Scegliete uno di questi titoli, scrivete seguendo le regole che ci siamo dati e consegnatemi il vostro testo.
Lo correggerò volentieri e voi potrete anche migliorarlo.
1) Scegliete un articolo di giornale e dopo averlo letto:
- riassumete la notizia: di cosa si parla? Cosa è accaduto? Dove? Quando? Che posizioni ci sono rispetto al fatto?, ecc.
- esprimete il vostro commento, facendo riferiemento anche ad altri fatti o letture o esperienze che conoscete
Consegnatemi anche l’articolo oltre al testo.
2) Oggi è stata una giornata in cui…
- raccontate cosa è accaduto e perché ritenete che sia importante raccontarlo
- soffermatevi sulla descrizione dei fatti, delle persone, dei luoghi della vostra giornata e provate ad associarli al vostro stato d’animo, alle vostre emozioni, a quello che avete fatto, imparato, scoperto, ecc. Es: ero in classe, faceva molto caldo perché anche se siamo in inverno e fuori fa freddo i caloriferi in classe sono al massimo e quasi non si respira. E’ stato un attimo appisolarsi e perdersi tutta la lezione di scienze; certo che ora non capisco più nulla e ho pure un 4 sul registro: mi sono risvegliato solo con l’urlo assordante della proff che mi scandiva il mio nome, accompagnando ogni sillaba con un colpo secco sul tavolo!. Ecc.
3) Un bambino particolare: storia di un bambino che più di tutto voleva studiare.
- Può essere un racconto
- Può essere un racconto in cui però utilizzate anche tutte le informazioni che avete ad es sui bambini lavoratori, sui bambini stranieri che emigrano, sui bambini ebrei vittime delle leggi raziali, ecc.
4) ….e scoprì un luogo che…
- scegliete un personaggio (reale o immaginario); scegliete un luogo che conoscete abbastanza bene (anche solo per averne letto da qualche parte) e descrivetelo attentamente, mettendo in relazione ciò che fa e che pensa il personaggio con il luogo stesso e viceversa. Potete partire da caratteristiche del luogo che producono effetti sul personaggio o da aspetti del personaggio che man mano svelano elementi del luogo.
L’alcol
Gli italiani che bevono in Italia sono sempre di più, infatti le persone, non bevono più come una volta solo durante i pasti ma anche fuori, il che è una cosa molto dannosa alla nostra salute; un esempio è quando si va in discoteca o al bar.
Spesso si sottovaluta il bicchiere in più di alcol, mentre
inveceè proprio l’alcol una delle principali sostanze per cui muoiono tante persone l’anno; nell’ultimo decennio in particolare, la percentuale di ricoveri ospedalieri è cresciuta molto.Tra le emergenze c’è il consumo eccessivo da parte dei giovani, in particolare delle ragazze tra i 14 e i 17 anni, che consumano soprattutto vino e birra, ma anche superalcolici, aperitivi e amari.
Ma i ragazzi più a rischio sono i 400.000 minori al di sotto dei 16 anni che non dovrebbero ricevere bevande alcoliche né in famiglia, né in luoghi di aggregazione, cosa però che accade molto spesso. Andando in giro mi capita, infatti, di incontrare ragazzi della mia età, a volte anche più piccoli che bevono alcolici o che comunque bevono spesso.
I ragazzi seguono di più le mode ed è per questo che sono a rischio. Le mode sono stimolate dalle pubblicità che fanno apparire le persone che bevono “migliori”, così da dare una speranza ai ragazzi di poter sconfiggere la timidezza, anche se, secondo me, lo fanno più per trovare un momento in cui essere felici, lontano dal mondo reale in cui si è incoscienti delle proprie azioni.
Ma i ragazzi si ubriacano anche per altri motivi, per esempio, molto spesso lo fanno per trasgredire alle regole, in più l’alcol rispetto alla droga è più semplice da trovare non essendo illegale ed è più accettato socialmente. Gli adolescenti sono quelli che trasgrediscono di più, ma se hanno un modello sano in famiglia è più semplice che si torni alla normalità.
Secondo me, è molto importante sapere che non è solo la droga ad essere una sostanza dannosa ma anche l’alcol, infatti prima di leggere l’articolo di giornale, anche io come tutte le altre persone avevo sottovalutato i pericoli che si corrono bevendo, perché CHIII??? SOGGETTO? i giornali/ i media parlano fin troppo di droga, tralasciando questo problema.
Mi ha particolarmente stupito il fatto che siano le femmine a bere più dei maschi, perché in genere quando si pensa alla droga e all’alcol mi viene più da pensare ai maschi, forse perché, essendo una femmina penso a me e alle mie amiche, e non riesco a pensare che io possa bere così tanto fino a morire.
Bene. Segui la traccia data e il tuo testo è valido sia nel contenuto che per quanto riguarda la sintassi. Ricordati di non tralasciare i soggetti!
Articolo di giornale:
Alcol, in Italia 8,6 milioni a rischio
Bevono sempre di più le ragazzine
Aumenta del 10% il numero di ricoveri ospedalieri. Cresce la percentuale di ragazze tra 14 e 17 anni consumatrici di alcol: è raddoppiata in 15 anni, toccando il 14,6% di VALERIA PINI
ROMA – Spesso si sottovalutano i pericoli di quel bicchiere in più. Gli italiani continuano a bere: non più, come una volta, il classico consumo “mediterraneo”, fatto di grandi boccali di vino a tavola, ma il ben più rischioso ‘binge drinking’, fuori pasto, soprattutto di superalcolici. Perché cresce la voglia di sbornia. Ormai sono oltre 8 milioni 600mila gli italiani “a rischio”: la percentuale di ricoveri ospedalieri è cresciuta del 10%. L’alcol uccide di più di altre sostanze e nel nostro paese la mortalità alcol correlata rimane superiore alla media europea. Fra le emergenze c’è anche quella del consumo eccessivo da parte dei giovani, in particolare delle teenager. Aumenta la percentuale di ragazze tra 14 e 17 anni che consumano bevande alcoliche: è raddoppiata in 15 anni, toccando il 14,6%. Sono i dati allarmanti contenuti nell’analisi del ministero della Salute per l’Ottava 1relazione al Parlamento su alcol e problemi correlati 2.
Giovani a rischio. Il decennio 2000-2010 ha visto in particolare la crescita fra i giovani di consumare vino e birra, ma anche superalcolici, aperitivi e amari, che implicano spesso ‘la bevuta’ lontano dai pasti e con frequenza occasionale. Lo fanno fuori dai pasti e questo aumenta i pericoli per la salute: nella fascia di età 18-24 anni i consumatori
fuori pasto sono passati dal 33,7% al 41,9% e tra i giovanissimi di 14-17 anni dal 14,5% al 16,9%. “Nove milioni di persone non seguono le linee guida nutrizionali dell’Inran, l’Istituto nazionael di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, ispirate alla moderazione – spiega spiega Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto Superiore di Sanità 3, che ha elaborato i dati . – Tra questi preoccupano i 400.000 minori al di sotto di 16 anni che non dovrebbero ricevere bevande alcoliche né in famiglia, né nei luoghi di aggregazione”
Pubblicità sotto accusa. Tra le ragazze tra 14 e 17 anni nell’ultimo quindicennio la quota di consumatrici fuori pasto si è quasi triplicata. “Le ragazzine seguono di più le mode per questo sono più a rischio. Le mode sono stimolate dalle pubblicità che fanno apparire performanti le persone che consumano le bevande alcoliche. Hanno anche scoperto l’azione di disinibizione dell’alcol. Questo aiuta loro a superare la timidezza e così hanno più facilità di relazioni”.
Voglia di sbornia. Anche il binge drinking si è ormai diffuso stabilmente a partire dal 2003, registrando un costante aumento in entrambi i sessi, e nel 2010 ha riguardato il 13,4% degli uomini e il 3,5% delle donne. Complessivamente, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il 25,4% degli uomini ed il 7,3% delle donne di età superiore a 11 anni, circa 8.600.000 persone, consumano alcolici senza rispettare le indicazioni di consumo delle agenzie di sanità pubblica, esponendosi a rischi alcolcorrelati. “Almeno il 13% della popolazione beve almeno una volta all’anno per ubriacarsi, il binge drinking – dice Scafato – . L’alcol fa molto più male quanto più è concentrato il consumo. Il problema è quello dell’intossicazione alcolica. Sono aumentati i ricoveri ospedalieri”.
Modelli sbagliati. Resta da chiedersi come mai c’è sempre più voglia di ubriacarsi. “Il modello a livello globale è quello dello sballo. L’alcol è solo un mezzo per trasgredire – spiega Simona Pichini dell’osservatorio Fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di sanità e rappresentante nazionale per le politiche sull’alcol presso l’Oms – . E’ più facile reperirlo rispetto alla droga, non è illegale ed è più accettato socialmente. Nell’età adolescenziale si trasgredisce facilmente, ma se il modello familiare è sano in genere si torna alla normalità”.
La mortalità. “La mortalità è superiore alla media europea , circa 20.000 morti l’anno – aggiunge Scafato – . L’alcol è una sostanza per la quale c’è la minore percezione di rischio. Si sa che è pericoloso guidare dopo una bevuta, ma va ricordato l’alcol influisce anche sull’insorgenza di 60 malattie come ad esempio 12 tipi di tumore. In Italia è bassa la percezione del rischio, soprattutto al fatto che si beve sempre di più fuori pasto. Bere durante il pasto si dimezza la concentrazione della sostanza nel sangue”.
Tema 1: Omicidio stradale – Ubriachi o drogati rischiano 18 anni di carcere
Da: Leggo
Questo articolo è molto importante perchè è un argomento del momento e che si sente chiamato in causa spesso: l‘omicidio stradale.
Dal ministro dei Trasporti Passera è stata proposta una nuova legge
dovecon la quale si vuole punire severamente quelle persone che guidano ubriache o sotto l’effetto di stupefacenti, causando incidenti stradali. Passera è stato molto chiaro: “L’impunità di chi uccide non può essere più tollerata” e con questo annuncia i possibili 18 anni di carcere e la totale sospensione della patente; sia da parte dei motocilci che delle autovetture.L’iniziativa è stata lanciata lo scorso giugno
da undal sito omicidistradali.itdoveche ha raccolto più di 57mila firme anche politiche con l’ obbiettivo rendere più severe le pene.La principale perplessità sia da parte del governo che da parte dei politici è che bisogna applicare la legge, valutando caso per caso soprattutto quelli più gravi.
Gelpi presidente Aci ribadisce che è giusto inasprire la pena ma non basta e farla rispettare.
E con questo penso che sia una legge molto importante e giusta e spero che intimidisca i ragazzi a non bere e drogarsi prima di mettersi alla guida(vedi le stragi del sabato sera)
Testo un po’ breve anche se abbastanza corretto. Attenzione però a non usare “dove” al posto del pronome relativo “Che”. Avresti potuto ampliare il tuo commento finale.
Il Giardino Segreto.
Federica era una ragazza sola, la madre era morta dandola alla luce e il padre era sempre in giro per il mondo a firmare contratti. Federica soffriva molto la mancanza dei genitori e sin da piccola si era chiusa in se stessa senza mostrare la minima emozione.
Ma nonostante fosse una ragazza chiusa e solitaria, era dotata di una bellezza indescrivibile. Era alta con un fisico da ragazza immagine, aveva i capelli lunghi color cioccolato e due grandi occhi intensi color nocciola. Era molto abbronzata, fatto questo comprensibile visto tutto il tempo che passava nella piscina di casa sua. Casa sua era una piccola villa a due piani con tanto di piscina e quella villa era l’unico posto dove Federica si poteva sfogare.
Come ogni ragazza della sua età, tredici anni appena compiuti, le sembrava che il mondo fosse tutto contro di lei, che ogni cosa ce la
abbiaavesse con lei e per controllarsi lei usava la pittura. Infatti, Federica era un pittrice molto dotata e ciò che amava disegnare di più erano i fiori del giardino di casa sua e aveva intenzione di andare in un liceo artistico.Un giorno mentre tornava dal corso di pittura pomeridiano si perse, invece di svoltare a sinistra aveva girato a destra. Mentre cercava di capire dove si trovasse vide un piccolo praticello pieno di fiori dai mille colori. Era uno spettacolo meraviglioso, Federica quasi non riusciva a credere ai suoi occhi. Non poteva credere che esistesse un piccolo paradiso come quello fatto apposta per lei. Subito si buttò sul praticello. Le veniva quasi da piangere: dopo tutti quegli anni passati a disegnare sempre gli stessi fiori ora poteva liberare la fantasia. Federica si mise a disegnare ogni tipo di fiore che riusciva a distinguere e li colorava di mille e più colori ma presto si fece buio e dovette tornare a casa. Così prese tutti i suoi colori, la matita e la gomma e si incamminò verso casa.
Una volta arrivata a casa, cenò servendosi di ciò che la servitù aveva preparato e corse in camera sua. Quello fu il venerdì più bello della sua vita ed era estasiata all’idea che il giorno dopo avrebbe potuto passare tutto il giorno immersa nei suoi fiori dai mille colori.
Il giorno dopo Federica si svegliò di buon umore, era felicissima di poter tornare nel suo mondo segreto, il piccolo prato. Si vestì, preparò una borsa con dentro fogli, matita, gomma, colori e si fiondò a far colazione. Mangiò del pane con marmellata e bevve una tazza di latte caldo, si lavò i denti e si precipitò fuori di casa.
Una volta arrivata nel suo nascondiglio si sentì sollevata, si sdraiò sull’erba con un raggio di sole che le colpiva il viso e si mise a pensare alla scuola superiore. L’anno scolastico stava per finire, lei aveva già scelto che liceo fare ma continuava a chiedersi se quella fosse stata la scelta giusta. Ad un tratto, mentre Federica si era completamente
assortitaassorta nel suoi pensieri, un’altra persona era arrivata nel giardino segreto. Era Daisy, una fioraia amica di Federica. Daisy adorava Federica e la cosa era reciproca; Daisy era una donna allegra ed energica che non si lamentava mai:“Ma che ci fai qui?”, chiese Federica svegliandosi della trance.
“Potrei farti benissimo la stessa identica domanda!”, rispose Daisy:
“Questo è il mio piccolo giardino segreto! Adoro stare qui, è così tranquillo!”, disse Federica in tono di risposta.
“Lo stesso per me. Adoro questo posto perché mi trasmette tante emozioni, qui ci sono così tanti fiori che mi ispirano nuove composizioni floreali. Grazie a questo giardino segreto ho scoperto il linguaggio dei fiori…”
“Il linguaggio dei fiori?”, domandò Federica interrompendo Daisy.
“Si, non lo conosci?”, chiese sorpresa Daisy.
“No, non lo ho mai sentito nominare. Me lo insegni?”
“Molto volentieri, Federica. Il linguaggio dei fiori è….” e iniziarono così le lezioni di Daisy. Federica scoprì molte cose sui, imparò il significato di molti fiori a memoria.
Ogni giorno alla stessa ora, Daisy e Federica si incontravano per continuare le lezioni, finché un giorno Daisy non si presentò, e al suo posto Federica trovò un bigliettino con su scritto: “ Non hai più bisogno di lezioni, ora sai tutto ciò che dovevi sapere. Ora vai e
orausa i fiori per dire ciò che senti!”. Federica fece come era scritto nel biglietto, usò i fiori per comunicare con gli altri, funzionò! Ora Federica ha tanti amici e non soffre più la solitudine.Bene! Ti ho corretto in qualche frase la punteggiatura.
Tema 1
Articolo: Senza parole ma da copione vince “The Artist”
da: L’Unità 28 febbraio 2012.
Si è tenuta ieri notte l’ottantaquattresima edizione della Notte degli Oscar. Ha vinto
vince“The Artist” , film muto ed in bianco e nero che però havintoguadagnato ben cinque statuette, tra cui miglior film, miglior regia e migliore attore protagonista. Quest’ultimo sul palcoricordòha ricordato che l’unica volta oltre a quest’anno in cui vinse un film muto fu nel 1929, quando ci fu la prima edizione e dopo ben ottantaquattro anni un altro film muto vince l’oscar come miglior film.Anche Hugo Cabret di Martin Scorsese, tratto dal libro “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret” di Brian Selznick ha vinto cinque oscar, però quelli considerati più tecnici come l’oscar alla fotografia, agli effetti speciali, sonoro e scenografia, quest’ultimo vinto da due italiani, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, unici due oscar italiani quest’anno.
L’oscar per migliore attrice protagonista va ancora una volta a Meryl Streep che si aggiudica il suo terzo oscar.
Invece Christopher Plummer (Il capitano Von Trapp in “Tutti insieme appassionatamente”) vince il suo primo oscar a ottantadue anni come miglior attore non protagonista nel film “Beginners”.
Questa edizione ha ricevuto molte critiche, per via dell’oscar per il miglior film a “The Artist”; secondo la maggior parte delle persone sarebbe stato meglio darlo ad “Hugo Cabret”, perché “The Artist” è una bella idea, mentre “Hugo Cabret” è un bel film.
Manca il tuo commento personale e anche rispetto alla sintassi ci sono diversi punti incerti o non corretti. Sai fare di meglio.
3) Un bambino particolare: storia di un bambino che più di tutto voleva studiare.
Frank era un ragazzo molto isolato, viveva a dieci isolati dal suo compagno di classe più vicino, non parlava con nessuno non esponeva le sue idee a nessuno tranne che alle professoresse, era uno studioso fissato e, se possiamo dirlo, anche secchione per alcuni. Nessuno sapeva il perchè di tutto il suo interessamento verso le materie didattiche, addirittura su di lui girava una leggenda scolastica, di quelle che si dicono a scuola ma di cui nessuno sa la verità. La leggenda narrava del fatto che lui studiava da quando arrivava a casa fino al mattino dopo, avendo soltanto il tempo per mangiare e dormire. Ovviamente questa è solo una leggenda messa in giro da una perfida ragazza di nome Giulia. Lei odiava Frenk, non lo sopportava perchè era molto più bravo di lei; molte volte gli parlava apposta durante le verifiche, ma poi, girandosi, faceva beccare solo lui ma le prof sapevano che Frenk aveva delle capacità fuori dal comune e perciò non dicevano niente. Frenk era anche l’icona della scuola perchè partecipava a tutti i congressi scolastici insime ai professori.
E…. Ottimo inizio ma manca il proseguimento della storia! Attenzione alla punteggiatura: dividi le frasi quando sono complete e stai passando a raccontare un altro elemento della storia, un’altra scena e usa le virgole per introdurre quelle pause che vorresti riproducessero il parlato.
Oggi è stato un giorno in cui…..
Ho capito che non avevo una singola possibilità di scrivere il testo di italiano.
Senza idee semplicemente spacciato.
Cercavo sull’autobus articoli di giornale, alla ricerca di volti che mi potessero ispirare, ma nulla.
Sono arrivato a casa e completamente svogliato mi sono sdraiato sul divano e i miei occhi si
perserosono persi nella bianca intonacatura del muro del soggiorno.Le mie mani reggevano il pc che aperto su un commento del blog di classe proiettava la barra di digitazione lampeggiante su uno sfondo vuoto.
Quando l’ispirazione HAI SALTATO QUALCOSA…finalmente arrivò scrissi un lungo lunghissimo tema.
Articolato , un tema che sembrava non finire mai, ma il bello era che più scrivevo più la storia prendeva forma.
Finii che impiegai 4 pagine web per scrivere il mio tema, ma sulla fine mi addormentai.
Il tempo passava ed io dormivo.
Mi svegliai e il primo pensiero fu ahhhhhhhhhhhh il tema!!
Ma per fortuna non era successo niente.
Appena svegliato vidi mio padre giocare alla play, sentii un buon odorino provenire dal forno e contemporaneamente vidi mia madre asciugarsi i capelli.
Tutto tranquillo ma pensai la corrente non deve… la luce sparì e io finii di saltare!
Subito intuii che la corrente era saltata e giuro che se avessi avuto un qualsiasi oggetto in grado di farmi del male lo avrei usatoo per suicidarmi.
Ed è così che il mio tema attuale trova spiegazione.
Bene. Attenzione a non saltare delle parole perché altrimenti le frasi restano incomplete o non sono chiare.
Un bambino particolare: storia di un bambino che più di tutto voleva studiare.
Ho scritto il racconto attraverso l’articolo di un giornale (ovviamente inventato).
School and friends.
Abbiamo chiesto ad ogni adolescente di una scuola media, che cosa
fàfa quando torna da un giorno di scuola.Essi ci hanno risposto che l’inizio del loro pomeriggio è caratterizzato da una doppia dose di Xbox o almeno questo è quello che hanno detto i ragazzi.
Mentre la maggior parte delle ragazze ha risposto che appena tornano a casa si fiondano davanti al computer a chattare.
Ma c’è solo l’uno percento dei ragazzi di questa scuola che hanno risposto che appena arrivano a casa si fiondano sui libri e prima di andare a letto si ripassano tutto qullo che hanno studiato.
Questa piccola percentuale è la risposta di un solo ragazzo, l’unico che ha la media più alta in tutta la scuola e che ci ha raccontato il suo tipico giorno di scuola e le sue preoccupazioni.
Marco, (così si chiama il ragazzo) comincia la sua giornata al suono della sua sveglia che viene puntata da lui stesso ogni sera alle sei meno un quarto.
Dice che, svegliandosi a quell’ora, riesce a ripassare tutte le materie di studio, farsi una doccia anti batteri, fare colazione lavarsi i denti, vestirsi e concedersi un po’ di tempo
alcon il suo libro preferito che ha letto circa tremila e ventitre volte,; il libro in questione è ” I promessi sposi”, libro odiato quasi da tutti gli adolescenti delle scuole medie.Quando ha letto circa due o tre capitoli si avvia verso la scuola alle sette, quaranta minuti prima del suono della campanella, perchè non vuole rischiare di arrivare in ritardo anche abitando a pochi passi dalla scuola.
Questa è una delle sue preoccupazioni basilari.
Mentre aspetta fuori da scuola, si concede un arco di tempo per osservare l’ambiente che lo circonda anche dopo averlo visto per tre anni di fila.
Guarda gli alberi, il colore delle foglie, gli uccelli, conta i nidi che sono sugli alberi ecc..
Quando suona la campanella, salendo le scale gli sorge un altro fatidico problema : ” Oggi mi interrogheranno?”. Entrando in classe si siede al primo banco e aspetta la prof. con la mano alzata fino al suo arrivo.
Quando la prof. gli dà la parola lui si alza
vàva davanti alla cattedra e chiede alla prof se lo interroga e se la prof. si azzarda a dire di no, lui si mette in ginocchio e comincia a piangere, urlando e pregando di essere interrogato.Dopo aver ottenuto un bel dieci in matematica la sua giornata va avanti con una sfilza di dieci e nove per tutte le interrogazioni. La cosa positiva di tutto ciò è che i suoi compagni di classe non possono preoccuparsi di avere un cinque per non aver studiato 😀 .
La meteria in cui
vàva piuttosto male è l’educazione fisica, infatti il martedì all’ora di ginnastica non porta mai la tuta, mentre i rari giorni in cui la porta e magari si gioca a pallavolo, nessuno gli passa la palla e viene scartato da tutti.Infine, quando torna da scuola si fionda sui libri.
Dopo aver intervistato Marco una domanda ci è sorta spontanea: ” Come fà un ragazzo di tredici anni a pensare solamente allo studio e non concedersi mai un po’ di relax? ”
Lo chiediamo a voi lettori e lettrici e aspettiamo vostre risposte 😀
Brava! Molto acuto e divertente questo racconto. Attenzione però all’ortografia: va e non và! Fa e non fà!
Un bambino particolare: storia di un bambino che più di tutto voleva studiare.
Voglio narrarvi la storia di Giacomo Cuor di Leone , non un semplice bambino che va a scuola tutti i giorni pensando: “Appena finisco vado a mettermi davanti alla play station!”. Non era un bambino del genere; era un bambino strano, ecco perché voglio parlarvi di Giacomo. Giacomo si svegliò puntuale alle 6:55 del mattino per andare a scuola, aveva scoperto che per chi si sveglia alle ore e 6 e 55 la
suagiornata andrà di in bene e in meglio, almeno questo è quello che pensava lui.Subito alzato dal letto si mise sul naso i suoi occhialoni neri da scienziato pazzo con delle lenti larghe quanto una fetta di salame. Si
vestiivestì con gli occhiali , si lavò con gli occhiali e pure si insaponò con gli occhiali. Prese i suoi vestiti che sembravano messi a caso: con la sua camicia a scacchi color blu a righe bianche e i pantaloni in velluto che gli arrivavano sopra l’ombelico sembrava per gli altri proprio un secchione. Francamente anche a me pareva un secchione. Salutò la madre, le diede un bacino sulla guancia ed esclamò :” Ti voglio bene mamma”. Aspettò con 10 minuti di anticipo l’autobus della scuola. Salito a bordo , senza dare un’ occhiata agli altri, si mise sul primo postodalla destra del guidatore, “purtroppo soffriva di autobus”. Arrivato a scuola si inchinò per terra e disse:” Grazie di esistere scuola , senza di te non riuscirei ad andare avanti“. Sorpassato l’autobus vide tre bulli che se la prendevano con un ragazzino piccolo e minuto che si chiamava Luca. Senza dare troppo nell’occhio, Giacomo, corse più che poteva sperando che nessuno di tutti quei bulli lo avesse visto. All’improvviso andò a sbattere su una cosa grossa e molle, sisentiisentì tirato su dal colletto della camicia e vide la faccia di “Stuzzico”, il più cretino dei bulli. “Ei guarda, Francis, ho trovato questo che mi è venuto addosso come una saetta, io voglio prendergli lo zaino, dai ti prego posso?”” Si che puoi, cretino” disse Francis ”basta che lasci a me il signor Cuor di FIFONE”. Dopo avermi preso lo zaino mi presero il braccio e mi scaraventarono addosso a Luca, ancora intontito dalle botte di Francis. Con vergogna, a differenza del suo cognome, e dispiacere CHI????raccolse i fogli lanciati a terra da Stuzzico, li mise in cartella, e scappò correndo verso l’entrata della scuola. A parte il “disguido” era in fondo felice perché era appena iniziata la scuola e a lui piacevano molto perché si dovevano fare molte verifiche iniziali. Tutta la giornata la passarono a fare le verifiche , Giacomo era felicissimo urlando nella sua nuova classe :”Ho preso 10, ho preso10 “, già sapeva che aveva fatto tutto giusto. Luca , il ragazzo prima picchiato dai bulli insieme a lui gli venne in contro e disse :”Che noia i bulli, sempre a romperti le scatole, tu che fai?”. Giacomo allibito gli rispose: ”Già, il loro quoziente intellettivo è pari a 64-63, che equivale a 1, molto patetico; e comunque non faccio niente, li lascio stare “. Iniziò una lunga conversazione a tal punto da chiedere: “EHi luca, vuoi venire a casa mia a studiare le moltiplicazione con le potenze?”. “Si..” rispose Luca “ a patto che poi giochiamo a calcio sotto il campetto di casa mia , se vuoi ti insegno a giocare, che ne dici?”. Dal quel momento in poi nacque un forte legame trale due personei due compagni , erano diventati migliori amici. Anche tuttora sono amico di Giacomo Cuor di Leone e insieme ci divertiamo profondamente, lui m fa studiare matematica ed io gli insegno a giocare. Ecco la storia di Giacomo Cuor di Leone solo di nome ma non di fatto.Bene il contenuto; qualche errore di sintassi, ad esempio, con la punteggiatura (ad es. le virgolette). Attenzione a non confondere la 1 e la 3 persona del passato remoto: io finii, egli finì; e anche ricordati che il pronome che sostituisce a lui è gli e non li!