Art. 32. “Gli stati riconoscono il diritto del bambino di essere protetto contro lo sfruttamento economico e di non essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi o metta a repentaglio la sua educazione o la sua salute, il suo sviluppo fisico, mentale, morale o sociale.”
“Sono ancora troppi i bambini che in tutto il mondo lavorano, molti dei quali svolgono anche dei lavori nocivi e pericolosi. La maggior parte dei bambini lavoratori del mondo viene impiegato nel settore dell’agricoltura, e spesso quest’attività è svolta in seno alla famiglia, ma ce ne sono anche molti che sono costretti a lavorare per estinguere un debito (bonded labour), o che sono vittime di tratta e sfruttamento sessuale, inseriti nei circuiti della pedopornografia, o ancora impiegati per ingrossare le fila di eserciti di bambini soldato.
Sono concentrati principalmente nell’Africa subsahariana, nell’area dell’Asia Pacifico e nell’America Latina e Caraibica.
Ma anche in Italia esiste un esercito silenzioso di baby lavoratori, circa mezzo milione, che hanno meno di 15 anni e che sono appartengono alle fasce più vulnerabili, come ad esempio i minori stranieri (…)
In Italia, nonostante esista una difficoltà di fondo a monitorare il fenomeno, secondo alcuni studi esistono dei fattori di rischio che contribuiscono a far aumentare la probabilità che un minore si trovi precocemente inserito nel mondo del lavoro: si tratta di minori maschi, di nazionalità straniera, che vivono in una famiglia mono-genitoriale o in un nucleo familiare con più minori, e risiedono in un territorio con un alto tasso di disoccupazione. Inoltre molti appartengono a famiglie monoreddito o con un reddito inferiore al 50% della media nazionale. (…)
In Italia, però, se si confrontano le esperienze dei minori stranieri e di quelli italiani che lavorano, i primi il più delle volte, continuano ad andare a scuola, mentre per quelli italiani si nota una maggiore tendenza ad assentarsi da scuola a lungo o addirittura ad interrompere la frequenza.
Le esperienze di lavoro dei minori migranti nel nostro paese si realizzano prevalentemente all’interno del gruppo familiare, mentre al contrario, tra i minori italiani si registra la quota più alta di lavoro presso terzi. Esiste una forte diversità anche tra i luoghi di lavoro dei minori stranieri rispetto a quelli degli italiani: tra i primi, 1 su 3 lavora in strada come venditore ambulante o in alcuni casi svolgendo attività di accattonaggio, mentre i secondi dichiarano di lavorare prevalentemente in ambienti “più protetti” quali negozi, bar, ristoranti.
Una ricerca condotta a Roma ha portato alcuni dati
I ragazzi intervistati risultano principalmente impiegati nella ristorazione (pizzaiolo, barista, cameriera), edilizia (muratore), artigianato, ma anche attività illegali e di sfruttamento (borseggio, combattimenti clandestini), mendicità, prostituzione.
Nella maggior parte dei casi (40 su 62) i ragazzi e le ragazze risultano impegnati per 6-9 ore al giorno, ma in alcuni casi anche tra le 9 e le 12 ore o addirittura “senza limite” nel caso di attività come mendicità e prostituzione in cui viene stabilita una cifra giornaliera da dover raggiungere ad ogni costo, indipendentemente dalle ore necessarie per farlo.
Per quanto riguarda invece il rapporto tra età e tipo di lavoro, è significativo come i bambini più piccoli – cioè di 8, 11, 12 anni – siano prevalentemente coinvolti in mendicità e attività illegali. Per quanto riguarda infine la frequenza della scuola, in contemporanea con l’attività lavorativa, solo in 23 casi su 61 essa è attestata e soltanto 1 intervistato su 42 ha dichiarato di aver assolto all’obbligo scolastico mentre lavorava.
Fonte: Save the Children, 9/6/2010
Inutile dire che io credo che essere informati su quello che accade non solo in paesi lontani, ma anche in Italia, sia il primo modo per restare allerta e in qualche modo per non “chiudere gli occhi” davanti alle difficoltà o alle ingiustizie.
Brik..ricordami che se vi interessa vi spiego perché si fa riferimento allo sfruttamento sessuale.
Tutti noi giriamo intorno ai numeri letti ma io sono d’accordo sul fatto che 1 solo bambino lavoratore ha lo stesso valore di 500000 bambini è il gesto che conta.
Spesso si è costretti a lavorare per le condizioni economiche della famiglia oppure proprio il ragazzo è ignorante e non vuole andare a scuola ma a lavorare.
E poi si arriva ai famosi sfruttamenti.
Ora che rileggo l’articolo con più calma vorrei chiedere alla prof che mi spiegasse il collegamento che c’è con lo sfruttamento sessuale.
Lo si sapeva già che i bambini lavoratori sono tantissimi, non bisogna dire:”Sono sbalordito, quanti sono, sono troppi”, perché l’unico mezzo per risolvere certe situazioni in Italia siamo noi, perché noi siamo il futuro e solo noi possiamo renderlo migliore.
Secondo me la prof fa bene a darci certe informazioni, in modo che noi non siamo ignoranti su questo argomento, in modo tale da sorvegliare e rimediare a queste situazioni in futuro.
Questi numeri sono quelli che rispecchiano la realtà in tutto il mondo e non c’è da sbalordirsi quello che abbiamo letto è solo la rappresentazione della realtà noi purtroppo non possiamo farci niente e neanche sapere cosa succede negli altri paesi.
Mi hanno veramente scioccato questi numeri, perchè non se ne parla mai dell’Italia si parla sempre di altri paesi, pensare che noi siamo forse i primi ad dire che cattive quelle persone che maltrattano i bambini, quando siamo noi i primi a maltrattare. (ovviamente non parlo di tutti ma solo di una piccola parte).
Poi ci sono rimasto male anche perchè mi viene da pensare che se fossi nato io in una famiglia che mi costringesse a lavorare, visto che si parla di italia e non di paesi come Africa,Pakistan o Libia che sono lontani, ma dell’Italia paese in
quicui io vivo e dove avrei giurato che non ci fossero cosi tanti bambini costretti a lavorare, sarei…Ok MtNaGo, ma lasci l’ultima frase in sospeso…cosa avresti fatto o come ti saresti sentito se fossi nato tu in una famiglia in cui i bambini lavorano?
Io non mi immaginavo che in Italia ci fossero così tanti bambini lavoratori.
È una cosa crudele far lavorare dei bambini così piccoli.
Io pensavo che tutti i bambini che venivano sfruttati per fare dei lavori così crudeli, fossero stranieri o rom.
Mi vengono i brividi al pensiero che bambini o ragazzi più piccoli di noi, anzi che andare a scuola come tutti, passino le giornate a lavorare.
Come molti dei miei compagni mi chiedo: se io fossi al loro posto ce l’avrei fatta? Sono sicura di no
Secondo me 500.000 bambini lavoratori sono tantissimi ma secondo me la maggior parte sono al sud.
Una cosa che mi ha colpito è stata che i bambini stranieri vanno a scuola e dopo lavorano mentre quelli italiano non vanno a scuola.
Secondo me questo significa che i bambini stranieri vanno a scuola perchè devono poter comunicare e se non studiano questo è impossibile.
Proprio non me lo aspettavo che sopratutto in Italia ci fossero così tanti bambini lavoratori.
Una cosa che non mi immaginavo era che anche i bambini italiani venissero sfruttati per fare dei lavori.
Mi chiedo da dove venga tutta questa crudeltà verso i più piccoli,sfruttare tutte le loro forze fino a che non si riusciranno neanche a tenere in piedi ,ma non importa se i bambini sono gialli,bianchi o neri dobbiamo riuscire a capire che c’è qualcosa che non va e che dobbiamo rimediare al più presto perchè non possiamo andare avanti così.
Se io fossi una ragazza che lavora in un posto come quelli,spero proprio che non mi accada mai,non so come reagirei.
Se fosse per aiutare i miei genitori o fratelli ,lo farei solo perchè almeno loro possano vivere in modo migliore di come vivevano prima anche se con lo stipendio che riceverei non guadagnerebbero molto ma se ci fosse un’altra causa non saprei come reagire.
Avrei sicuramente paura dei miei padroni e non riuscirei a compiere un gesto rivoluzionario e allo stesso tempo coraggioso come quello di Iqbal.
Di questo articolo i ha colpito molto il paragone tra bambino lavoratore italiano e bambino lavoratore straniero.
Principalmente mi ha colpito che i bambini italiani che hanno la possibilità di studiare ,farsi una vita,lascino lo studio per lavorare già a 14 anni e invece mi ha colpito molto la tenacia dei bambini stranieri che pur lavorando si impegnano a trovare un posto per la scuola.
Non pensavo davvero che ci fossero così tanti bambini lavoratori, mi immaginavo un numero un po’ più basso e che ne facessero parte soprattutto bambini rom.
Per me i genitori mandano i propri figli a lavorare per non farli ripetere gli stessi errori che hanno fatto loro da “giovani”,non lavorando e non avendo così una carriera.
Di queste cose non ne so molto e da quando abbiamo iniziato a parlarne in classe mi rendo conto che è ingiusto, crudele ciò che accade.
Io davvero da questo dato sono rimasta scandalizzata!
Forse avevo in testa questo stupido stereotipo che in italia non esistono bambini lavoratori, magari ce ne sono ma solo al sud!
Ma soprattutto che i bambini lavoratori sono solo quelli immigrati o non italiani!
Con questo articolo ho capito quante cose ancora non so e quanto io sia disinformata a riguardo di queste cose!
A me sinceramente spezza il cuore sapere che dei bambini della mia età o più piccoli che lavorano anche in condizioni pessime e a riguardo mi viene in mente un articolo che ho appena letto di save the children sullo sfruttamento minorile.
E adesso come Giorgia mi chiedo e se io fossi al loro posto ce la fare? credo proprio di no!
Io pensando mi immaginavo che ci fossero tanti bambini lavoratori ma non questo numero, una cosa che non mi aspettavo che anche bambini italiani vanno a lavorare perchè pensavo che solo gli immigrati facessero questo.
Secondo me, i genitori dei bambini che vanno a lavorare lo fanno perchè vogliono garantire qualcosa al proprio figlio oppure sono egoisti e si tengono i soldi tutti per loro.
Io non mi tengo molto informato su queste cose a volte sento qualcosa al telegiornale ma non davo molto peso a questa cosa ma grazie a tutti i lavori che abbiamo fatto in classe ho visto la verità da un punto diverso perchè pensavo che fosse da un’altra parte ma quando ho saputo che è anche da noi mi tengo più informato.
E’ veramente crudele ciò che accade a questi bambini, non mi sarei mai aspettata questo grande numero di minori lavoratori in Italia sono rimasta un pò sconvolta.
A volte quando si parla di tutto questo io mi immagino qualche parte dell’Africa sperduta nel mondo e pensare di avere tutti questi bambini che lavorano di già e che magari hanno anche la mia stessa età mi fa venire i brividi e mi fa pensare: e se fossi una di loro?
E’ più semplice essere freddi a queste notizie quando ciò accade molto lontano ma quando è a due passa da te ecco che tutto cambia.
Le persone che fanno queste cose devono essere proprio crudeli e senza cuore, soprattutto avidi. Ma io mi chiedo se l’avidità può arrivare a questi livelli.
Io ho visto davvero molte foto e molti video sul lavoro minorile e sulle condizione dei bambini lavoratori e devo dire che è impressionate. I bambini sono magri e le loro facce sono deprimenti, hanno lo sguardi di ragazzi che sono cresciuti troppo in fretta.
Ma un immagine che mi ha sconvolto è stata una in cui c’era un bambino sdraiato sul letto e con una persona nuda dietro, il bimbo piageva. Molto probabilmente questo ragazzo aveva appea finto di fare sesso come una prostituta.