“Su quest’isola, dunque, abita l’unico popolo d’Europa che non ha mai intrapreso guerre di conquista: fu invece più volte conquistato, dai Danesi, dai Normanni, dagli Inglesi; inviò per il mondo soltanto preti, monaci,missionari che, dall’Irlanda portarono in Europa lo spirito ascetico della Tebaide.
Mille e più anni or sono quest’isola, scivolata in mezzo all’Atlantico, tagliata fuori dal fitto delle terre, era il cuore ardente d’Europa.”….
“Qui la pioggia è assoluta, grandiosa, terrificante.
Chiamare una pioggia simile maltempo, sarebbe sproporzionato, come chiamare bel tempo il sole a picco, folgorante.
Questa pioggia si può chiamare maltempo ma non lo è.
E’ semplicemente tempo e ci ricorda espressamente che il suo elemento è l’acqua che cade.
E l’acqua è dura.”
Heinrich Boll, Diario d’Irlanda
Come ha detto Sara siamo stati davvero fortunati a non “incontrare” pioggia e a piovere solo l’ultimo giorno.
Tutti quelli a cui avevo detto del mio viaggio in Irlanda la settimana di Marzo si erano preoccupati per me, continuavano a dire del brutto tempo che avrei trovato, della pioggia e del freddo gelido e che con quel mal tempo non mi sarei potuta divertire tanto.
Per fortuna si sbagliavano, perché è sempre stato bello con un enorme sole sempre in cielo e per me, è stata la miglior gita fatta in assoluto, mi sono divertita un mondo.
Devo dire che invece noi siamo stati molto fortunati perchè non ha mai piovuto.
Ha piovuto solo l’ultimo giorno ma non era pioggia erano lacrime del cielo che piangeva perchè noi ce ne stavamo per andare.
Anche mia madre mi aveva parlato del tipico tempo irlandese:pioggia,pioggia e ancora pioggia.
Invece noi giovedì eravamo addiritura in maglietta a manice lunghe e Giulia la freddolosa della classe era in felpa ,quindi faceva veramente caldo,per essere in Irlanda.Il tempo invece per gli irlandesi era caldissimo infatti Rebecca che era la mamma ogni giorno mi diceva:”It’s warm.”Io onestamente tutto questo WARM non lo sentivo ,loro giravano in magliettina e per fare la doccia aprivano tutta la finestra per cambiare aria e tu entravi e ti veniva la pelle d’oca.