La 3G incontra un giornalista sportivo che lavora per l’agenzia Infront Sporta & Media!
E’ l’occasione per conoscere più da vicino il mestiere del giornalista, ma anche per capire come si fa a parlare di sport. A noi della radio potrebbe servire
Ve lo siete mai chiesto come fanno, ad esempio, i giornalisti a ricordarsi tutti i nomi dei calciatori in campo e a seguirli passo passo?
E ad avere le notizie che nessuno sa mai?
Scrivete qui le domande che vorreste porre e i vostri commenti (dopo l’incontro)
Quando guardavo i post partita con i giornalisti che intervistavano i giocatori, mi chiedevo come facevano a ricordarsi tutti i nomi e quasi tutte le azioni che facevano in campo per poi discuterne.
Grazie a questo incontro finalmente ho scoperto che riescono a ricordarsi tutto grazie alle caratteristiche uniche dei giocatori.
Questo incontro è stato interessante e anche istruttivo. (:
Ascoltando Paul, il giornalista sportivo, ho capito bene come si fa a fare quel mestiere, a riconoscere i giocatori in campo, ad avere delle informazioni in più e tant’ altro.. Mi ha colpito moltissimo il pezzo in cui ci spiegava come fa a distinguere i giocatori, c’è non avrei mai pensato che si arivasse al colore delle scarpe per trovarli, ma che ci fosse un po’ più lavoro dietro.
Nel complesso mi è piaciuto molto questo incontro, ringrazio Paul per averci dato queste utilissime informazioni per migliorarci nella radio !
Mi è piaciuto molto l’incontro con Paul perchè lui ere entusiasto spiritoso ci trascinato in tanti discorsi e domande facendo volare quei novanta minuti.
Una cosa molto affascinante è stata il fatto che tutti si erano presentati con domande su quale scuola superiore avesse frequentato e invece è saltato fuori il fatto che Paul era diventato un telecronista sportivo per caso.
Ci ha insegnato 2 cose fondamentali; qualsiasi cosa tu foglia fare devi studiare , e poi io capito che bisogna si programmarsi un futuro ma non seguirlo alla lettera perchè potrebbe succedere come a Paul che il destino ti riservi qualcosa.
Penso che l’incontro sia stato molto istruttivo perchè abbiamo imparato cose su un lavoro molto conosciuto da un punto di vista televisivo ma non da un punto di vista tecnico.
E’ stato molto interessante acoltare quello che Paul ci ha raccontato. Io non credevo che dietro una telecronaca ci fosse così tanto lavoro, lui ha addurittura detto che ci deve lavorare per una settimana intera. Credevo che bastasse commentare quello che succedeva in campo o comunque quello che succedeva durante la competizione.
Quando mi è arrivata la mappa concettuale degli schemi di calcio all’inizio ho visto solo un caos enorme ma poi analizzando parte per parte ho capito a grnadi linee come era fatto.
Paul ci ha anche detto che per fare una buona telecronaca bisogna sapere tutte delle squadre, dei giocatori, chi gareggia e chi no. Bisogna saper come si muove uno per distinguerlo dall’altro, vedere il colore della pelle, le scarpe per poter riconoscere il giocatore.
Io mi sono stupita perchè non credevo che bisognassi ricordarsi del colore delle scarpe ma che ci fosse qualche trucchetto, invece no. Lui ci ha risposto, quando glie lo abbiamo detto:
“La memoria umana è infinita!”, nel suo caso è proprio vero.
L’altro giorno è venuto a trovarci Paul, un giornalista sportivo scozzese.
Paul ci ha raccontato che il suo sogno di diventare giornalista è nato all’università.
Nelle sue spiegazioni e nelle risposte alle nostre domande è stato molto specifico e chiaro.
Quando ci ha fatto vedere lo schema che si fa lui delle formazioni delle due squadre, mi ha stupito, sono rimasta a bocca aperta perchè non capivo niente di quello che c’era scritto e di dove si trovavano i giocatori, se in attacco, difesa o centrocampo.
Lui per riconoscere in campo i giocatori usa come ha detto Fabiola dei “trucchi” guarda il colore delle scarpe, il colore dei capelli e se è alto o basso, lui non memorizza i numeri di maglia perchè dallo schermo che usa per guardare la partita non si riescono a vedere i numeri perchè troppo piccoli
Abbiamo incontrato un giornalista sportivo! Il suo nome è Paul ed è scozzese.
Ci ha raccontato che il suo sogno di diventare giornalista è nato all’università!
Si è dimostrato subito simpatico e disponibile a raccontarci del suo splendido lavoro.
Paul ha spiegato anche il suo lavoro in modo molto simpatico, facendo battute su i giocatori che intervistava , usando un linguaggio semplice ed adeguato per noi.
Ho imparato molte cose tra cui: Per prepararsi a fare la telecronaca di una partita serve una settimana di preparazione ed è un lavoro molto lungo.
La cosa che mi ha colpito molto è stata che lui usa dei trucchetti per riconoscere i giocatori in campo guarda il colore delle scarpe oppure guarda come si muovono i giocatori .
L’incontro è stato utile anche a migliorare le mie capacità della radio e imparare a fare domande specifiche così che gli intervistati possano rispondere bene e in modo aperto con dettagli .
Paul mi ha colpito con le sue parole. Sono state semplicemente fantastiche. Nel senso che è riuscito a spiegare con parole semplici emozioni che in realtà sono difficili da esporre. Un’altra cosa che mi ha colpito è per chi lavora. Lavora per la ESPN è una associazione inglese sportiva dove vengono trasmessi tutti gòi sport in inglese.
All’inizio io volevo fare questo lavoro ma grazie a Paul ho capito che non sono il tipo esatto.
Non sono il tipo di improvvisare per queste credo che non sia il mio lavoro.
Prof sono patissimo ho cambiato nome
Paul, si è rivelato un grandissimo giornalista, grazie alle sue risposte ed alle sue spiegazione molto mirate e precise, come dovrebbe fare un serio giornalista.
Tutti in classe pensavano che fare il giornalista sportivo potesse essere un lavoro facile e senza preparazione, ma in realtà si è verificato tutto il contrario perchè solo dal primo foglio che ci ha dato ci si doveva spaventare, per descrivere un partita infatti bisogna avere una miriade di informazioni su cui basarsi per poi esporle in modo concreto e diretto.
Paul si è dimostrato molto attento.
Una cosa che mi ha colpita è stata la sua meta ovvero tutti imparano l’inglese per andarsene da qui mentre lui e venuto qui.
Una cosa che sapevo già ma che mi sono fatta ridire perchè iportante è stata che non bisogna partire male perchè se no hai gia perso tutto il pubblico non bisogna incespicarsi ma arivare subito al dunque.
Per fare le interviste invece bisogna usare calma così la gente intervistata si sente più rilassata e coinvolta nel partecipare bisogna porre domanda alla risposta prima di cambiare argomento.
Oggi è venuto il giornalista di nome Paul,uno scozzese.
La prima impressione è stata che lui teneva molto al suo lavoro e che si impegnava a portarlo a termine.
L’impressione si è avverata.
Un’altra cosa che ho notato subito è stata la sua simpatia,simpatia può essere una cosa soggettiva ma quello che conidero io è che spiegava il suo lavoro non in modo serio come avrebbe potuto farlo a degli adulti ma in modo scherzoso per noi bambini,quindi riesce a capire la tonalità e il modo di spiegare in base al targhet che ha difronte.
Che cosa ho imparato,bè una cosa abbastanza logica e proprio per questo non la si rispetta è la preparazione.
Infatti Paul prima di andare in onda si preparava tutto il suo argomento partendo da tantissimi dati, statistiche per poi arrivare ad na mappa concettuale.
Una cosa ch non mi immaginavo,pensavo che ci fossero sistemi o trucchi è ricordarsi e capire i personaggi che compaiono sul monitor,come i calciatori non pensavo assolutamente che bisognava imparare tutto di lui ogni singolo movimento comportamento come si veste per cpie chi è.
nn vedo l’ora io da piccola volevo fare la giornalista, si mi è passato per la mente (me ne sono passate tante, di idee per la mente -.-‘) però mi interessava più fare le fotografie, delle notizie