Ascoltate l’audio: Vittorio Gassman legge “L’infinito” di Giacomo Leopardi
Sapreste fare altrettanto? Forse di meglio? Provate e se volete registrate la’udio su Spreaker.
Questa poesia è molto conosciuta e famosa: vi piace?
Leggendola e/o ascoltandola che cosa vi viene in mente?
Scegliete tre aggettivi con cui descrivereste la poesia e spiegate perché.
Scegliete un’immagine che inserireste nell’articolo e che vi pare adatta al contenuto e all’atmosfera creata dai versi e incollatela/disegnatela sul foglio sel quaderno.
Ecco qui il testo
“Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare”.
I tre aggettivi che assocerei a questa poesia sono: DESCRITTIVA perché Leopardi descrive tutto quello che vede e che sente, MALINCONICA perché ascoltando la voce di Vittorio Gassman che legge la poesia mi viene in mente qualcosa di triste e nostalgico, e poi TRANQUILLA perché mi comunica un senso di quiete (anche se non felice).
A me questa poesia piace molto perché c’è un “andare e venire” del personaggio dalla collina, dove si trova, alla sua immaginazione, in un altro spazio indeterminato.
Questo particolare si riesce anche a individuarlo grazie ad alcune parole chiave presenti nel testo: questa-quella, queste-quello.
La barriera tra il mondo reale e i pensieri del poeta viene rappresentata tramite una siepe.
In questa poesia si trova il tema del suo “cercare la felicità” e del ricordo (che sono argomenti tipici della scrittura di Giacomo Leopardi) che riescono ad offrire piacere e soprattutto portano la mente al di là del tempo e dello spazio presente e parlano all’immaginazione.
L’immagine che inserirei nell’articolo e che mi pare adatta al contenuto è la seguente: http://www.itempidellaterra.org/4/3a.jpg
1)Questa poesia forse capisco perché è tanto famosa perché è molto pacifica e infinita dalle parole ecco perché mi piace .
2)Mi viene in mente un signore che guardando una siepe , si immagina di vedere attraverso a essa e vede un prato infinito e silenzioso che quasi gli fa paura .
3)PACIFICA,INFINITA e SOLITARIA .
Pacifica perché da come il signore la legge , la interpreta in modo molto pacifico e tranquillo. Infinita perché le parole fanno pensare appunto all’infinto di qualcosa . Solitaria perché l’esperienza di Leopardi la vissuta solo lui in un modo appunto solitario .
4)Ecco il link dell’ immagine : http://www.google.it/url?sa=i&rct=j&q=&esrc=s&source=images&cd=&cad=rja&uact=8&ved=0CAcQjRw&url=http%3A%2F%2Fblog.libero.it%2FComeinogniora%2F8559698.html&ei=Sp5EVbuNLYavUZTQgPAP&psig=AFQjCNEQktteefnmGgIhQy5oVE_MeGyYoA&ust=1430646678677456
Ali <3
Aspettate non è quello !
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Ascoltando questa poesia mi viene in mente la tristezza del poeta; non mi piace molto la poesia perchè non la capisco.
i tre aggettivi che secondo me spiegano la poesia sono:
MALINCONICO:perchè in più versi c’è scritto silenzi, e profondissima quïete
SOFFOCANTE:perchè nell’ultimo verso spiega Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare”.
Questa poesia ci è piaciuta molto, soprattutto per la profondità delle parole e quello che vuole esprimere.
Ci è piaciuta la frase “infinito silenzio” perché mi fa sentire in una quiete e tranquillità assoluta.
Ci fa venire in mente una tristezza difficile da mandar via e un momento di depressione ma allo stesso tempo di ripresa.
Tre aggettivi con cui descriverla per noi sono:
1)triste
2)personale
3)malinconica
Matteo Spiombi, Alessandro Virdis
A me questa poesia mi è piaciuta molto sopratutto quello che vuole trasmettere hai lettori.
La frase che mi è piaciuto di più sempre caro mi fu questo colle perchè a me mi fa pensare al legame che si è creato tra il poeta e il colle.
3 aggettivi
1)malinconica
2)calma
3)estasi
A me questa poesia mi è molto piaciuta, perchè trasmette molte emozioni:
1) Tristezza
2) Inquietudine
Il verso che mi che mi è piaciuta di più è “Sempre caro mi fu qust’ermo colle” perchè è il verso che mi ha fatto emozionare di più.
Secondo me questa poesia è famosa perchè ti fa capirre tante cose.
I tre aggettivi che darei sono:
1) calma
2)
scusi:
2) tristezza
3) malinconi e inquietudine
scusi:
2) tristezza
3) malinconi e inquietudine
Sarà perché non ho capito a fondo questa poesia ma personalmente non la trovo all’altezza di Leopardi.
Questa poesia mi fa pensare al trascorrere del tempo e da una cognizione di vicino-lontano abbastanza difficile da comprendere.
Gli aggettivi che affibbierei a questa poesia sono: Irrequietudine, perché lo scrittore, ovvero Leopardi, da la sensazione di essere irrequieto, quindi senza quiete ovvero perennemente tormentato; osservatore, perché nella poesia appaiono dei pensieri molto profondi che solo un’uomo molto attento come Leopardi potrebbe cogliere e trasformarli in poesia!
Si questa poesia mi è piaciuta per il fatto che Leopardi riesce a immaginarsi il mondo che sta dietro la siepe.
I tre aggettivi sono descrittiva perché descrive ciò che immagina, immaginaria perché immagina e antica perché è scritta in un italiano che non si usa più.
Ascoltandola mi viene in mente che Leopardi volesse vedere il mondo.
questa è l’ immagine
http://luoghidavedere.it/wp-content/uploads/2013/08/ermo-colle-recanati-leopardi-luoghi-da-vedere-marche-travel-blog-blogger-viaggi.jpg