Giuseppe Ungaretti viene intervistato nel 1961 da alcuni giornalisti; ascoltandolo possiamo cominciare a capire chi era e che cosa pensava della Poesia e di alcuni poeti suoi maestri, tra i quali anche Leopardi.
Ma come scriveva le sue poesie?
Giuseppe Ungaretti viene intervistato nel 1961 da alcuni giornalisti; ascoltandolo possiamo cominciare a capire chi era e che cosa pensava della Poesia e di alcuni poeti suoi maestri, tra i quali anche Leopardi.
Ma come scriveva le sue poesie?
Io penso che dopo un periodo buio per la poesia con Ungaretti torna la luce.
La cosa che apprezzo di Ungaretti è che pensi che poeti non si è di lavoro ma lo si è quando se ne ha l’occasione.
Infatti Ungaretti scriveva in trincea mentre fuori infuriava una battaglia.
Ungaretti ha distrutto i tre vizi della nuova poesia, secondo me, ha fatto bene perchè adesso si scrive qualcosa di più semplice ma con un significato molto profondo.
Per esempio mi illumino,
dimmenso.
Secondo me è la rivoluzione del pensiero poetico non si scrive affacciati su una delle sette meraviglie del mondo ma magari in una stanza grigia e spenta.
Secondo me, è uno dei primi poeti ad ammettere di essere un uomo che ha vissuto la vita come tutti gli altri e ciò secondo me, significa che non si sente diverso , migliore o peggiore rispetto agli altri.
A contrario di tutti gli altri miei compagni Ungaretti non mi colpisce né come poeta e né come filosofo perché, facendo il quadro storico, siamo nel periodo delle avanguardie artistiche dove si rivoluzionarono le ideologie, l’arte e la coltura; tutto va al di fuori degli schemi, dei moduli predisposti dalla civiltà ottocentesca la quale richiedeva che dietro a ogni opera d’arte ci dovesse essere sempre di mezzo la storia o la coltura, o come le poesie che dietro c’era una riflessione filosofica universale che va in contro a ogni legge della scienza, con una sola mente si arriva a menzionare temi sui quali è impossibile trattare. Tutto questo non mi affascina perché lui pur essendo anti-conformista rigioca le idee vecchie che erano state faticosamente respinte e questo, secondo me, non va bene perché gli artisti o anche i poeti hanno faticato per ottenere i loro principi ed è successo tutto grazie ad un invenzione, la macchina fotografica che ha tolto il lavoro ai pittori che un tempo erano incaricati solo di ritrarre il vero, la realtà dei fatti, di avere uno schema e seguirlo alla lettera e tutto ciò era banale perché le emozioni non avevano libero sfogo, erano soppresse da tutta quella concretezza quindi erano bandite dall’arte. Ungaretti era un poeta nato da famiglia italiana che è andato contro le ideologie futuriste o a quelle delle avanguardie rimettendo nelle poesie temi e riflessioni riconducibili all’epoca di Leopardi dicendo che aveva capito il valore di essere poeta perché nascondeva nelle sue poesie segreti, ma questo, secondo me, era inutile perché nessuno poteva coglierne il completo significato perché ci metteva del suo nella interpretazione e quindi di conseguenza nessuno sapeva di cosa trattasse e fu considerato un poeta eccezionale, su questo non discuto infatti credo che lui è un genio e faceva riferimento alle ideologie della sua epoca. Ungaretti, secondo me, potrebbe essere stato un poeta bravissimo per l’epoca che precedeva le avanguardie perché riportava riflessioni e tematiche risalenti a Leopardi.
Tutti gli artisti delle avanguardie si ispiravano ai propri principi, per esempio i poeti espressionisti nelle loro stesure facevano riferimento alle dure emozioni provate nella Grande Guerra come la distruzione; i poeti futuristi nelle loro opere,le chiamo così perché in quella avanguardia si guardava anche la grafica dei caratteri e dell’impaginazione della poesia, rappresentavano attraverso parole onomatopeiche il movimento delle nuove tecnologie; i poeti dadaisti nelle loro poesie mettevano in gioco l’effetto imprevedibile delle azioni e quindi per scriverle estraevano a caso delle parole da un sacchetto e poi quello che veniva fuori era letteratura. Io mi chiedo perché lui abbia fatto così perché è devastante rovinare movimenti culturali e spontanei che non rimandino all’antichità o che ti facciano pensare alla polvere appena le senti nominare perché le civiltà si evolvono e così si evolvono anche le ideologie avendo nuovi valori e se si resta attaccati alle cose vecchie si rischia di perdersi e di non trovare più la propria strada e di non scoprire chi veramente sei. Non me ne importa delle simbologie, dei temi e dei valori che stanno dentro una poesia perché essa deve saper comunicare, trasparire ciò che il poeta vuole dirci e non farci riflettere e immaginarci noi che senso abbia se no non è riuscito nell’intento di scrivere e comunicare, denunciare i propri sentimenti, per esempio, l'”Infinito” di Leopardi appena l’ho letto ho pensato: semplice, c’è una siepe, un’orizzonte, del vento, ok l’ho capita; poi non mi sarei mai immaginato che dietro ad essa si nascondesse la percezione del tempo e dello spazio, del pensiero e della realtà perché la mente umana riconduce solamente al significato letterale della poesie, solo quando la studi capisci che è tutt’altro perciò una poesia deve essere fatta e finita come, ad esempio, nel libro “Fahrenheit 451″ dove i libri si sintetizzano fino ad una frase che è esplicita. Appena finisci di leggere un libro conosci solamente la trama e non hai fatto caso alle riflessioni dell’autore oppure a frasi che mediano fra la riformulazione dei propri pensieri a riguardo di quella frase e fra il significato specifico.
In sintesi Ungaretti non mi colpisce perché sono rimasto imbambolato dalle nuove ideologie novecentesche e la mia mente è rimasta sintonizzata sul futurismo perché condivido gli stessi valori.
In questo video Marinetti dice che scriveva le sue poesie, su pezzetti di carta, su qualunque cosa che li capitava tra le mani, e questo lo faceva perché; le sensazione che si provano quando si scrive in una trincea con persone che ti spara addosso, con granate che esplodono a pochi metri da tè, con gente che urla per darsi carica, altri per il dolore di un proiettile in una gamba, beh… penso che quelle emozioni e quei pensieri si possano avere e provare solo in trincea, e quindi capisco il perché lui scrivesse su qualunque cosa li capitasse tra le mani. Poi spiega anche come li veniva l’aspirazione in un momento normale, non si sa! così risponde Marinetti alla domanda, una idea che lo tormenta, dice che a volte è un lavoro lungo, come altrettante volte molto corto, fa anche l’esempio di una sua poesia molto lunga, che scrisse in una notte.
Ungaretti, sinceramente, sotto molti aspetti mi ha colpito molto, per esempio che è un uomo semplice che prima di fare il poeta faceva il professore, il giornalista; il suo modo di vedere le poesie, ovvero che lui pensa che sotto di esse, anche le più semplici, si nasconda sempre, da qualche parte, un segreto, il quale bisogna trovare e ciò lo dice attraverso la frase:””La poesia è poesia solo quando porta un segreto”.
Mi ha colpito anche quello che dice nel video, cioè che la poesia non viene con un’ispirazione in particolare, ma di getto, di colpo e in quel momento non devi fartela “scappare”, ma scriverla immediatamente su un giornale, anche sul più piccolo pezzo di carta, ovunque tu ti trovi.
Una cosa che mi ha colpito nel suo modo di scrivere le poesie è quella di come riesce, per esempio, in sole tre righe a far capire ai lettori quello che voleva trasmettere attraverso quello che scriveva.
Ungaretti scriveva ovunque gli capitasse, anche in trincea, dove vedeva morire davanti ai suoi occhi centinaia di soldati, magari anche suoi cari amici e malgrado ciò aveva ancora il coraggio di andare avanti, di andare avanti con la sua passione.
Lui vive in un epoca dove il futurismo è all’apice di tutto, ma lui scrive le sue poesie in continuità a questo “movimento” diverse, andando contro tre vizi che la poesia era solita ad avere:
– Il Sentimentalismo
– Il Futursmo (come detto)
– La Retorica.
Lui fa il poeta perché ne sente il bisogno e dice che la sua poesia non è pensata ma fatta, è lavorativa, personale e la si deve vivere.
Io devo dire che a dir poco amo questo personaggio, dalle sue frasi, dal suo modo di esprimere le cose, dal senso che da ai temi, ai concetti capisco che è un uomo estremamente colto, intelligente, preparato culturalmente. Credo molto fermamente che Giuseppe Ungaretti abbia rivoluzionato tanto da cancellare quasi totalmente il futurismo, lui esprime concetti che, quasi fa sorridere, ma sono più avanti del futurismo lui dice delle cose che mi fanno rimanere a bocca aperta e mi fanno gioire assai, sentirlo parlare è come sentire parla una macchina che sputa poesie con un sottofondo di musica classica, per me è semplicemente ^stupefacente^.
In particolare amo anche il signicato che da alle seguenti frasi:
-^:”La poesia è poesia solo quando porta un segreto”
Dietro questa frase c’è un mondo, un infinito del buon Leo, un orizzonte, c’è tutto, dire che dietro ogni poesia c’è un sogno è la cosa che è più vera al mondo, perchè molte volte le poesie non si capisco, si lasciano lì su un vecchio tavolo, ma è proprio per questo che si abbandonano perchè non si ha avuto la pazienza di trovare quel magico segreto che sta dietro essa, quasi come un’ alchimia…
La seconda cosa che mi piace molto è la seguente, essa è espressa in modo indiretto infatti non so neanche se è giusta, è una mia leggera interpretazione, quando lui dice che scrive poesia da ogni parte, su ogni cosa, come quando era in guerra per esempio, credo che voglia dire che tutti possono fare poesia e su tutti i materiali dai più innovativi ai più remoti l’importante è far capire bene quello che si vuole dire , esprimere, però, questa invece è una mia interpetazione, totalmente personale, la poesia non la possono capire tutti o meglio se si impegnassero la potrebbero capire tutti ma nella maggior parte dei casi ciò non avviene, dico questo perchè come dice il grandissimo Ungaretti c’è una sempre un segreto dietro una poesia e i segreti da che mondo e mondo sono la cosa che tutti vorremmo sapere, anche nella vita quotidiana, ma se uno non prova interesse verso quella determinata cosa non vorrà mai sapere il suo segreto però se piano piano leggendo magari anche solo qualche parole, come nel caso della poesia, capisce qualche miccolo indizio poi… ZACCHETE rimane affascinato basito, da quel segreto che prima gli sembrava lontano ed insignificante…
A meUngaretti mi ha molto colpito personalmente a prima vista ma anche perchè ha un idea diversa da tutti sulla poesia.Lui pensa che la poesia sia un pensiero oscuro, nascosto che all’improvviso salta fuori ed è lì che non bisogna lasciarlo andare e scrivere di getto su un pezzetto di carta come fu lui.
Un’altra cosa che mi ha colpito di lui è stato il suo coraggio di scrivere in trincea dove è molto difficile ragionare per la continua paura e tensione generale che ti avvolge.
Le parole che usa nelle sue poesie hanno un senso logico tra loro e non messe a caso che però si spiegano a vicenda provocando difficili pensieri nella motivazione delle scelta di quelle parole.
Ungarretti mi ha colpito fin dal primo momento, perchè sciolie il solito stereoptipo del poeta “perfetto” che si rinchiude nel suo studio a scrivere.
Infatti Ungaretti ha fatto lavori concreti, ovvero di tutti i giorni.
Si avvicina al fanciullismo di Pascoli, perchè dice che i giovani sanno vivere la propria vita, ma la vera guida ed esempio di Ungaretti fu Leopardi.
Scoprì Leopardi a 20 anni perchè diceva che se la poesia era decifrabile in modo elemenare, essa non era poesia; Infatti Leopardi lo aveva capito.
In più Ungaretti sosteneva che anche nella poesia che può sembrare banale, dietro c’è un segreto. ( come abbiamo visto in classe nelle poesie di Pascoli)
” La poesia non si pensa, si fà.” diceva l’autore.
Infatti il poeta durante la guerra, scriveva su pezzi di carta perchè aveva l’urgenza di scrivere.
Prof, potrebbe cancellarmi per favore il primo commento, perchè l’ho mandato per sbaglio.
Ungaretti mi ha molto colpito, perchè quando penso di solito a un poeta, penso sempre ad un letterato o comunque, ad una persona di successo, invece, come ha detto la prof: Ungaretti era una persona semplice, che faceva lavori realisti, un esempio, è il breve periodo durante la prima guerra mondiale in cui è andato a fare il soldato nelle trincee.
Si può capire quindi, che era una persona che non rimaneva sempre nel suo studio, ma che andava in giro, patendo e imparando dalle sofferenze e i dolori della vita.
Lui però era anche, una persona che esaltava i giovani, in particolare la loro innocenza e purezza, un’idea che associamo di solito a Pascoili attraverso il fanciullismo.
Ma lui era anche un contemporaneo del futurismo, le cui idee erano molto in contrasto con il pensiero di Ungaretti, a parte forse, per la punteggiatura perchè riteneva che l’uso delle virgole e dei punti non avesse un ruolo importante nelle poesie, perchè per lui la parola può avere valore anche da sola.
Una frase che mi è piaciuta molto è stata quando ha parlato di cosa per lui è una poesia dicendo così: ” La poesia è poesia, solo quando porta dentro un segreto” un segreto ha continuato poi, che può essere contenuto anche, in poesie semplici all’evidenza e che deve suscitare dei sentimenti o emozioni al lettore.
La parola che di solito si usa per descrivere questo modo di pensare è:l’ermetismo, ossia lo scrivere in maniera non simbolica, non esplicita, ma in una modalità più implicita e quindi, più difficile da capire.
Oltre a quet’ultima frase però mi hanno colpito altre tre frasi,la prima è:” La poesia non si pensa si fa” in cui, si capisce che in lui c’è un bisogno e un’urgenza di raccontare alle persone, le sue esperienze personali e le sue idee.
Queste idee, però devono arrivare spontaneamente senza nessuna elaborazione cosa che dice invece, nella seconda frase:” D’un tratto l’idea”.
L’elaborazione, infatti, arriva dopo:” L’idea ti tormenta e viene fuori” quando quindi, dopo aver trovato l’idea devi trovare un modo per saperla esporre in modo che le persone possano capirla e comprenderla.
Un’ultima cosa che mi ha colpito molto è stata, di quando ha raccontato della sua esperienza nelle tricee, dove anche qui si capisce che ha un gran bisogno di dare voce alle proprie idee e sentimenti.
La prima impressione di questo nuovo poeta è stata molto positiva per vari motivi che oggi vi vorrei spiegare.
Prima di tutto mi colpisce la sua definizione di poesia:”La poesia è poesia solo quando porta un segreto.”
Questa frase apparentemente semplice svela quello che ci deve essere in una poesia.
Infatti se una poesia non vuole trasmettere qualcosa a chi la legge non è una poesia.
E’ per questo che Ungaretti va contro la poesia del Futurismo che non vuole dire niente, contro la retorica che gira sempre attorno senza mai arrivare al punto e infine va contro il sentimentalismo.
Lui infatti fa il poeta perchè sente il bisogno di farlo e la sua poesia non è pensata è fatta, concreta.
D’un tratto arriva l’idea che poi lo tormenta fino a quando non viene fuori e l’autore la scrive su un foglio bianco.
Le sue poesie sono personali, sono piene di vita e raccontano l’esperienza dell’autore.
Le parole che caratterizzano la poesie non sono quelle giuste perchè non si riuscirà mai a trovare la parola che descriverà il segreto che vuoi svelare ma si avvicineranno sempre di più.
Non solo mi colpisce per come scrive ma mi piace anche la sua personalità.
Infatti è un uomo che ha vissuto la vita, un uomo reale,semplice, calato nel suo tempo.
Ammira i giovani e li definisce le uniche persone che riescono ad essere sinceri e che sono ancora in grado di vivere la vita.
Questa idea ha delle somiglianze con la teoria del fanciullino di Pascoli.
Ungaretti viveva con il popolo e come il popolo, non scriveva nella stanzetta al sicuro ma viveva e capiva le difficoltà del popolo, ed è per questo che è riuscito a far germoliare una foglia di speranza in un tempo dove la speranza non esisteva.