Archivi per la categoria ‘Diritti’
La Commissione Europea ha predisposto un sito facilmente accessibile dedicato ai bambini e ai ragazzi per aiutarli a conoscere quali sono i loro diritti.
Ci sono informazioni, giochi e video.
Lo trovate a questo link (cliccate qui)
Vi propongo gli audio sui diritti realizzati da Margherita, Sara e Giorgia: detti e citazioni e un’intervista su cosa pensano loro di alcuni diritti.
Ascoltateli!
Se volete guardare la trasmissione di Dialogo TV a cui avete partecipato mercoledì mattina alla Triennale di Milano durante il laboratorio “Radioweb Diritti” andate qui.
Ci siete voi
Mercoledì siamo andati alla Triennale di Milano dove l’Università Bicocca, Facoltà di Scienze della Formazione, e il Museo della Triennale hanno organizzato una tre giorni sui Diriti dei Bambini.
Noi abbiamo partecipato ad un laboratorio e poi provato a fare radio anche dal Museo. Potete ascoltare i podcast, ma siamo andati in diretta, ospiti questa volta di Radio Melisandra.
Gli episodi che abbiamo registrato sono: I diritti sono uguali per tutti; Intervista a Giorgia ed Enrico;Intervista agli studenti.
Più tanti altri che vi presenteremo presto!
Per ascoltarli dovete andare sull’ultima icona a destra e selezionare.
Si è svolta martedì la marcia per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza promossa da Unicef e da Arciragazzi. Alcune classi della nostra scuola hanno partecipato mentre la redazione di Radio USB ha seguito l’iniziativa con una diretta.
Potete ascoltarla su Radio USB a questo link (Raga Radio)
Cosa ne pensate?
Postate qui le altre informazioni o link che trovate sui diritti. Sono ammesse anche le interviste…forza!
Art. 32. “Gli stati riconoscono il diritto del bambino di essere protetto contro lo sfruttamento economico e di non essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi o metta a repentaglio la sua educazione o la sua salute, il suo sviluppo fisico, mentale, morale o sociale.”
“Sono ancora troppi i bambini che in tutto il mondo lavorano, molti dei quali svolgono anche dei lavori nocivi e pericolosi. La maggior parte dei bambini lavoratori del mondo viene impiegato nel settore dell’agricoltura, e spesso quest’attività è svolta in seno alla famiglia, ma ce ne sono anche molti che sono costretti a lavorare per estinguere un debito (bonded labour), o che sono vittime di tratta e sfruttamento sessuale, inseriti nei circuiti della pedopornografia, o ancora impiegati per ingrossare le fila di eserciti di bambini soldato.
Sono concentrati principalmente nell’Africa subsahariana, nell’area dell’Asia Pacifico e nell’America Latina e Caraibica.
Ma anche in Italia esiste un esercito silenzioso di baby lavoratori, circa mezzo milione, che hanno meno di 15 anni e che sono appartengono alle fasce più vulnerabili, come ad esempio i minori stranieri (…)
In Italia, nonostante esista una difficoltà di fondo a monitorare il fenomeno, secondo alcuni studi esistono dei fattori di rischio che contribuiscono a far aumentare la probabilità che un minore si trovi precocemente inserito nel mondo del lavoro: si tratta di minori maschi, di nazionalità straniera, che vivono in una famiglia mono-genitoriale o in un nucleo familiare con più minori, e risiedono in un territorio con un alto tasso di disoccupazione. Inoltre molti appartengono a famiglie monoreddito o con un reddito inferiore al 50% della media nazionale. (…)
In Italia, però, se si confrontano le esperienze dei minori stranieri e di quelli italiani che lavorano, i primi il più delle volte, continuano ad andare a scuola, mentre per quelli italiani si nota una maggiore tendenza ad assentarsi da scuola a lungo o addirittura ad interrompere la frequenza.
Le esperienze di lavoro dei minori migranti nel nostro paese si realizzano prevalentemente all’interno del gruppo familiare, mentre al contrario, tra i minori italiani si registra la quota più alta di lavoro presso terzi. Esiste una forte diversità anche tra i luoghi di lavoro dei minori stranieri rispetto a quelli degli italiani: tra i primi, 1 su 3 lavora in strada come venditore ambulante o in alcuni casi svolgendo attività di accattonaggio, mentre i secondi dichiarano di lavorare prevalentemente in ambienti “più protetti” quali negozi, bar, ristoranti.
Una ricerca condotta a Roma ha portato alcuni dati
I ragazzi intervistati risultano principalmente impiegati nella ristorazione (pizzaiolo, barista, cameriera), edilizia (muratore), artigianato, ma anche attività illegali e di sfruttamento (borseggio, combattimenti clandestini), mendicità, prostituzione.
Nella maggior parte dei casi (40 su 62) i ragazzi e le ragazze risultano impegnati per 6-9 ore al giorno, ma in alcuni casi anche tra le 9 e le 12 ore o addirittura “senza limite” nel caso di attività come mendicità e prostituzione in cui viene stabilita una cifra giornaliera da dover raggiungere ad ogni costo, indipendentemente dalle ore necessarie per farlo.
Per quanto riguarda invece il rapporto tra età e tipo di lavoro, è significativo come i bambini più piccoli – cioè di 8, 11, 12 anni – siano prevalentemente coinvolti in mendicità e attività illegali. Per quanto riguarda infine la frequenza della scuola, in contemporanea con l’attività lavorativa, solo in 23 casi su 61 essa è attestata e soltanto 1 intervistato su 42 ha dichiarato di aver assolto all’obbligo scolastico mentre lavorava.
Fonte: Save the Children, 9/6/2010