In questa poesia Leopardi riprende sempre il tema della natura matrigna e maligna, utilizzando la figura della luna, che dice essere privilegiata perché immortale rispetto all’uomo che ha una vita temporanea.
Il pastore simboleggia l’uomo che la notte va a dormire e che si perde nel sonno, non sapendo dove andare. Mentre la luna ha un moto differente: “sorge la sera”, si muove nella notte, ma è presente anche di giorno. Quindi, la luna non interrompendo mai il suo moto sa da dove viene e sa dove va.
La poesia però, riprende anche il tema del pessimismo storico, dicendo che il sonno e la morte sono fratelli e che quindi, anziché gioventù e sonno c’è vecchiaia e morte.
Nella poesia si parla, infatti, della povertà della vita, della sua precarietà e soprattutto della sua tragica conclusione, la quale finisce in un abisso, ossia la morte.
E voi, avete trovato altri temi? Quali?
Ascoltate l’audio della poesia recitata da Arnoldo Foà
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Scritto da Gigia
Leopardi, fa un confronto tra la vita del pastore e la vita della luna, invidiando la luna che sa quando deve sorgere e quando deve tramontare, che ha la vita già programmata senza possibiità di cambiarla.
Anche il pastore è più o meno simile alla luna perchè fa le stesse cose ogni giorno, senza sperare di poterle cambiare, però essendo umano questa cosa lo intristisce e vede come il suo unico cambiamento, la morte.