casa Sisssi iniziò subito a correre da tutte le parti e a saltare come una matta impaurita dai petardi. Ci mettemmo a tavola verso le 21.00. Dopo aver mangiato io mi misi a giocare con un mio amico, finche non arrivò l’ora di fare il conto alla rovescia. Avevano già iniziato a scoppiare i botti, impaurita la cagnolina fece la cacca sopra al tappeto andando poi a rifugiarsi dietro al divano in un angolo. Mia zia senza accorgersene calpestò il profumato regalo portandosela in giro per tutto il salotto. Che schifo!! Aprimmo subito la finestra per la puzza che aleggiava e mia madre iniziò a pulire. Questo fu il mio capodanno più divertente e puzzolente! Dato che dicono che calpestarla porti fortuna speriamo di averne tanta!!!
FULL IMMERSION NEGLI ……….
Un giorno durante le vacanze di Natale due ragazzi di nome Samuele e Lorenzo avevano deciso di andare in biblioteca per fare i compiti,ma non sanno ciò che gli accadrà!
Loro avevano deciso di incontrarsi vicino a casa di Samuele.Lorenzo citofonò a Samuele dicendo:”Scendi Samu” e Samuele rispose:”Arrivo”.
Sceso Samuele inciampo e con il piede pestò la cacca di cane e ritornò subito a cambiarsi,quando finì di cambiarsi scese subito e appena uscito dal portone inciampò in una coccinella e prese la cacca di cane non sul piede ma sulla maglietta e disse subito:”Vado a cambiarmi la maglietta”,scese per la terza volta e appena uscito dal portone inciampò sullo zerbino e prese la cacca di cane in faccia e disse subito:”Vado a togliermi subito la maschera di bellezza” e Lorenzo disse:”Ma mi prendi in giro?” e Samu rispose:”A scusa vado a cambiarmi faccia” e Lorenzo ribatte ancora e urlò:”smettila di prendermi in giro e vai a lavarti e Samu prese e andò a lavarsi.
Mentre aspettava Lorenzo viene spinto in una pozzanghera e senza saperlo nella pozzanghera c’era la cacca di cane,si rialzò e vide i bambini ridere sguaiatamente dietro di lui nello stesso istante Samuele stava scendendo le scale,appena arrivato all’ascensore con le calze antiscivolo sopra le scarpe disse:”Ti ho fregato cacca ora ho le calze antiscivolo e così non cadrò più”, ma Samuele non sapeva che fuori pioveva e così scivolò di nuovo nella cacca di cane e i suoi capelli di intinsero nella cacca, Lorenzo gli chiese:”Ma ti stai facendo lo shampoo a base di escrementi oppure è un’altra maschera di bellezza per i capelli”Samuele rispose:”Ha parlato quello che si mette le magliette firmate “DC” che vuol dire DolceCacca”Lorenzo disse:”Senti finiamola con questi shampi,creme idratanti, maschere di bellezza e di roba firmata da “DC” e piuttosto andiamo a casa dove non ci sono escrementi e roba varia”.
Questo racconto è stato realizzato da: Samuele e Lorenzo
Scusate, ho riscritto il testo perchè c’erano alcuni errori.
Io e la mia famiglia insieme ad alcuni amici venuti da Roma eravamo usciti di casa per andare all’aereoporto di Linate e partire per Parigi. Stavamo per salire sulla metro quando mia madre si accorse di aver dimenticato a casa la borsetta con dentro i biglietti, uscimmo di corsa, l’aereo sarebbe partito tre ore dopo, e noi dovevamo essere li almeno due ore prima. Arrivammo a casa subito, perchè è molto vicina alla stazione della metro, prendemmo la borsetta e in tutta fretta ripercorremmo la strada fino alla metro quando io mi ricordai che quando siamo tornati a casa ero andato in bagno e non avevo tirato lo sciaquone ne spento la luce. Se c’è stato mai un momento in cui i miei genitori mi hanno odiato probabilmente è stato quando gli ho detto di dover tornare a casa (o forse è stato quando ho dato fuoco alle tende?).Tornammo a casa e io tirai l’acqua e spesi la luce. Tornammo verso la metro praticamente correndo, quando ad un certo punto i nostri amici si ricordarono di non aver chiuso il frigo dopo aver fatto uno spuntino. Quando vennimo a saperlo una marea di sguardi truci e occhiatacce si riversò contro di loro. Tornammo a casa e dopo aver chiuso il frigo facemmo un’accurata analisi di ciò che si poteva dimenticare in casa e quando finimmo ci dirigemmo verso la metro e verso Parigi. Arrivammo in aereoporto di corsa, avevamo paura che chiudessero il check-in e quando arrivammo, sul monitor comparve una scritta: L’AEREO DIRETTO A PARIGI-ORLY E’ IN RITARDO DI 5 ORE PER UN GUASTO.
Io e la mia famiglia insieme ad alcuni amici venuti da Roma eravamo usciti di casa per andare all’aereoporto di Linate e partire per Parigi. Stavamo per salire sulla metro quando mia madre si accorse di aver dimenticato a casa la borsetta con dentro i biglietti, uscimmo di corsa, il treno sarebbe partito tre ore dopo, e noi dovevamo essere li almeno due ore prima. Arrivammo a casa subito, perchè è molto vicina alla stazione, prendemmo la borsetta e in tutta fretta ripercorremmo la strada fino alla metro quando io mi ricordai che quando siamo tornati a casa ero andato in bagno e non avevo tirato lo sciaquone ne spento la luce. Se c’è stato mai un momento in cui i miei genitori mi hanno odiato probabilmente è stato quando gli ho detto di dover tornare a casa (o forse è stato quando ho dato fuoco alle tende?).Tornammo a casa e io tirai l’acqua e spesi la luce. Tornammo verso la metro praticamente correndo che quando ad un certo punto i nostri amici si ricordarono di non aver chiuso il frigo dopo aver fatto uno spuntino. Quando vennimo a saperlo una marea di sguardi truci e occhiatacce si riversò contro di loro. Tornammo a casa e dopo aver chiuso il frigo facemmo un’accurata analisi di ciò che si poteva dimenticarein casa e quado ebbimo finito ci dirigemmo versola metro e verso Parigi. Arrivammo in aereoporto di corsa, avevamo paura che chiudessero il check-in e quando arrivammo sul monitor comparve una scritta: L’AEREO DIRETTO A PARIGI-ORLY E’ IN RITARDO DI 5 ORE PER UN GUASTO.
Domenica 2 Gennaio 2011 mamma,Stefano,nonna e zii mi hanno trascinato a forza in Duomo a vedere una Mostra sui Pittori del ‘900.
C’erano tanti quadri strani, sembravano fatti da persone ubriache con in mano dei colori.
Mi stavo annoiando e dopo il quarto giro (tra me e me pensavo “ancora un giro in questa mostra che sembra il purgatorio di Dante e mi butto giù).
Girato l’angolo trovammo molta gente davanti alla teca di Piero Manzoni (artista), dove scoprimmo una scatoletta con su scritto ” MERDA D’ARTISTA”. Ci sbellicammo dalle risate mamma disse:” E chissà quanto l’hanno pagata?!”, mio zio la guardò e disse :”A me pare una strunzata”.
Continuammo a ridere tanto da contagiare anche la gente che ci stava attorno.
Finalmente finita la mostra tornai a casa sano e salvo, ma con un mal di pancia da MONTEZUMA.
Sciare non è facile !!!!
Non è facile saper sciare per il signor Gustavo.
Lui non era una persona leggera anzi aveva una pancia con dei rotoloni di ciccia nei quali poteva nascondere delle cose.Ma la pancia non era l’unica cosa che era abbondante,aveva due guanciotteche sembravano due palloncinie il sedere era una mongolfiera,ma in fondo era un’uomo gentile ,simpatico,un’animo buono e che voleva fare le attività che fanno i ragazzini nonostante il suo peso.
Quest’anno il signor Gustavo decise di andare a sciare in montagna a Cadi Pietra un paese in Trentino-Alto Adige vicino a Brunico.
Arrivato noleggiò gli sci eprese la cabinovia.
Giunto in cima la prima cosa che vide erano dei ragazzi che facevano fuori pista allora volle provare.
Prese la rincorsa ,partendo da molti metri prima,partenza!! Raggiunse i settanta chilometri orari sorpassò la salita ma per la paura girò e…. …badabum gli sci si impiantarono nella neve e lui si trovò con il sedere per terra.
Ma un altro dilemma affiggeva il signor Gustavo, come rialzarsi, il suo sedere aveva formato un buco che se lo si riempiva d’acqua diventava una vasca.
Prima si aggrappò ad un ramo ma gli scivolò dalla mano e dopo pochi secondi era diventato un pupazzo di neve perchè la neve sull’albero si era imposseva del suo corpo.
Allora decide di rotolare sino alla pista e badabum, si ritrovò in piedi sulla pista conun mal di testa atroce ma non si arrese.
Vide degli altri ragazzi fare dei salti nel fun park, un parco con tutti i salti organizzati per snowboard e sci.
I ragazzi prendevano la rincorsa in una conca e dovevano superarla saltando.
Il signor Gustavo volle provare, si mise in posizione spazzaneve, lo lasciò e partì.
I capelli iniziarono a volargli davanti agli occhi, l’aria gli entrò nelle guance provocandogli un lieve movimento mostrando i denti, ad un certo punto si fermò e iniziò a tornare indietro, non aveva preso abbastanza rincorsa!!!
Iniziò ad andare indietro sempre più velocemente cercò di girarsi ma gli sci si accavallarono e dopo pochi secondi era per terra. Rotolò, rotolò, rotolò finchè non si fermo su un cumulo di neve.
Era esausto.
Basta, il signor Gustavo dopo quella esperienza si cimentò nello sci di fondo!!
UN TESTO PEGGIO DELL’ALTRO
Vi racconterò una piccola storia su come io ho scitto il mio primo testo umoristico. Già qui mia sorella ha commentato:”Già inizia male!”.
-Ho iniziato a scrivere il primo testo, mi sono anche impegnata, alla fine del lavoro mi veniva da piangere: che pena.
-Al secondo testo ho cercato di raccontare qualche aneddoto divertente. Non l’avessi mai fatto, una noia…ronf, ronf
-Al terzo testo ho raccontato di mia madre che ha comprato un libro e poi lo ha lasciato in libreria. Certo, non poteva andare a chiedere se lo avessero trovato, non aveva voluto neppure il sacchetto.
Il massimo dell’espressività quando l’ho letto a mia madre è stato mettersi due dita in bocca!
-Questo è il quarto testo ragazzi, è il meglio che sono riucita a fare, se proprio no vi è piaciuto, vedrò di andare da un comico per imparare qualche cosa.
IL MIO RACCONTO UMORISTICO è:
IL REGALO DI NATALE NASCOSTO
Era da due mesi che mio cugini Simone chiedeva l’Iphone 4 che io e i miei genitori abbiamo deciso di regalarglielo.Mia zia però decise di fargli uno scherzo cioè di nascondergli il regalo ecco come ci siamo organizzati:
Abbiamo impacchettato il regalo e lo abbiamo nascosto bene bene sotto l’albero,poi abbiamo preso un cartone lo abbiamo riempito di carta velina e dentro ad esso abbiamo nascosto una scatola con un biglietto vai in cucina e troverai il regalo che tanto desideravi.
Al posto del regalo invece in cucina mettemmo una scatola grande quanto quella che conteneva I Phone 4 ma al suo posto mettemmo un telefono vecchio e dentro lo sportellino una foto del telefono con un biglietto con su scritto:
Ora basta scherzare vai sotto l’albero che trovi il tuo regalo.
Simone si è svegliato e la prima cosa che è andato a fare è quello di cercare il suo desiderato regalo,i suoi occhi luccicavano con il pacco in mano che gli diedi era tutto contento e in 5 minuti scartò il finto regalo e vide che era vuoto tutta la sua felicità
svanì in un baleno ma vide il biglietto con su scritto vai in cucina, e come un bufalo travolgendo tutti si buttò sotto le sedie a cercare il pacchetto e finalmente lo trovò,però dentro c’era un telefono vecchio lui arrabiato disse
:Ora basta voglio il mio regalo e mia zia tontolone guarda che il telefono si apre prova ad aprirlo e vide l’immagine del suo telefono con un foglietto che diceva:Ora basta scherzare il regalo è sotto l’albero .Lanciò in aria tutto e corse sotto l’albero facendoselo ribaltare addosso mio cugino era sotto l’abero però con il pacchetto in mano tutti scoppiarono a ridere e finalmente ebbe il suo regalo.Menomale che abbiamo fatto questo scherzo solo con un regalo se no avrebbe messo a soqquadro la casa.
Il mio racconto umorstico è:
UN CANE SPAVENTOSO
Durante le vacanze in montagna c’è stato un episodio abbastanza divertente.
Io, la mia famiglia, mio zio e suo figlio ci stavamo avviando in un bar dopo una giornata sulla neve quando a un certo punto….pum! E io caddi per terra.
Ero scivolata in avanti su una lastra di ghiaccio e avevo il ginocchio che mi faceva malissimo.
Mio papà e mio zio mi presero sotto l’ascella e mi aiutarono a camminare,invece mio cugino faceva il grande e se ne stava davanti ma all’improvviso un cane incominciò ad abbaiarci, era un labrador nero.
Abbaiava così forte che la proprietaria del cane uscì dal bar e ci disse che stava in quella maniera perché, essendo legato ad una sedia, non fissa voleva liberarsi e più si muoveva più la sedia faceva rumore e lui aveva paura.
Mio cugino si spaventò tantissimo e incominciò a correre e urlare: io, mio papà e mio zio vedendolo correre e urlare in questo modo incominciammo a ridere e lui si incavolò tantissimo,ma quando si rese conto dell’accaduto si mise a ridere pure lui.
Alla fine entrammo nel bar, a me misero del ghiaccio sul ginocchio ma mi faceva male ancora e infatti stavo piangendo ma l’accaduto mi risollevò il morale.
ahahahahahah sono troppo divrtenti!!!!!!!!!
ahahahah TROOOOOOOOOOOOOOOOOOOPPO divertenti!!!!!!!!! ahahah 😀