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Oggi a scuola abbiamo visto un film sulle radio libere e su Giuseppe Impastato,  che dagli amici viene anche chiamato Peppino. Il film si chiama ” 100 passi ” e narra la storia di Giuseppe Impastato , un ragazzo del Paese di Cinisi, in Sicilia. La sua famiglia è mafiosa , tutti in quel paesino lo sanno e li conoscono. Suo zio Tano ne è il capo dopo aver ucciso l’atro zio di Peppino a lui molto caro, Luigi . Per ribellarsi contro la mafia che miete vittime ogni giorno crea una radio insieme ai suoi amici dal nome  ” Radio Aut”. Con questo atto decisivo Peppino ha dichiarato che voleva mettersi contro la famiglia. Dopo che la mafia uccise pure il padre di Peppino, lui venne fatto uccidere dai mafiosi di Tano facendolo esplodere su delle rotaie di un treno, facendo pensare al paese che si trattasse di un semplice suicidio. Il 9 maggio si ricorda la morte di Peppino Impastato , cdi Radio Aut e creatore di speranze.

1) Quale ruolo a giocato l’ambiennte nella storia ?

2) Che ralazioni ha Peppino nei confronti delle persone del paese ?

3) Per voi è stata giusta l’idea di creare una radio contro la mafia , e spiegate  perchè ?

Scritto da Giambyman

Nel video l’intervista al disegnatore del fumetto su Peppino Impastato in cui si racconta la sua vita: “Peppino Impastato – Un giullare contro la mafia”

Perché disegnare un fumetto su una storia così particolare e tragica? Uno degli autori, Lelio Bonaccorsi, racconta come hanno costruito il libro e con quale obiettivo. Un altro linguaggio, un altro modo per denunciare la mafia.

Il 25 marzo 1970 e’ una data che segna un punto di non ritorno nella storia della comunicazione italiana: in quel giorno intorno alle 19.00 circa, per la prima volta, il segnale radiofonico di “Radio Libera Partinico” rompe il monopolio di stato sulle trasmissioni via etere con un forte messaggio di denuncia del potere mafioso e clientelare che aveva attinto a piene mani dai soldi destinati alla ricostruzione della valle del Belice dopo il terremoto del 1968.

Fonte: testo tratto da www. radiomarconi.com

Radio Kreattiva è una web radio antimafia. E’ un progetto ideato dall’Associazione Culturale Kreattiva nel 2005 per avviare un percorso di contrasto sociale a tutte le forme   di mafiosità diffuse sul territorio della città di Bari. Iniziando con 2 casse, un computer e un microfono al quale si alternavano i primi speaker, oggi Radio Kreattiva è un’emittente radiofonica sul web libera e plurale, gestita interamente dagli studenti delle scuole baresi.

Le loro trasmissioni parlano del fenomeno mafioso dal basso e che provano sulla loro pelle: ecomafia, liminalità mafiosa, comportamenti devianti, abusi.

Attraverso i loro microfoni offrono agli studenti e alla società civile barese la possibilità di confrontarsi, ascoltarsi, esprimersi e soprattutto proporsi, uscendo dalle logiche che vedono i più piccoli  come delle personalità sociali marginali. Fanno tutto ciò attraverso un modo alternativo: la radio parla, grida, crea, improvvisa e si rivolge a tutta la cittadinanza con l’obiettivo di mostrare come sia possibile essere protagonisti del percorso di contrasto sociale dell’illegalità anche con mezzi e modalità creative.

Secondo me è questo che le radio dovrebbero fare. Voi cosa ne pensate?

Se dovesse seguire il loro esempio di che problema parlereste?

Le informazioni che sono in questo articolo sono state prese dal sito ufficiale di radio Kreattiva.

Radio Aut nasce ne ’77, grazie a Peppino Impastato perché riteneva che lo strumento radiofonico fosse molto importante per la lotta politica, ma anche per far sentire la sua voce e  la sua opinione.

Il suo desiderio era quello di costruire un “giornale radiodiffuso” a cui affiancare una grande varietà di tematiche: dalla condizione giovanile alla difficoltà di rapporti all’interno della famiglia, dallo stato di salute del territorio e dell’ambiente alla disoccupazione e al mercato del lavoro, dall’energia nucleare alle energie “dolci” alternative, dal sistema di potere democristiano al rapporto tra mafia e istituzioni.

In pochi giorni Peppino riuscì a procurarsi tutta l’attrezzatura necessaria,  anche se già usata e non proprio in buone condizioni e alla fine dell’Aprile del ’77 cominciarono le prime prove di trasmissione fino all’1 Maggio quando cominciarono ad andare in onda  due volte al giorno.

Non si trasmettevano soltanto  due notiziari, ma il palinsesto iniziale, anche se non era molto ricco e vario  comprendeva anche trasmissioni di musica classica, di musica rock e pop di ottima qualità, servizi speciali sui temi più scottanti di attualità e si mandavano in onda, anche se non giornalmente, delle rassegne-stampa sugli eventi di maggior risalto, nazionali e internazionali, sui quali si proponevano commenti e approfondimenti di buona fattura.

Il motore di questo lavoro di gruppo era la volontà e la determinazione di contrastare e ridimensionare lo strapotere dell’informazione di regime, producendo controinformazione costruita dal basso e nel modo più libero e indipendente, in piena autogestione e autofinanziamento, rifiutando di fare pubblicità e rifiutando qualunque tipo di compromesso, anche commerciale.

Tantissimi erano quelli che ascoltavano, quasi quotidianamente, ma non avevano il coraggio di dirlo pubblicamente, perché  quasi tutti dicevano o pensavano che Peppino fosse pazzo.

Radio Aut  con l’uccisione di Peppino (tra l’8 e il 9 maggio del 1978)  perse molto della sua organizzazione ed efficacia, sia per l’attività radiofonica che per l’impatto all’esterno.

La sua uccisione ha sicuramente spezzato un processo di maturazione e di responsabilizzazione che non è stato più possibile riprendere dopo, perché, anche se la radio continuò a vivere per altri due anni; rimase in piedi solo la dimensione radiofonica e quella della denuncia, senza che questa si trasformasse in dimensione dell’intervento politico.

Voi, cosa ne pensate? Trovate sia giusto quello che ha fatto Peppino?

Ascoltate una celebre trasmissione di Radio AUT in cui si parla di Mafiopoli e di Tano Seduto!

Per saperne di più su Peppino Impastato andate a questo link

Articolo scritto da Gigia (con piccoli ritocchi della prof)

Le Radio libere sono nate durante la metà degli anni ’60, dove nei giovani stavano montando in tutta Europa una voglia di radio, intesa come sorgente di intrattenimento, musica…

Nascono in particolare negli Stati Uniti e Gran Bretagna attraverso radio pirata come Radio Caroline e Radio Veronica.

In Italia, invece, la Rai faceva trasmissioni come Bandiera Gialla e per i giovani: Alto gradimento, Hit-Parade, Supersonic… ma c’erano anche due radio straniere che trasmettevano in lingua italiana: Radio Montecarlo  e Radio Capodistia.

Una grande differenza tra le radio libere e quelle tradizionali era che le libere potevano permettersi la comunicazione bidirezionale attraverso la sinergia con il telefono, questo metodo viene spesso usato ora,  quando le persone chiamano per dedicare qualcosa a qualcuno o per rispondere alle domande per vincere un premio.

All’inizio degli anni ’70 si crearono le condizioni per la radiofonia privata

nei principali paesi europei, con l’Italia in prima fila per numero di emittenti e numero di ascoltatori .

Le radio servivano anche, per far emergere la voce operaia e giovanile, che la utilizzarono per far cadere numerosi governi, ma anche per poter far crescere la libertà individuale e il desiderio di poter scegliere in autonomia le fonti di informazione.

In pochi anni, tutte le frequenze disponibili, almeno nelle grandi città, vennero occupate da decine di radio libere.

Per coprire le ventiquattrore naturalmente la musica era fondamentale e quindi venivano utilizzati vari generi e stili.

Nel 1976 aprire una radio in Italia era una operazione al limite della legalità, anche se, assai frequente e destinata ad espandersi ulteriormente. stili di musica.

Nessuna radio libera si sognava di versare diritti, anche perché in generale erano autofinanziate e chi vi lavorava, non solo lavorava gratuitamente, ma contribuiva anche ai costi fissi della radio.

A 30 anni di distanza, nessuno pensa più alle radio come radio libere, ma solo come radio commerciali, che hanno livellato lo standard verso i gusti musicali più comuni, smettendo di fare sperimentazioni.

E voi, lo sapevate?

Cosa ne pensate delle radio libere?

Ciao da Gigia!!! 😀 😀

Il 25 aprile 1945 Sandro Pertini (poi presidente della Repubblica) parla alla radio. Siamo a Milano, città appena liberata dalla forze della Resistenza.