La storia dei ragazzi salvati a Villa Emma

villa emmaVilla Emma, Nonantola, 1942-43.

I ragazzi arrivano a Villa Emma, a Nonantola, cittadina vicino a Modena il 17 luglio 1942.Erano partiti da Berlino e da altre città tedesche e volevano arrivare in Palestina per salvarsi dallo sterminio dei nazisti. Il loro viaggio è lungo e duro e passa anche per l’Italia, considerata comunque meno pericolosa.
La villa è abbandonata da anni e non c’è nulla per accogliere il gruppo dei ragazzi, ma presto tutti si organizzano per dare una mano. Il parroco e insegnante di lettere, Don Arrigo Beccari, porta le brandine del seminario. Il medico Giuseppe Moreali cura i ragazzi e si riorganizza anche la scuola. I ragazzi lavorano la terra di un contadino del posto, in questo modo imparano un mestiere e ricevono gli ortaggi del campo. Quando si può i ragazzi escono dalla Villa e vanno al fiume, incontrano i ragazzi locali. La popolazione di Nonantola si dimostrò molto disponibile verso i ragazzi che avevano dai 6 ai 10 anni e nonostante i divieti e i molti controlli nacquero alcune amicizie tra gli ospiti della villa e gli abitanti.
Otto settembre del 1943. Arrivano i tedeschi e tutti sanno che cosa accadrà ai giovani ebrei di Villa Emma. Viene organizzata la fuga: i ragazzi si nascondono nel seminario del parroco o cercano rifugio nelle case. Quando dicono: “Sono di Villa Emma” le porte si aprono e i ragazzi vengono accolti. Tutti sanno chi sono i ragazzi di Villa Emma, persino i fascisti che fanno finta di nulla.
I tedeschi arrivano il 9 settembre. Non fanno rastrellamenti, forse sanno e hanno paura che tutta Nonantola si ribelli.
Agli inizi di ottobre i ragazzi e i loro accompagnatori salgono su un treno. Vogliono scappare in Svizzera. Hanno le carte di identità che un impiegato del comune ha rubato per loro.
Per arrivare in Svizzera il gruppo dovette guadare il fiume Tresa e per non farsi portare via dalla corrente tutti formarono una catena, alternandosi tra più piccoli e più grandi. Alla fine si salvarono tutti tranne un ragazzo malato che fu deportato poi ad Auschwitz.
Nonantola e la sua popolazione sono ricordati per la grande generosità dimostrata.

Fonti: http://www.storiaxxisecolo.it/; http://www.fondazionevillaemma.org/

14 pensieri su “La storia dei ragazzi salvati a Villa Emma”

    1. Hai ragione Fabio è più bello quando persone di origine, cultura e tradizione diversa si danno una mano tra loro o la danno a chi ne ha bisogno. Non parliamo però di razze umane. Da tempo gli studi scientifici hanno dimostrato che non esistono più razze umane ma che gli uomini condividono un’unica origine. Il termine “razza” non è più utilizzato in riferimento agli uomini.

  1. VILLA EMMA

    Io ritengo che gli abitanti di Nonantola abbiano fatto un gesto giusto e, per quanto pericoloso, molto generoso verso i ragazzi di religione ebraica che altrimenti sarebbero morti ed è molto bello sentire storie come questa che insegnano il rispetto e l’uguaglianza tra persone diverse e in cui la collaborazione gioca un ruolo fondamentale.

  2. VILLA EMMA
    La storia dei ragazzi di Villa Emma è molto commovente.
    Tra questi ragazzi c’era un amicizia che nessuno poteva sciogliere.
    Quando arrivarono i tedeschi, si nascosero per paura , ma paura di non incontrarsi più ! Paura di perdere uno dei più grandi sentimenti: L’AMICIZIA.
    La parte che mi ha colpito di più è stata quella del fiume ; piuttosto di non perdersi l’uno con l’altro si sono tenuti per mano alternandosi tra piu piccoli e piu grandi.
    La forza di vivere e del loro legame li ha aiutati.
    Come ha detto Sara ,
    L’UNIONE FA LA FORZA!!

  3. Trovo che sia molto bello quello che hanno fatto i cittadini di Nonantola e che ci voglia molto coraggio. È anche bello il rapporto che c’è tra i cittadini e i ragazzi. Mi è molto dispiaciuto che uno dei ragazzi non si sia salvato.

  4. Come i miei compagni hanno già detto anche io penso che sia stato molto bello il fatto che i cittadini non ostante i divieti abbiano ugualmente aiutato i ragazzi di Villa Emma e che si sia anche creata un’amicizia tra loro non ostante avessero origini diverse.

  5. La gente di Villa Emma è stata molto gentile e coraggiosa,nascondendo gli ebrei dalla deportazione,penso sia stata la cosa giusta da fare anche se io non avrei avuto il coraggio.

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