“Meriggiare” è la prima poesia che Montale decide di far pubblicare e fa parte della collezione “Ossi di seppia“. E’ una poesia che ben esprime la visione critica e negativa che il poeta ha della vita contemporanea.
Nel video è Montale stesso a recitarla!
“Meriggiare” di Eugenio Montale, secondo me, è una bella poesia sia dl punto di vista letterale sia dal punto di vista significativo.
Appena l’ho letta mi sono sentito capito per una volta, è come se avesse espresso i miei pieni sentimenti: la vita ha i suoi alti e bassi come le montagne russe.
Lui attraverso la figura retorica dei cocci di bottiglie sui muri vuole esprimere che la vita è difficile ed è un cammino impervio stra colmo di ostacoli impossibili. La vita è dura e ti fa male, ti rende triste subito dopo che hai trovato uno spiraglio, una scappatoia di felicità.
Leggendola mi sono immaginato di camminare sui cocci di bottiglia e di farmi male schiacciandoli e di non trovare mai una tregua a quella malinconia straziante, lancinante.
La poesia fa riferimento a colori caldi estivi che dovrebbero far pensare a cose gioiose, ma riesce a usare quei colori a suo vantaggio facendogli cambiare significato, infatti il caldo che spacca le pietre, che corrode il suolo e che fa degradare la terra è espresso dai colori caldi.
A me questa poesia mi è piaciuta molto perchè Montale con i cocci di bottiglia riesce a far capire che la felicità è difficile da raggiungere ma anche quando ce la si fa c’è sempre qualcosa che va storto.
Va esempi come il cocci di bottiglia, che secondo me, potrebbe essere un paragone con la spada pechè essa è sottile e tagliente come quello che ti potrebbe succederti in qualsiasi momento e che ti potrebbe rovinare qualsia cosa che sei riuscito a costruire come per esempio la felicità.
Questa poesia non riesco a capirla e non mi è neanche piaciuta molto.
Da quel poco che ho capito in classe i cocci di bottiglia stanno a significare qualcosa che non puoi oltrepassare che ti ostacola nel tuo cammino.
Dalla descrizione mi mette un senso di inquietudine.
La poesia non mi piace molto, ma non perchè non mi esprime emozioni al contrario, ma la poesia mi da un senso di limite, un senso di solitudine, che si comprendono dal muro e la muraglia, simboli del limite che obbliga l’uomo a rimanere isolato.
Questa poesia è l’unica che mi piace di Montale perchè riesco a capirla e mi piace come è stata creata, cioè è come se fosse una sequenza di immagini che mostrano la sua Liguria.
In questa poesia si usano due sensi: la vista e l’udito.
Si osserva i pruni e gli sterpi si sentono gli schiocchi di merli e frusci di serpi.
Si spiano le file di formiche rosse.
Compaiono quattro figure retoriche: l’ossimoro, la sinestesia, consonanza e onomatopeica.
La sinestesia è calvi picchi, la parola onomatopeica e tremuli, l’ossimoro è triste meraviglia, ovvero due parole vicine che hanno significato opposto, ed infine la consonanza rovente.
In questa poesia sono presenti delle rime baciate.
I colori ricordano il giallo ovvero colori estivi.
La luce è intensa, come se fosse una giornata d’estate.
In questa poesia Montale nei primi versi descrive la sua Liguria per poi nell’ultimo verso trarre le conclusioni.
Le conclusioni sono che la vita è come camminare su una muraglia con una cima di cocci aguzzi di bottiglia.
Cioè che per l’uomo è impossibile raggiungere la felicità, è impossibile superare quella muraglia senza farsi male.
L’uomo si affatica ma la felicità non è mai certa.
Io non sono molto d’accordo con Montale perchè credo che se uno si impegna è da tutto se stesso per compiere un’azione, un piccolo gesto, ce la può sempre fare, me se non dovesse farcela la felicità dovrebbe averla raggiunta lo stesso perchè è consapevole di aver lottato e difeso il suo sogno.
In questo video si vede Montale che spiega quando è stata pubblicata la prima copia di Mereggiare, sarà montale stesso a leggere la poesia nel video.
dice anche che purtroppo, questa poesia verrà pubblicata sulle antologie, giustamente l’intervistatore gli chiede perché lui abbia usato la parola purtroppo; lui gli risponde perché si sentiva così sola, e anche perché secondo lui i ragazzi non l’avrebbero capita.