Il campeggio che voglio descrivere e un campeggio di notte, una notte buia, ululati che rimbalzavano da qualunque parte…Intorno a un falò, tutti i campeggiatori si erano riuniti per avere una fonte di luce, l’ unica luce che illumina nell’oscurità. Per ammazzare il tempo, i campeggiatori si raccontano storie e leggende di quel campeggio, ma nessuno sa la verità…A un certo punto, un campeggiatore indiano dai capelli neri e con una divisa scarlatta con scarponi da montagna, narra una leggenda di un antico mostro dal corpo grande come una dozzina di uomini, le mani piccole come quelle di un bambino di tre anni, la testa grande come una scuola, con le braccia larghe come una quercia e vestito da pagliaccio. Si narra che dorma per tremila anni e che poi la fame lo risvegli e lo conduca a sfamarsi. Lo chiamano Jacob il terribile. Quella sera si sentivano rumori misteriosi e si vedevano sagome barcollare nell’oscurità totale. Molti erano terrorizzati all’idea che fossero passati tremila anni dall’ultima volta che Jacob il terribile si era profondamente addormentato. I rumori che provenivano dalla vegetazione intorno erano i brusii dei grilli -krikri- e la profonda voce dei gufi -uh uh- oltre al cantare inquietante dei corvi che si nascondevano al pensiero del mostro.
Raccontando le storia di Jacob il terribile, il campeggiatore indiano, al solo pronunciare alla fine della leggenda il nome del mostro tanto temuto, si paralizzò. La musica terrorizzante degli uccelli e gli altri versi degli animali si spensero d’un tratto tutti insieme, e le persone , a un certo punto tremando e guardandosi in torno sempre più impauriti, videro una sagoma nera, spaventosa, ripugnante a livelli massimi, dietro il narratore. I campeggiatori strillarono, se la diedero a gambe, cercarono un posto sicuro per nascondersi.
Il mostro avanzava e avanzava; Jacob il terribile aveva l’aria impaziente di fare un po’ di confusione di qua e di là e voleva approfittare per farsi uno spuntino notturno. Tirava le persone dall’altra parte del bosco , con le manine buttava giù per la grande bocca qualcuno, intanto che si vuotava l’immenso prato.
Dopo un po’ Jacob il terribile fece uno sbadiglio così lungo e forte che a momenti si staccavano gli olmi sparsi nei dintorni. Barcollando di qua e di là, sparì nel buio della tenebrosa notte e solo dopo che le acque furono più o meno calme, ci si accorse che molte persone erano assenti. Da quella notte il campeggio venne chiuso per sempre per ulteriori indagini, ma niente e nessuno potrà togliere dalla mente di quei campeggiatori quello che era realmente accaduto. Il mostro però non venne più trovato e quando nemmeno ce lo aspetteremo, lui.. tornerà!
Carlotta