Archivi per la categoria ‘27 gennaio: giorno della memoria’
Ecco qui la terza parte dell’intervista a Primo Levi di cui abbiamo visto le altre.
Levi risponde alla domanda su che cosa abbia significato l’Olocausto (parola che non gli piace) per gli ebrei: “L’Europa intera era diventata una vera trappola”. In Europa Levi crede che non possa più accadere qualcosa di simile ma afferma che l’idea non è purtroppo morta; del resto l’ammonimento contenuto nella sua poesia “Se questo è un uomo” ce lo ricorda. Chi nega Auscwitz, dice verso la fine Levi, è colui che sarebbe disposto a ricrarlo e credo che questo vada sempre ricordato, anche quando ci capita di ascoltare qualcuno “giocare” con le parole, non dando peso a quanto dice e a quanto quelle parole ricordano.
Anche in questo caso potete lasciare i vostri commenti.
Ho trovato un bel articolo sul Corriere della Sera riferito alla Giornata della Memoria.
Questo articolo racconta la storia di Andra Bucci e la sorella Tati, le signore testimoniano le tappe dei loro undici mesi nel campo dell’orrore. A gennaio sono tornate ad Auschwitz insieme agli studenti per ripercorrere i luoghi dell’orrore della loro infanzia: le camere a gas, i crematori, le baracche e il muro delle fucilazioni.
«Entrare ad Auschwitz non è mai facile. Anche se sono passati 70 anni. Quando vedo da lontano la torretta, mi succede ogni volta, comincio a stare male. Ma vengo lo stesso ogni anno. Per non dimenticare. Poi, quando la visita finisce, ricomincio a respirare. E io posso tornare alla mia vita». Racconta Andra Bucci. Appena arrivate al campo, ricorda Tati, «ci fecero indossare vestiti grandi e sporchi». Poi «ci marchiarono con il numero che ancora oggi portiamo sul braccio. E che non abbiamo mai voluto cancellare».
In questo articolo ci sono interviste, foto e video riferite a loro che raccontano gli 11 mesi d’inferno facendo riferimento all’arresto, ai campi della morte, quando sono state salvate e la loro vita dopo.
Per vedere il reportage cliccate qui.
- Che cosa ne pensate?
- Cosa vi colpisce?
- Che sentimenti/emozioni provate?
Francesca.
Primo Levi – Se questo è un uomo (Shemà, Ascolta)
La poesia che apre il romanzo di Primo Levi “Se questo è un uomo” si intitola Shemà (Ascolta) ed è l’invito, l’ammonimento rivolto a tutti affinché riflettano e non dimentichino che cosa è accaduto nei campi di concentramento e di sterminio.
Dopo averla letta con attenzione, discutiamone, rispondendo a queste domande:
Per la comprensione:
- A chi si rivolge l’autore?
- Che cosa ordina?
- Quando è il momento giusto per ricordare ai figli le parole della poesia?
- Quale punizione attende coloro che non ricorderanno?
Per la discussione:
- Ai nostri giorni, dopo tanto tempo dalla guerra e dagli orrori dei campi, vale ancora la pena leggere questi versi e ricordare alle persone che cosa è accaduto? Pensate che sia realmente importante? Perché?
Ecco il testo
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,Ecco il testo
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
In questi giorni la televisione propone diversi film per ricordare la Shoah e anche a scuola ne stiamo vedendo uno (Schindler’s list).
Attraverso le immagini e le storie, spesso costruite a partire da testimonianze e racconti reali e poi trasformate in modo personale, i registi ci propongono diversi aspetti e punti di vista su quanto accaduto durante la seconda guerra mondiale nella Germania nazista, nell’Italia fascista e nelle terre man mano conquistate.
Usiamo questo spazio per condividere informazioni e commenti sui film che vedete. Scrivete il titolo, brevemente di che cosa parla, in quale paese si svolge la storia ma soprattutto spiegate agli altri che cosa vi ha colpito e se il film vi è piaciuto o meno. Cercate sempre di motivare le vostre idee.
A tutti buona lettura e buona visione di film.
Il mio suggerimento è di chiedere comunque sempre ad un adulto se il film è adatto a voi e magari di guardarlo insieme. I fatti narrati sono tristi e spesso molto toccanti; le scene possono essere anche molto forti, magari non sempre adeguate a voi.
Vi propongo tre canzoni composte in anni diversi, anche recentemente, con le quali i musicisti hanno voluto ricordare quanto successo nei campi di concentramento.
Ce ne sono molte e anche voi potete cercarne.
Sono tre canzoni diverse che raccontano storie differenti, anche se legate tutte allo stesso periodo storico.
La canzone del bambino nel vento (Auschwitz) di Francesco Guccini
I sette fratelli cervi nella versione dei Modena City Ramblers
Le stagioni di Anna Frank dell’ Orchestrina del suonatore Jones
Che cosa cercano di mettere a fuoco? Quale emozioni vi comunicano? Quale suggerireste ad un amico o amica per ricordare?
Primo Levi ritorna nei luoghi in cui fu deportato in Polonia.
Ascoltiamo l’intervista e raccogliamone la testimonianza.
Il ricordo del viaggio, il racconto di come era organizzato il lavoro, la descrizione dei pasti…
Ecco qua una delle canzoni che Fabrizio e Mauro ci hanno fatto ascoltare ieri!
Le altre cercatele voi
A che cosa vi fa pensare questa canzone?
Oggi sono venuti Fabrizio e Mauro del gruppo 7 grani per parlare con noi dopo aver visto insieme il video Neve diventeremo…
Che cosa vi ha colpito?
Che cosa vi è rimasto dell’incontro?
Per conoscere di più del gruppo 7 grani andate sul loro sito.
Oggi abbiamo ascoltato il racconto di Dario Venegoni che ci ha parlato dei suoi genitori prigionieri al campo di detenzione di Bolzano.
Daniel e Alice ci racconteranno meglio come è andata ma nei commenti ognuno potrà dire se gli è piaciuta o no la mattinata, che cosa lo ha colpito…ma anche raccontare e fare domande. Come abbiamo detto in classe incontri come quello di oggi sono occasioni per pensare e per condividere.