“A Himelda piacevano tutte, le storie, ma più di tutte le piacevano quelle che le raccontava Leòn, perchè raccontandole suo padre creava nuovi mondi, mondi senza peso e senza fatica, e chi ascoltava poteva volare.“ (tratto da Il canto della balena, pagina 34)
Ciao ragazzi, mettete qui tutte le storie che vi hanno raccontato i vostri nonni, genitori, zii, fratelli e sorelle, raccontate, potete anche fare delle registrazioni!! Non devono essere per forza storie come Cenerentola, Pinocchio, ecc ecc…ma possono anche essere storie semplici, di ricordi, di guerra, e anche altro…
Vittoria
Questa è la storia di mia mamma quando è stata presa alla scuola di fisioterapia.Il primo avevo fatto domanda in una sola scuola ma dopo aver superato l’ esame scritto non ho superato l’ esame orale. Sono andata a lavorare un anno come impiegata e nel frattempo studiavo all’ università come seconda scelta. Questa situazione non mi piaceva e il secondo anno e l’ anno dopo ho fatto domanda a tutte le scuole della Lombardia e ho passato 2 mesi a girare fra scuole e scuole per superare gli esami ad una a una mi rispondevano che non mi avevano preso. E le mie speranze stavano esaurendosi un giorno ero uscita di casa per andare a lavoro quando, mi ricorderò sempre mio padre mi ha chiamato dal balcone per dirmi che avevano telefonato dal’ ultima scuola possibile, a Milano, che mi avevano ammesso. Ero fuori di me dalla gioia che mi si leggeva in faccia e pur non volendo dirlo subito nel posto dove lavoravo, solo guardandomi in faccia hanno capito quello che mi era successo e che era il mio più grande sogno.
Ho anche una storia più corta che ha raccontato il maestro di judo un anno fa:
Hai miei tempi quando mi allenavo io avevamo una palestra grande la metà di questa e per fare la caduta rotolata in avanti prendevamo la scrivania e la si doveva saltare. Questo c’ e lo ha detto per farci capire che siamo fortunati ad avere una palestra si judo.
Mi sono fatta raccontare dalle mie due nonne delle storie e dei fatti accaduti nella loro vita, nel passato…
1ª Nonna: “Io mi ricordo che un giorno ero uscita di casa nel pomeriggio presto ed avevo incontrato mio cugino, lui mi disse che stava andando in un luogo (che non mi ricordo) e io volevo andare assolutamente con lui… quando tornai ad aspettarmi c’era tutto il quartiere che mi stava cercando in tutti i posti possibili perché ero scomparsa all’improvviso senza avvisare nessuno e, non essendoci i telefonini, non potevano cercarmi in un altro modo…!”
“Devi sapere anche che quando noi da giovani uscivamo per andare a ballare non potevamo truccarci come voi ragazzine di oggi, allora io e le mie amiche ci vestivamo e ci truccavamo sempre fuori casa in modo che i genitori non lo scoprissero…”
“Oppure, un giorno ero in castigo (perché io da ragazzina ero molto monella) e facevo i capricci con mia madre… io insistevo di continuo fino a quando mi sedetti su una sedia con molta forza e sentii CRACK… Silenzio… Avevo rotto gli occhiali da sole di mia mamma…
Mia madre, ancora più infuriata di prima inizio a urlare: “esci subito…vai via!” e riuscii così ad uscire con le mie amiche…”
2ª Nonna: “Devi sapere che quando io avevo circa 14 anni, i miei capelli erano lunghissimi e a me piaceva tenerli sciolti, a differenza di mia madre che voleva che li tenessi legati con delle trecce…allora un giorno ci mettemmo a litigare e mi ricordo che io uscii di casa (abitavo all’ottavo piano) e inizia a correre e scendere per le scale di tutto il condominio e mia mamma dietro… Che ridere… In più tutti i vicini uscirono di casa e ci fissarono incuriositi…
E dopo quel giorno ho sempre tenuto i capelli legati.”
La mia bis nonna mi ha raccontato molte storie.
1°. Dato che abitatavamo in un maneggio vicino al San Siro, la nostra casa era molto frequentata dai tedeschi.
Un giorno uno di loro affidò a mio padre la sua macchina sotto la sua custodia, quindi era sua la responsabilità.
Il mattino seguente, il tedesco tornò per riprendersi la macchina, solo che durante la notte dei vandali hanno rubato le gomme.
Così il tedesco infuriato lo sbatè in prigione.
qualche mattina dopo io con mia madre e mio fratello lo andammo a prendere; per fortuna siamo arrivati in tempo, perchè il treno diretto ad Aushwits era quasi in partenza.
2°. Quando davano l’ allarme che stavano per bombardare, tutti noi dovevamo ripararci sotto un ponte.
A quell’epoca avevamo un gatto, era un gatto adorabile.
Di questo gatto mi piaceva il fatto che durante i bombardamenti aspettava che tutte le persone andassero sotto il ponte, come se fosse il controllore, una volta che sono tutti al riparo lui ci seguiva.
3°. Conoscevo una ragazzina che doveva fare la comunione e non voleva morire per nessun motivo, perciò rimaneva sempre in casa, finchè una bomba è caduta sulla sua casa e lei è morta.
Secondo me, la storia più deprimente è stata la 3°… Voi cosa ne pensate??
Glo <3
Il mio bisnonno Antonio era andato in guerra (la seconda guerra mondiale) ed era a bordo di una nave che era in rotta per la Grecia.
Un giorno però arrivarono i bombardamenti da parte tedesca,e una bomba colpì la nave del mio bisnonno, facendolo affogare e così morire.
Il mattino seguente arrivò una lettera,e in quella lettera c’è mio nonno con il vestito da generale e il saluto fascista; era la foto che aveva mandato mio nonno a suo padre,(il mio bisnonno), allora mio nonno, aveva 6 anni, portò la lettera a sua mamma, la mia bisnonna, e si misero tutti e due a piangere,e piangere tanto.
Poco tempo dopo il mio nonno fu abbandonato dalla mia bisnonna, e così andò in un orfanotrofio, ma venne poi adottato dalla zia che lo crebbe e iniziò a lavorare all’ età di 7 anni in una cava dei tufi.
La cosa che mi ha colpito di più è stata,a parte la morte del mio bisnonno,che quando io l’ho raccontata per la prima volta questa storia,anche Daniel disse la stessa cosa,e quindi, noi due crediamo che sia il suo bisnonno che il mio siano andati in guerra insieme e siano morti in Grecia.
Nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, quando gli americani sbarcarono in Sicilia, alcune popolazioni (tra cui anche mio nonno) si trasferirono in campagna;
Siccome la campagna dove abitava mio nonno era vicina al mare, lui assisteva giornalmente alle battaglie per via aerea e marina.
Per non rischiare allora, mio nonno si trasferì in un altra campagna, più interna e distante;
Ma ciò nonostante, durante la notte si sentivano spesso i forti bombardamenti, quindi la mattina si faceva visita ai vicini per verificare che non ci fosse nessun ferito. Quindi in quel periodo regnava la paura.
Dopo un po’ di tempo, quando mio nonno torno in città, a Santo Stefano Di Camastra, trovò una piacevole accoglienza da parte degli americani che distribuivano ai cittadini cibo e biscotti.