Mercoledì 11 aprile abbiamo fatto un laboratorio con Emanuela, sul commercio equo solidale. Prima di tutto ci siamo presentati e poi divisi in gruppi. Abbiamo risposto ad alcune domande per vedere quello che sapevamo. Dopo ci ha fatto una piccola lezione.

Da questo laboratorio abbiamo imparato molte cose, abbiamo ragionato, siamo riusciti a discutere e tutti sembravano interessati. In  particolare mi ha colpito quando Emanuela ci ha detto che quando noi compriamo, ad esempio, un paio di scarpe della nike da 100 euro, diciamo sì, magari, allo sfruttamento minorile. Mi ha colpito perchè anche se pensi di non poterci far niente, invece puoi aiutare comprando alimenti equo solidale che sono buoni lo stesso e può cambiare qualcosa(le aziende che sfruttano i bambini potrebbero mettere nuove regole, cambiare, vedendo che la gente non compra più i suoi prodotti).

Adesso tocca a voi commentare:

Cosa vi ha colpito?

Secondo a voi è servito fare questo laboratorio?Vi è piaciuto?perchè?

Cosa ne pensate sulla questione di comprare alimenti equo solidali?

5 Commenti a “Chico Mendez”

  • DJGoRdY scrive:

    Devo dire che questo intervento da parte di Chico Mendes mi è piaciuto molto, ma soprattutto mi è servito molto perché sono riuscito a capire tramite il gioco che abbiamo fatto che i lavoratori primari del prodotto, che possono essere agricoltori, per esempio, prendono davvero la minima parte del ricavato del prodotto perché così a fondo non lo avevo capito. Una seconda cosa che però questa volta ha rafforzato la mia idea è stata che comunque i prodotti equo solidali sì in alcuni casi costano meno, ma da quello che ho potuto costatare sono di qualità inferiore, come il cioccolato che ci hanno offerto in classe o l’abbigliamento che sono andato a guardare su internet. Quindi posso dire che il commercio equosolidale è una ottima cosa ma dalle mie conoscenze andrebbe migliorata la qualità dei prodotti.

    Credo anch’io che il gioco sia stato molto utille. Grazie per il commento

  • Gigia scrive:

    Secondo me, questo laboratorio è stato molto divertente, perchè la ragazza è rtiuscita a spiegarci gli argomenti facendoci divertire, attraverso i giochi.
    Sono rimasta molto sorpresa, quando ho capito che per fabbricare un prodotto, si debba deve sempre aver bisogno di ogni “sezione” (meglio: anello della catena): dai contadini ai commercianti e che nessuno possa fare a meno dell’altro.
    La parte, infatti, del laboratorio che mi è piaciuta di più è stata quando, abbiamo inscenato una discussione, per capire quanti soldi dovessero andare a ciascuna sezione, per il prodotto ed è stato soprattutto divertente vedere, quanto ci fossimo immedesimati nelle parti che avevamo ricevuto e con quanta grinta abbiamo tentato di difenderci per ricevere più soldi.
    Io credo, che comprare prodotti equo e solidali sia giusto, perchè ti fa sentire, secondo me, una persona migliore e non ti fa avere sensi di colpa a differenza di altri prodotti, di cui se fai la ricerca, puoi scoprire molto spesso, che vengono prodotti o coltivati da bambini, schiavi…

    Bene, ma attenzione all’uso della virgola!!!! Mai tra sogge e verbo o tra predicato e comp. oggetto, ecc ecc.
    :-)

  • αngi scrive:

    Il fatto che mia ha più colpito è stato quando Emanuela ci ha detto che comprando magari un paio di scarpe di 100 euro, è come se accettassimo lo sfruttamento dei bambini.
    Poi anche il fatto della cartina come ho detto nell’altro articolo.
    Secondo me questo laboratorio è servito perchè magari adesso starò più attenta alle cose che compro, magari guardando se di un prodotto che compro sempre ce ne anche uno equo solidale.
    Il laboratorio mi è piaciuto, anche per i laboratori, per esempio il primo era sul rispondere a delle domande a crocette, poi abbiamo fatto un gioco di ruolo, dove un gruppo erano i commercianti, un altro gruppo i contadini, un altro le aziene o comunque i capi e per ultimo i trasportatori, ovviamente del cioccolato, dato c he tutto il laboratorio era concentrato su di esso.
    In questo gioco di ruoli dovevamo arrivare ad una conclusione su come spartirci 18 quadratini, che sarebbero i soldi, partento da quanto ogni gruppo pretendeva di avere, a seconda dei bigliettini con dele descrizioni.
    E’ stato molto interessante perchè abbiamo fatto un dibattito intelligente arrivando ad una conclusione.
    Poi adesso sappiamo che anche il cioccolato equo solidale è buono come quello normale. 😉

    Cosa ne pensate sulla questione di comprare alimenti equo solidali?

  • ⓛⓞⓥⓔM@Rg¥εïз scrive:

    Il laboratorio di Chico Mendez mi è piaciuto molto e l’ho trovato molto interessante, perché ho potuto imparare nuove cose, tra qui le varie fasi, il processo, dei chicchi di cacao fino a quando diventano cioccolato.
    Mi ha colpito molto quando Emanuela ci ha fatto dividere in gruppi e ci ha fatto ragionare su, secondo noi, su diciotto parti di una tavoletta di cioccolato, a seconda del nostro lavoro, quando ci spettava e io, personalmente, per il mio lavoro, ovvero il trasportatore il quale rischia la propria vita durante il viaggio, mi ero data almeno 7 pezzetti, ma in realtà me ne spettavano solo 4.
    Questo la laboratorio secondo me ci è servito molto perché ci ha fatto capire realmente quanto poco guadagnino le persone che lavorano dietro a un prodotto di questo genere, ma soprattutto quanto lavoro ci sia.
    Sulla questione di comprare alimenti Equo Solidali io trovo che sia giusto, perché comunque abbiamo una prova che sono buoni come quelli normali, grazie al cioccolato che ci ha fatto assaggiare Emanuela. :)

  • Mury◕‿◕ scrive:

    Io mi sono divertita molto durante il laboratorio e ho imparato nuove cose su uno degli alimenti che amo di più, il cioccolato! Mi ha colpito molto la suddivisione di una tavoletta di cioccolata che Emanuela ci ha mostrato nel suo Power Point, la tavoletta era divisa in diciotto parti. Io mi ricordo solo che secondo il commercio tradizionale, i coltivatori prendevano solamente una parte. Mentre secondo il commercio equo e solidale, i coltivatori prendono sei parti della tavoletta.

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