Rileggi il racconto sull’antologia La prima indagine di Maigret (pag. 285-289).
Immagina di essere Maigret e scrivi alcuni appunti su tutto ciò che hai visto, sentito e pensato.
Prepara poi un resoconto per il tuo capo, il commissario Le Bret.
Che cosa chiede l’esercizio? Vediamolo insieme.
1) Rileggere con attenzione il testo. Se mentre leggete, evidenziate i punti in cui Maigret pensa, vede o sente qualcosa, poi vi sarà più facile trascriverli in forma di appunti.
Un altro modo è leggere il racconto tenendo accanto un foglio su cui annotare man mano ciò che Maigret pensa, vede o sente.
2) Con i vostri appunti, scrivete un testo. Ricordatevi che siete Maigret e state raccontando al vostro capo tutto ciò che avete visto, sentito e pensato.
Il testo è quindi in prima persona e dovete di fatto mettere a posto in buona forma scritta gli appunti raccolti prima.
Es. Quando sono arrivato alla casa mi è venuto ad aprire il padrone che era in pigiama e portava una vestaglia. Entrando ho subito notato le pareti e un profumo che non avevo mai sentito. Ho intravisto un letto disfatto…
Quando sono arrivato alla casa mi è venuto ad aprire il padrone che era in pigiama, portava una vestaglia e ai piedi indossava un paio di pantofole di cuoio. Era bruno e doveva avere una trentina d’anni.
Entrando ho subito notato le pareti tappezzate di cuoio e un profumo che non avevo mai sentito. Ho intravisto un letto disfatto nella camera perché la porta era socchiusa.
Ho sentito dei passi sulle scale e go intravisto una figura: era un uomo che indossava l’abito da sera, il mantello e il cilindro. Era magro e anziano.
Era il papà del proprietario (Richard Gendreau-Balthazar).
Ho visto che il padre era condizionato dal figlio.
Quando poi sono entrata nella stanza ho osservato che il mobilio della camera da letto era in legno laccato bianco, le pareti tappezzate di seta azzurra.
Quando ho raccontato cosa era successo, Richard si guardò intorno con aria angosciata e fingendo di cercare segno di una pallottola sulle pareti.
Mi hanno fatto vedere la camera ed ero sempre molto teso e sarcastico e non potevo fare altro che obbedire a Richard …. Fu una mezz’ora da incubo.
Quando arrivai davanti al portone della casa venne ad aprire la porta Richard Gendreau-Balthazar e quando entrai notai subito che la stanza era una via di mezzo tra un salotto e un ufficio, c’era un profumo da Maigret mai sentito, il profumo d’avana ( di sigaro). Richard indossava una vestaglia con sotto il pigiama e delle pantofole e subito mi chiese se fumavo, io risposi la pipa e lui in modo non molto gentile disse che detestava l’odore della pipa. Mi chiese cosa volevo e io gli chiesi chi c’era al piano di sopra e lui in tono irritato :”Prego?”. E poi si permise anche di chiedermi se ero ubriaco, poi arrivò suo padre e ironicamente disse:”Guarda papà c’è da morir da ridere” ma restai tranquillo e di nuovo mi chiese cosa volevo sapere, io gli e lo rispiegai e solo dopo notai che il padre aveva un’aria inquietante, era lui che guardava il figlio intimorito come se per parlare avesse bisogno del permesso di Richard. In modo ironico disse che mi avrebbe accompagnato alla stanza e che dovrà congratularsi con il suo amico Le Bret. Io cominciai a osservare la stanza e alcuni oggetti che vi erano dentro e lui disse:”Mia sorella sarà contenta di sapere che la polizia è venuta a ficcanasare fra le sue cose”. Io non mi agitai e continua il mio lavoro. Il padre osò chiedere :” Ma cosa succede?” e spiegai cosa poteva essere successo e Richard disse :” Quel che mi stupisce, signor Maigret è che, di fronte a un’accusa di tale gravità lei non abbia preso l’elementare precauzione di avvertire i suoi superiori, mi sembra di poter dire che lei è venuto qui con una certa leggerezza, ha almeno raccolto delle informazioni sul caso?”. Io non risposi e lui ricominciò :” Insomma, lei non solo entra in casa mia nel cuore della notte ma porta anche un estraneo sotto il mio tetto! Cerchi pure, la prego, se vuole l’aiuto,cerchiamo insieme! Nell’armadio?Chissà!” in modo sempre più sarcastico. Fu una mezz’ora da incubo grazie a Richard.
Quando arrivai davanti al portone della casa venne ad aprire la porta Richard Gendreau-Balthazar e quando entrai notai subito che la stanza era una via di mezzo tra un salotto e un ufficio,c’era un profumo da Maigret mai sentito,il d’avana.Richard indossava una vestaglia con sotto il pigiama e delle pantofole e subito mi chiese se fumavo,io risposi la pipa,ma con aria non molto gentile disse che detestava l’odore della pipa.
Da Alice:
Al bar mi hanno detto che una signora ha cominciato a gridare AIUTO ma poi è stata riportata dentro e hanno sentito uno sparo, mentre quando sono andato alla casa c’era aria di festa, mi hanno fatto vedere la camera dove avevano sentito lo sparo ed era tutto molto tranquillo.
Cara Alice, ti ho spostato il commento perché lo avevi scritto in un posto sbagliato. E’ un po’ troppo sintetico. L’esercizio chiedeva di raccontare le cose dal punto di vista di Maigret ma non di sintetizzarle troppo. Va bene, ma la prossima volta prova a entrare di più nei dettagli!