Archivi categoria: Palestra di memoria

Ode al giorno felice – Neruda

Già che stiamo lavorando sulla poesia, il nostro ultimo testo dell’anno per la Palestra di memoria è tratto dall’Ode al giorno felice di Pablo Neruda. La poesia è più lunga ma noi ci fermiamo alle prime due strofe. Esistono molte traduzioni della poesia per cui non stupitevi se ne troverete delle altre.

TESTO N.13 (31 maggio 2017) Questa volta lasciatemi
esser felice.
Non è successo nulla a nessuno,
non sono in alcuna parte,
accade solamente
che son felice
in tutte le parti
del cuore, camminando,
dormendo o scrivendo.

Che ci posso fare, sono
felice,
sono più innumerevole
dell’erba
nelle praterie,
sento la pelle come un albero rugoso,
e sotto l’acqua,
sopra gli uccelli,
il mare come un anello
alla mia cintura,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.

Tratto da: Pablo Neruda, “Ode al giorno felice”.

Qui una versione in spagnolo, lingua madre del poeta nato e vissuto in Cile.

ODA AL DÍA FELIZ

ESTA vez dejadme
ser feliz,
nada ha pasado a nadie,
no estoy en parte alguna,
sucede solamente
que soy feliz
por los cuatro costados
del corazón, andando,
durmiendo o escribiendo.
Qué voy a hacerle, soy
feliz.
Soy más innumerable
que el pasto
en las praderas,
siento la piel como un árbol rugoso
y el agua abajo,
los pájaros arriba,
el mar como un anillo
en mi cintura,
hecha de pan y piedra la tierra
el aire canta como una guitarra.

L’ultimo elfo: imparare a sognare

Imparare-nuove-parole-in-modo-rapido TESTO N.10 (9 gennaio 2017)

Nonna aveva ragione. Se sogni abbastanza forte, abbastanza a lungo, se la fede ti riempie, la tua speranza si avvera.

Di nuovo la testa dell’elfo si riempì del sogno di un fuoco che lo scaldava. L’odore del fumo caldo gli riempì la mente al punto da riscaldarlo per qualche secondo. (…) ma…

Si era confuso. Non era un sogno.C’erano davvero il caldo del fumo e il profumo del fuoco di pigne. (…) Si era avvicinato a un fuoco di uomini.

Testo adattato da S. De Mari, L’ultimo elfo.

 

Il relitto

TESTO N.9 (14 novembre)Imparare-nuove-parole-in-modo-rapido

Be’, nel pieno della notte, in mezzo alla tempesta, con quell’aria di mistero, mi sentivo come si sarebbe sentito qualunque altro ragazzo a vedere quel relitto triste e abbandonato nel fiume. Volevo salire a bordo e curiosare un po’ per vedere che cosa c’era rimasto. All’inizio Jim non ne voleva sapere. “Io a fare lo scemo sui relitti non ci vado. Ora ci va tutto abbastanza bene, e allora perché andiamo a complicarci la vita? Magari c’è uno a fare la guardia su questo relitto”.

M. Twain, Le avventure di Huckleberry Finn

Robinson e Venerdì

Il brano per la nostra “Palestra di memoria” è tratto dal cap XV del romanzo che stiamo leggendo: Venerdì o la vita selvaggia. In particolare si riferisce all’incontro con il nuovo personaggio sbarcato sull’isola di Robinson.

TESTO N.8 (27 ottobre)Imparare-nuove-parole-in-modo-rapido

Per molto tempo Robinson si era chiesto come avrebbe chiamato l’indiano. Non voleva dargli un nome cristiano finchè non fosse stato battezzato. Decise finalmente di dargli il nome del giorno in cui l’aveva trovato. E fu così che il secondo abitante dell’isola si chiamò Venerdì. (…) Robinson era molto contento di avere finalmente qualcuno da far lavorare e da civilizzare.

M. Tournier, Venerdì o la vita selvaggia (cap 15)

 

I tre moschettieri e D’Artagnan

Il nostro secondo brano di quest’anno scolastico è tratto dal celebre romanzo “I tre moschettieri“, scritto da Alexandre Dumas, autore francese vissuto nel 1800. Il giovane D’Artagnan decide di unirsi ai tre moschettieri, Athos, Portos e Aramis, per proteggere insieme a loro il re Luigi XIII dai suoi nemici e dagli attacchi del cardinale Richielieu. Il romanzo appartiene al genere avventura come del resto ben lo fanno capire i protagonisti e le numerose vicende che devono affrontare.Imparare-nuove-parole-in-modo-rapido

TESTO N.7 (12 ottobre)

D’Artagnan ancora con la spada in mano aveva seguito gli avvenimenti. Era sorpreso, ma lucido. Capì che doveva prendere una decisione, forse la più importante della sua vita: scegliere fra il re e il cardinale. Battersi con i moschettieri significava disobbedire alla legge, farsi nemico un uomo più potente del re, rischiare la testa… D’Artagnan decise subito, d’impulso.
“Signori, avete detto che siete in tre”, disse rivolto ai tre moschettieri, “Ma mi sembra che siamo in quattro”.

Potete scaricare il testo anche qui: D’Artagnan.

Il giro del mondo in 80 giorni

Il giro del mondo in 80 giorni, romanzo celebre di Jules Verne che avete letto durante le vacanze estive, è il primo libro da cui “rubiamo” qualche paragrafo per la nostra “Palestra di memoria” di questo nuovo anno.

Come sempre leggete e provate a memorizzare. Dopo qualche tentativo ce la farete….e potrete partecipare alla sfida in classe!!! 🙂

Ecco qui il testo da scaricare.

 

La pomata svanillina

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 TESTO N.5 (16 maggio)

Quel sabato in particolare, Peter si era messo a raspare in fondo al cassetto. Era a caccia di un gancio ma sapeva bene di avere poche speranze. La mano gli si chiuse intorno a una piccola molla sporca di grasso che era appartenuta a un paio di forbici da giardinaggio. La lasciò andare. (…) Che razza di famiglia, pensò Peter ficcando la mano proprio in fondo al cassetto. Perché non possiamo essere anche noi come gli altri, con le pile dove servono, i giocattoli che funzionano, i puzzle e i  mazzi di carte completi e tutto il resto rimesso a posto dopo l’uso? La mano incontrò qualcosa di freddo e liscio. (…) Sull’ etichetta di carta era scritto “Pomata Svanillina”

McEwan, L’inventore di sogni

“Il libro selvaggio”…

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TESTO N. 3 (20 Aprile 2016)

Dialogo tra lo zio Tito e Juan nella biblioteca di casa.

“Ci sono due modi  perché un libro arrivi fino a te: quello normale e quello segreto. Quello normale è che te lo compri, te lo prestano o te lo regalano. Quello segreto è molto più importante: in questo caso è il libro che sceglie il suo lettore. A volte i due modi si confondono. Credi di essere tu ad aver deciso di comprare un libro, ma in realtà è lui che si è messo lì perché lo vedessi e te ne sentissi attratto. I libri non vogliono essere letti da chiunque, vogliono essere letti dalle persone migliori, per questo si cercano da soli i lettori. Andiamo a prendere un po’ d’aria fresca”

  1. Villoro, Il libro selvaggio, pag 42

Sono “normale”: “Wonder”

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TESTO N.2 (4 aprile)

Normale

So di non essere un normale ragazzino di dieci anni. Sì, insomma, faccio cose normali, naturalmente. Mangio il gelato. Vado in bicicletta. Gioco a palla. Ho l’Xbox. E cose come queste fanno di me una persona normale. Suppongo. E io mi sento normale. Voglio dire dentro.

Ma so anche che i ragazzini normali non fanno scappare via gli altri ragazzini normali fra urla e strepiti ai giardini. E so che la gente non li fissa a bocca aperta ovunque vadano.

(…) Sono arrivato a questa conclusione: l’unica ragione per cui non sono normale è perché nessuno mi considera normale.

  1. Palacio, Wonder