Inserite qui i vostri link ad eventuali video sul tema, indicando il titolo e spiegando brevemente di che cosa parlano.
Per le altre informazioni preparate le vostre schede sul quaderno o su file, in questo caso però stampatene una copia se no non potrete usarla in classe.
11 Commenti a “I bambini lavoratori, lo sfruttamento minorile”
Nel mondo ormai ci sono più di 150 milioni di bambini lavoratori, la quale non ricevono né istruzione né divertimenti.
Il fenomeno del lavoro minorile è più diffuso nelle nazioni più povere del mondo, ma anche in nazioni ricche, come l’Italia, che per esempio ha più di 500.000 bambini lavoratori.
L’UNICEF cerca sempre di aiutare bambini, capendo la loro situazioni e inoltrando le loro condizioni di lavoro.
In particolare l’UNICEF divide il lavoro minorile in due sezioni: Child Labour e Child Work, il primo è il lavoro minorile in condizioni brutali, sottopagati ecc., il secondo è un tipo di lavoro minorile più leggero e facile per un bambino.
L’UNICEF ha l’obiettivo di cercare una soluzione efficace, infatti insieme all’ILO IPEC ha fotografato i bambini e cercato di agire.
Secondo i dati dell’ILO, nel mondo 74 milioni di bambini sono impiegati in varie forme di lavoro pericoloso, come il lavoro in miniera, a contatto con sostanze chimiche e pesticidi agricoli o con macchinari pericolosi.
E’ il caso dei bambini impiegati nelle miniere in Cambogia, nelle piantagioni di tè nello Zimbabwe, o che fabbricano bracciali di vetro in India.
Le peggiori forme di sfruttamento sono i bambini che vediamo tutti i giorni, per esempio nelle metropolitane, che cercano cibo tra i rifiuti e che cercano di vendere qualcosa.
Solo nella città di Dakar, capitale del Senegal, sono 8.000 i bambini che vivono come mendicanti.
Una particolare forma di sfruttamento è lo sfruttamento domestico che coinvolge soprattutto le bambine, molte volte diventa come una schiavitù per come vengono trattate.
Fonte http://www.unicef.it/doc/364/lavoro-minorile.htm
Fonte per approfondimenti ed articoli http://www.ilo.org/rome/risorse-informative/per-la-stampa/articles/WCMS_164388/lang–it/index.htm
Certe cose ermai non si possono più commentare.
Ormai sono state estrapolate idee di vario genere pensieri a riguardo ma non è mai successo nulla.
Sarà meglio stare zitti, ma alzando la testa e distruggendo coloro che permettono e abusano di questa ignobile realtà.
Il lavoro infantile, ovvero lavoro minorile, è un fenomeno che coinvolge i bambini di età compresa fra i 5 e i 15 anni in tutto il pianeta. I paesi dove ci sono molti bambini lavoratori sono quelli in cui c’è molta povertà, perciò i paesi in via di sviluppo e non sviluppati, come: Asia, Oceania, Africa, ma anche gli Stati Uniti e l’Europa, infatti In Italia oltre 145.000 ragazzi e ragazze sotto i 15 anni sono impegnati in attività lavorative e di questi circa 35.000 rientrano nella categoria di “sfruttati”. Nelle forme di lavoro minorile c’è anche la prostituzione che colpisce soprattutto le bambine prostituite. I lavori riservati ai bambini si possono dividere in due categorie: settore produttivo (agricoltura, industria, pesca come braccianti). Svolgono anche lavori di questo tipo: miniere nel sottosuolo, cave, fornaci, laboratori di giocattoli, laboratori di fiammiferi, sigarette e fuochi d’artificio. Talvolta i bambini sono costretti a rimanere in fabbrica vari mesi prima di poter rivedere i propri genitori,in “fabbriche-carceri” dove dormono e mangiano.
La causa principale è la povertà.
Un’importante esempio è la storia vera di Iqbal, un ragazzo pakistano diventato in tutto il mondo il simbolo contro lo sfruttamento del lavoro minorile.
In Italia lo sfruttamento del lavoro minorile è vietato dalla legge. Per prevenire lo sfruttamento del lavoro minorile e ridurne l’impatto sull’infanzia, l’UNICEF propone una strategia, incentrata sul diritto all’istruzione.
Ho preso le importazioni da wikipedia e da unicef.
28 milioni in meno rispetto al 2000. Ma la cifra è comunque impressionante: in tutto il mondo sono 218 milioni i bambini lavoratori tra i 5 e i 17 anni.
In Asia bambini vivono da soli per strada.
Molti di loro sono orfani o sono stati abbandonati, altri scappano da maltrattamenti e abusi sessuali.
E’ molto difficile stimare il numero dei bambini di strada nel mondo: si parla di 100-150 milioni, ma potrebbero essere molti di più. Alcuni lavorano in strada ma vivono per lo più in famiglia, altri tornano a casa occasionalmente e molti altri non hanno più legami con la loro famiglia da anni perché ne sono fuggiti, sono stati abbandonati o sono rimasti orfani. Maltrattati, trascurati, indifesi. Sono centinaia di milioni nel mondo i bambini che vivono senza alcuna protezione, vittime di sfruttamento e di discriminazioni in situazioni nascoste, spesso ’inesistenti’ per le statistiche ufficiali. Sono i cosiddetti ’bambini invisibili’.
Questo video fa vedere una serie di immagini sui bambini lavoratori.
Questo video è uno spot che fa riflettere proprio su quello di cui abbiamo discusso in classe, cioè degli oggetti di cui non sappiamo la vera origine o di come sono stai fatti, ma soprattutto da chi.
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http://www.youtube.com/watch?v=XtRU01J7q_o
http://www.youtube.com/watch?v=R_Xvv0HnnY4
Un video che presenta la situazione dei bambini lavoratori attraverso immagini e giocando sulle nostre emozioni
http://www.youtube.com/watch?v=jnlo3fWdjJI
le mie fonti sono state :
unicef , wikipedia , youtube,google!
Nel mondo ormai ci sono più di 150 milioni di bambini lavoratori, la quale non ricevono né istruzione né divertimenti.
Il fenomeno del lavoro minorile è più diffuso nelle nazioni più povere del mondo, ma anche in nazioni ricche, come l’Italia, che per esempio ha più di 500.000 bambini lavoratori.
L’UNICEF cerca sempre di aiutare bambini, capendo la loro situazioni e inoltrando le loro condizioni di lavoro.
In particolare l’UNICEF divide il lavoro minorile in due sezioni: Child Labour e Child Work, il primo è il lavoro minorile in condizioni brutali, sottopagati ecc., il secondo è un tipo di lavoro minorile più leggero e facile per un bambino.
L’UNICEF ha l’obiettivo di cercare una soluzione efficace, infatti insieme all’ILO IPEC ha fotografato i bambini e cercato di agire.
Secondo i dati dell’ILO, nel mondo 74 milioni di bambini sono impiegati in varie forme di lavoro pericoloso, come il lavoro in miniera, a contatto con sostanze chimiche e pesticidi agricoli o con macchinari pericolosi.
E’ il caso dei bambini impiegati nelle miniere in Cambogia, nelle piantagioni di tè nello Zimbabwe, o che fabbricano bracciali di vetro in India.
Le peggiori forme di sfruttamento sono i bambini che vediamo tutti i giorni, per esempio nelle metropolitane, che cercano cibo tra i rifiuti e che cercano di vendere qualcosa.
Solo nella città di Dakar, capitale del Senegal, sono 8.000 i bambini che vivono come mendicanti.
Una particolare forma di sfruttamento è lo sfruttamento domestico che coinvolge soprattutto le bambine, molte volte diventa come una schiavitù per come vengono trattate.
Fonte http://www.unicef.it/doc/364/lavoro-minorile.htm
Fonte per approfondimenti ed articoli http://www.ilo.org/rome/risorse-informative/per-la-stampa/articles/WCMS_164388/lang–it/index.htm
Certe cose ermai non si possono più commentare.
Ormai sono state estrapolate idee di vario genere pensieri a riguardo ma non è mai successo nulla.
Sarà meglio stare zitti, ma alzando la testa e distruggendo coloro che permettono e abusano di questa ignobile realtà.
Ecco alcune fonti di video e siti da cui ho preso delle INFO
Il video che presenta un progetto di accoglienza per bambini lavoratori in India
http://blog.panorama.it/mondo/2008/06/12/nel-mondo-lavorano-218-milioni-di-bambini/
ho preso le informazioni da unicef e wikipedia, scusate.
Il lavoro infantile, ovvero lavoro minorile, è un fenomeno che coinvolge i bambini di età compresa fra i 5 e i 15 anni in tutto il pianeta. I paesi dove ci sono molti bambini lavoratori sono quelli in cui c’è molta povertà, perciò i paesi in via di sviluppo e non sviluppati, come: Asia, Oceania, Africa, ma anche gli Stati Uniti e l’Europa, infatti In Italia oltre 145.000 ragazzi e ragazze sotto i 15 anni sono impegnati in attività lavorative e di questi circa 35.000 rientrano nella categoria di “sfruttati”. Nelle forme di lavoro minorile c’è anche la prostituzione che colpisce soprattutto le bambine prostituite. I lavori riservati ai bambini si possono dividere in due categorie: settore produttivo (agricoltura, industria, pesca come braccianti). Svolgono anche lavori di questo tipo: miniere nel sottosuolo, cave, fornaci, laboratori di giocattoli, laboratori di fiammiferi, sigarette e fuochi d’artificio. Talvolta i bambini sono costretti a rimanere in fabbrica vari mesi prima di poter rivedere i propri genitori,in “fabbriche-carceri” dove dormono e mangiano.
La causa principale è la povertà.
Un’importante esempio è la storia vera di Iqbal, un ragazzo pakistano diventato in tutto il mondo il simbolo contro lo sfruttamento del lavoro minorile.
In Italia lo sfruttamento del lavoro minorile è vietato dalla legge. Per prevenire lo sfruttamento del lavoro minorile e ridurne l’impatto sull’infanzia, l’UNICEF propone una strategia, incentrata sul diritto all’istruzione.
Ho preso le importazioni da wikipedia e da unicef.
28 milioni in meno rispetto al 2000. Ma la cifra è comunque impressionante: in tutto il mondo sono 218 milioni i bambini lavoratori tra i 5 e i 17 anni.
In Asia bambini vivono da soli per strada.
Molti di loro sono orfani o sono stati abbandonati, altri scappano da maltrattamenti e abusi sessuali.
E’ molto difficile stimare il numero dei bambini di strada nel mondo: si parla di 100-150 milioni, ma potrebbero essere molti di più. Alcuni lavorano in strada ma vivono per lo più in famiglia, altri tornano a casa occasionalmente e molti altri non hanno più legami con la loro famiglia da anni perché ne sono fuggiti, sono stati abbandonati o sono rimasti orfani. Maltrattati, trascurati, indifesi. Sono centinaia di milioni nel mondo i bambini che vivono senza alcuna protezione, vittime di sfruttamento e di discriminazioni in situazioni nascoste, spesso ’inesistenti’ per le statistiche ufficiali. Sono i cosiddetti ’bambini invisibili’.
Di: Greco e Banfi
Questo video fa vedere una serie di immagini sui bambini lavoratori.
Questo video è uno spot che fa riflettere proprio su quello di cui abbiamo discusso in classe, cioè degli oggetti di cui non sappiamo la vera origine o di come sono stai fatti, ma soprattutto da chi.