Non sapevo cosa aspettarmi, ma aprii la porta e l’odore acre di chiuso mi colpì, gli occhi cercarono con fatica di adattarsi all’oscurità…

 

Continuate voi il racconto horror, concentrandovi sui dettagli dell’ambiente, dell’atmosfera, sui rumori, le luci e sulle emozioni e i pensieri che sono suscitati dall’atmosfera.

10 Commenti a “Una porta sull’horror…”

  • Nicolo Sibillino scrive:

    L’oscurità mi fece venire un brivido gelato,non si vedeva niente…buio assoluto,decisi di usare gli altri sensi;anche se ero spaventato a morte;toccando sia con le mani sia con i piedi capii che era un corridoio stretto e lungo,e che andando sempre più avanti si trovavano dei gradini che ti portavano sempre più giù……..arrivato giù trovai un muro difronte a me ;ma capii che c’erano altri due corridoi,uno a destra…e uno a sinistra…..non sapevo se scegliere come la mia religione (cristiana) di andare a destra come Gesù che stava sempre alla destra del padre o,di andare a sinistra come il luogo dove si trova il cuore, che mi batteva fortissimo. Ci misi un po’ a decidere, ma non so perché decisi di andare a destra; e di seguire la mia religione…….Andando avanti, sentii due voci simili a quella di Gesù e quella del diavolo……il cuore batteva cosi forte che sembrava che volesse rompermi il petto…..il diavolo mi diceva :”Vieni pure avanti non preoccuparti fidati…..” io non rispondetti :”Non ascoltarlo,è malvagio!” ribatté Gesù…io ero confuso ma ad un’ un tratto il diavolo disse :”Segui la mia voce e ti porterò in un posto pieno d’oro e ti rifarò vedere la luce” io confuso seguii la sua voce e ad un’ un tratto mi ritrovai sospeso nell’oscurità col diavolo che rideva e diceva:”Ci sei cascato pure tu, ADDIO……”…..

    :-) wow. Bravoo! Stai attento a un’ e un: quando ci vuole l’apostrofo e quando no? Ricxorda la lettera maiuscola dopo le ” all’inizio del discorso diretto

  • Alice<3Michael scrive:

    Entrai con molto timore e proseguì proseguii il percorso oscuro , quando a un certo punto si chiuse di botto la porticina da cui ero entrata. a A quel punto terrorizzata presi il mio cellulare dalla tasca , per farmi luce e vidi qualcosa di grande e grosso venire verso di me , si avvicinava sempre di più , sempre di più fin quando non capì capii che era un grande lupo grigio con la bava sulla bocca , occhi rossi cosìcche lanciai un grido di terrore : “AAAAAAAAAAAAAHHHHHH”; e scappai verso la porticina con il lupo affamato alle calcagna . Arrivata alla porta l’aprì aprii e la richiusi immediatamente a chiave . Corsi in cucina e iniziai a piangere con il singhiozzo per tranquilizzarmi .

    Un po’ breve… fai attenzione alla prima persona del passato remoto che vuole doppia i e non la ì

  • Francesca scrive:

    Non sapevo cosa aspettarmi, ma aprii la porta e l’odore acre di chiuso mi colpì, gli occhi cercarono con fatica di adattarsi all’oscurità…
    La mia testa continuava a pensare a domande come: ” perché sono entrata ?”
    Poi ad un tratto sentii delle specie di zampette sulle mie gambe, presi velocemente il mio cellulare per fare luce e vidi che era un topo! Urlai…
    Subito dopo andai avanti, il mio cellulare si spense perché si era scaricato e quindi non avevo più luce, continuai a camminare e mi mancava il respiro sia per la paura sia per l’odore forte che sentivo, all’improvviso vidi in lontananza delle luci e sentii delle voci…
    Arrivai in una grotta dove vidi due candele che si stavano per spegnere e tra di esse si trovava un cadavere… le voci erano sempre più forti e la mia spalla venne toccata da una mano di solo ossa, scappai…e caddi in una pozzanghera di fango.
    Improvvisamente vidi un mostro con tre occhi che mi lasciava dei sassi in faccia, io mi girai e mi rigirai e mi svegliai… a quel punto capii che si trattava tutto di un sogno!!
    Era un incubo!!

  • Arianna scrive:

    Prof mi scusi io mi ero dimenticata del titolo… allora ne ho fatto uno sempre horror ma con un inizio diverso e più lungo degli altri…
    ero una ragazza come tutte con una bella vita, ma in questa vita c’era una cosa che non andava…odiavo i miei genitori ma non sapevo il motivo di questo odio…
    Ma un bel giorno mi incolparono di aver avvelenato il mio caro canarino Roger, ma io gli avevo cambiato l’acqua come tutti i giorni, soltanto che … Ci ho aggiunto dell’acido solforico pensando diventasse acqua gassata.
    Ognuno fa piccoli errori. Io non mi sentivo in colpa , quindi decisi di dargli anche a loro una colpa, la colpa di essere i miei genitori… Adottivi.
    Decisi di scappare di casa, portandomi solo un taglierino svizzero e una mela,
    Andai alla ricerca dei miei genitori camminai allungo, chiesi in giro se sapevano qualcosa, infine scoprendo che mio padre diventò prete, dagli stessi informatori seppi anche di mia madre che diventò una satanista…
    Chissà il motivo del quel convertimento,non ci misi molto a trovarla.
    Mia madre era diventata una vera e propria satanista per il semplice fatto che mio padre la abbandono per diventare prete perciò mia madre per sfogarsi per questo abbandono andò contro mio padre e si converti al satanismo.
    Decisi di andare da mia madre, non abitava molto lontano da dove fossi io, mi accolse stranamente in casa sua.
    Mi diede una stanza di casa sua e ogni notte,mi dovevo chiudere in stanza per paura di essere usata come vittima dei suoi riti satanici.
    Un giorno lei, uscì di casa per comprare delle cose… e io approfittai per andare in soffitta, vidi molti libri che parlavano del diavolo.
    Quando tornò mia madre, lei salì in soffitta e io mi nascosi, la vidi fare qualcosa di anomalo con un libro, diceva cose spaventose!
    dopo una decina di minuti finì e se ne andò, per fortuna non si accorse di me.
    la mia curiosità mi spinse a leggere quel libro, non solo ora ma sempre, cominciai a studiare i libri e formule, tutto questo quando mia madre non c’era. Incominciai a fare riti sacrificando animali, e un giorno mentre ne stavo facendo uno mia madre mi scoprì e non disse nulla solo che non voleva che io praticassi quella religione.
    Per il mio bene chiamò i servizi sociali, subito prima che arrivassero nascose tutte le sue cose sataniche.
    Quando arrivarono mi portarono via, ma io dissi invana che anche lei faceva le stesse cose.
    mi diedero della pazza, io essendo bambina mi misero in un collegio, io felicemente non smisi di praticare il satanismo, finchè non arrivarono i miei diciotto anni ove mi portarono in un manicomio.
    Passati trent’anni, io ero ancora lì dentro … ero sorvegliata 24 h su 24 da un infermiera e uno psicologo che mi seguiva.
    Io stanca del manicomio un giorno decisi di finirla quì, mi inficcai la penta dell’infermiera negli occhi tutto il sangue colava sulla camicia di forza… da quel giorno la mio fantasma girava nei covi satanici per cercare mia madre per possederli l’anima….

  • RAKXALE scrive:

    Non sapevo cosa aspettarmi ma aprì la porta e l’odore acre di chiuso mi colpì, gli occhi cercavano con fatica di adattarsi all’oscurita.
    Dopo qualche minuto gli occhi si adattarono e la mia stanza però agli angoli c’erano delle ragnatele con tarantole sopra, continuai a camminare e trovai crani, cadaveri e parti del corpo sparse in giro per la casa.
    Uscì di casa per il disgusto e intanto mi presi una “boccata d’aria” ma un odore puzzolente e secco “inquinò” l’ambiente e intanto l’aria sembrava che qualcuno avesse ucciso una puzzola vecchia già da tanti giorni.
    Cominciai a sentire delle voci che dicevano <> e si avvicinarono sempre di più,mi girai di colpo e vidi zombie ripugnanti che perdevano pezzi del corpo ogni quattro passi che facevano e persone a me care senza gambe.
    Corsi come un pazzo scatenato e se avessi una crisi epilettica, non so quanto avrò corso ma almeno mezzo chilometro, sbatti contro una parete aprii gli occhi e mi ritrovai a casa mia.
    (Le esse in più non sono errori le ho messe apposta.)

  • rubik scrive:

    Avevamo da poco affittato una casetta in trentino e volevo vedere come era quella specie di villetta che da fuori sembrava accogliente mi addentrai nella grande casa affittata per le vacanze. La casa era magnifica era a due piani e aveva due bagni una conquista per me e cosa più bella io dormivo con mio fratello in una specie di soffitta e vicino al mio letto avevo una finestra cosi potevo guardare fuori quando mi annoiavo. Un giorno che la mia mamma non c’era perché era andata prendere da mangiare mio fratello la aveva seguita e mio padre dormiva mentre io addestravo il gatto a salire e scendere le scale con me intravidi per la prima volta una porticina non più alta di 1,20 m chissà nel primo giro di perlustrazione non ero stato attento mi venne la curiosità di vedere cosa c’era dentro. Allora appoggiai l’occhio destro sulla toppa della serratura della porta per vedere dentro, ma ahimè la luce era spenta e non potevo vedere niente di niente. Mi decisi, andai in salotto, dove mia madre aveva sbadatamente lasciato le chiavi di casa sul tavolo mi chiesi come avrebbe fatto ha rientrare, gli occhi mi brillarono, come una gazza ladra mi avvicinai e le presi velocemente e senza fare nessun rumore. Intanto però avevo una fame tremenda era il caso di dire non ci vedo più dalla fame. Con un sorriso da birbone salii le scale infilai nella toppa la chiave la girai e … la porta si aprii cigolando come una gatto squartato mi addentrai ma le ma avevo gambe molli per la fame e dalla stanza uscii un odore acre di chiuso e quindi svenni quando rinvenni mi trovai in una stanzina con una porticina che lasciava entrare una luce fioca al cospetto di madama rospa una rospa grande quanto piena di muco che sembrava come una specie di regina perché dava ordini a bacchetta e urlo “ammazzatelo lui a profanato il nostro villaggio
    sacro ” , chiesi pietà ma la donna anzi rospa era irremovibile allora mi iniziai a dimenarmi per liberarmi ma un momento dopo arrivarono tre rospi viscidi e alti come me agili e molto forti braccia che mi afferrarono mi bloccarono nella loro morsa d’ acciaio a cui era impossibile scappare e un quarto con l’ ascia fu l’ ultima cosa che avevo visto un bagliore accecante poi la mia testa non era più attaccata al mio collo dalla mia carcassa usciva tutto il mio sangue rosso che macchiò le rane in modo permanente in modo che le potessi tormentare per sempre .Mi ritrovai nello stesso posto in cui ero svenuto mi toccai il collo per vedere se era ancora lì al suo posto Mi convinsi che era stato un sogno chiusi la porta ben bene rimisi le chiavi al loro posto e cercai un pezzo di pane per far stare zitto un po’ il stomaco .
    Con il pane in bocca il pane in bocca tornai su per vedere se era veramente chiusi e sentii un gracidio e mi spaventai. Solo dopo mi ero ricordato che mamma ha la stessa suoneria e sbadata come è oltre le chiavi si era dimenticata anche il telefono. Un suono di campanello mi ravvivò mia madre era tornata con il cibo. Da quel giorno odiai le rane con tutto me stesso.

  • Vittory01 scrive:

    La mia paura più grande.

    Era un giorno triste perchè io avevo la febbre e dovevo stare tutto il giorno a letto! Non lo sopportavo. Era mattina presto (con la febbre mi sveglio sempre presto) io mi alzai dal letto, uscii dalla mia stanza e scesi le scale andando in cucina. Cominciai a fare una leggera colazione perchè se mangiavo troppo rischiavo di vomitare e non potevo perchè mia mamma era fuori e se io avessi vomitato chi avrebbe pulito? Mangiavo tranquilla un po’ di cereali e uno mi cadde a terra. Mi chinai per raccoglierlo e notai, dietro al tavolo, una piccola porticina, io curiosa andai a cercare le chiavi per la casa e le trovai subito appoggiate su un mobile alto. Io non ci misi molto a prenderle, misi una sedia sotto ed è fatta. Presi le chiavi. Girai la chiave solo due volte e si aprì. Non sapevo cosa aspettarmi, ma aprii la porta e l’odore acre di chiuso mi colpì, gli occhi cercavano con fatica di adattarsi all’oscurità. Quello strano corridoio, però, non era molto lungo infatti trovai subito la macabra uscita. Era una strana stanza, in realtà non moltissimo ma……non so, c’era qualcosa che non mi piaceva. Poi altre tutto c’era anche uno strano odore, quasi un odore……di……. OSPEDALE……non era possibile, come ero potuto arrivare fino ad uno ospedale, l’unico ospedale più vicino era a circa 10 km da qui! Quel tunnel non era così lungo, me lo ricordo bene.
    Mi alzai da terra e notai subito che c’erano delle mal ridotte sedie, alcune non avevano lo schienale. Io però ad un tratto mi sentii debole per la febbre e mi sedetti su una di quelle mal ridotte e puzzolenti sedie. Non riuscivo a fare altro, quella febbre mi stava distruggendo. Però non potevo fermarmi, ero troppo curiosa di scoprire cos’era quel posto. Era completamente deserto, non c’era neanche nessuna voce o rumore, era tutto completamente silenzioso, per questo io dovetti camminare molto lentamente per non farmi sentire. Ma qualcuno probabilmente mi aveva sentito e mi disse:” Dai, su, vieni Coraline, è da tanto che ti aspetto!!”. Io girai l’angolo e vidi un uomo girato, alto, con unghie appuntite e nere, con un lungo grembiule bianco che però aveva qualche macchia rossa…. si, era proprio sangue!! Si girò verso di me e mi guardò con un sorriso maligno. Da quel sorriso notai subito i suoi denti gialli e tutti frantumati, occhi satanici e anche un po’ rossi. In mano aveva una siringa da dentista, un trapano da dentista e altri oggetti dentistici. Ecco la mia paura più grande….il DENTISTAAA…..aiutooooo….cercai di scappare ma qualcosa al piede mi aveva catturata, non ci potevo credere! Era una robusta e arrugginita catena!! Mi dimenai ma non servì a nulla e……quell’uomo mi fece diventare…..proprio come era lui. Io dopo quella specie di operazione non me ne andai più da quel mondo ma mi presero per pazza….anzi a dir la verità ero diventato davvero pazza!!!!
    Vitto <3

  • Alessia scrive:

    L’ANGELO FASULLO
    Non sapevo cosa aspettarmi ma aprii la porta e l’odore acre di chiuso mi colpì,gli occhi cercavano con fatica di adattarsi all’oscurità.
    Arrivai in un corridoio nero e buio,lungo più o meno venti metri! Dopo tre minuti per oltrepassare il corridoio,una luce bianca mi abbagliò , ero spaesato.Nella stanza c’era solo una sedia, bianca come le pareti,e su questa una bambina più o meno di otto anni,era vestita con stracci giallastri bucati,aveva la pelle pallida,bianca,piena di lividi violacei,capelli neri lunghi fino alle ginocchia.Aveva denti mal ridotti,verdi con tracce di rosso…Probabilmente sangue.
    Si girò verso di me e d’impulso aprì gli occhi, erano completamente neri, era priva di ciglia e sopracciglia; Nella stanza non era presente neanche una finestra,ecco cos’era quell’odoraccio. La bambina iniziò a camminare verso la mia direzione e io in preda al panico setacciai velocemente con gli occhi ogni angolo della stanza;Vidi una porta nascosta e di corsa ne varcai la soglia.C’era un’altra stanza,anche questa del tutto bianca con una sedia, ma in questa stanza c’era anche un portone nero slavato.Nella stanza c’era un ragazzo uguale alla femmina di prima ma pelato.D’un tratto si girò verso di me e iniziò a correre, allora io varcai anche l’altro portone.Mi ritrovai in un altra stanza, cercai di non farmi sentire e mi presi qualche secondo per riprendere fiato,avevo il cuore a mille,batteva così forte che avevo paura che potesse esplodere.C’era una bella ragazzina,capelli rossi lunghi e in testa un cerchietto rosso ,ben vestita.
    Non parlava allora mi chinai io verso di lei e le dissi :”Hei tu, chi sei?”…Non rispose allora mi avvicinai ancor di più a lei… Mi azzannò con i suoi terribili denti seghettati e con le sue unghie adunche scavò nel mio petto e mi strappò via il cuore, usciva sangue dalla mia bocca e dal mio naso,non riuscivo a respirare; Cercavo in qualche maniera di muovermi ma non ci riuscivo, sentii un forte dolore al petto… Sono morto.

  • Glo01 scrive:

    Le scale maledette

    Non sapevo cosa aspettarmi ,ma aprii la porta e sotto i miei piedi c’era qualcosa molto appicicoso però non fu quello a tirarmi indietro .
    Sopra la mia testa c’era una lampada a lead che andava e veniva.
    Così guardai avanti e c’era una ramapa di scale che sembrava non avesse fine.
    Iniziai a sentire delle risate così urla:”c’è nessuno?!”
    Ma nessuno rispose.
    Avevo dei fiammiferi in tasca e ne accesi uno per vedrete chi c’ era ma vidi nemmeno l’ombra di un uomo.
    Così cominciai a scendere le scale .
    Più scendevo le scale Più l’odore acre di chiuso aumentava.
    Poi il fiammifero che avevo in mano si spense .
    Gli occhi facevano facevano fatica abituarsi all’oscurità .
    E di nuovo sentii quella risata:ma molto piùvicina.
    Disorientata mi girai e mi rigirai ,ma poi una forza ,qualcosa mi spinse giù dalle scale e la risata continuava continuava .
    Sembrava ridere di me che mi spaccato tutte le ossa del corpo .quando arrivai alla fine e urtai qualcosa che mi fermò .
    Non riuscivo a muovermi e la risata sembrava così vicina che mi pareva fianco me.
    Poi un’ombra apparve davanti a me e mi disse :”Ahahah !! Sei stata così ridicola;ahahahahHH!!! Era da 1000 anni che non mi divertivo così . Però sei arrivata tu e ora posso pranzare . AhahahahHH!
    Io non mi potevo difendere ma non feci altro che stare ferma e oraaspettare che lo spettro mi mangiasse .
    Così si mostrò e accese le luci a lead .
    Era uno spettro.
    Cii poeta verde dietro e dentro aveva nulla solo le povere anime che in quei 100 anni aveva risucchiato dai corpi ridotti come il mio.
    Così avvicinò la bocca alla mia e io sentivo come un’aspirapolvere aspirava la mia faccia .
    Dalla mia bocca uscita uno strano bagliore chiaro che illumina tutto e lui ledandosi i baffi disse sopra il mio corpo come se stesse volando:”Devo dire che avevo mangiato di meglio”.
    Per sbarazzarsi del mio cadavere, lo buttò in un forno crematorio ma non aveva bruciato tutto così io diventi un fantasma come lui e lo tormenti per tutta la sua misera vita.

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