Primo Levi – Se questo è un uomo (Shemà, Ascolta)

La poesia che apre il romanzo di Primo Levi “Se questo è un uomo” si intitola Shemà (Ascolta) ed è l’invito, l’ammonimento rivolto a tutti affinché riflettano e non dimentichino che cosa è accaduto nei campi di concentramento e di sterminio.

Dopo averla letta con attenzione, discutiamone, rispondendo a queste domande:

Per la comprensione:

  • A chi si rivolge l’autore?
  • Che cosa ordina?
  • Quando è il momento giusto per ricordare ai figli le parole della poesia?
  • Quale punizione attende coloro che non ricorderanno?

Per la discussione:

  • Ai nostri giorni, dopo tanto tempo dalla guerra e dagli orrori dei campi, vale ancora la pena leggere questi versi e ricordare alle persone che cosa è accaduto? Pensate che sia realmente  importante? Perché?

Ecco il testo

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,Ecco il testo
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

 

12 Commenti a “Se questo è un uomo”

  • Gloria scrive:

    L’autore parla a noi
    -Voi che vivete sicuri
    Nelle vostre tiepide case,
    Voi che trovate tornando a sera
    Il cibo caldo e visi amici […]
    Secondo me l’autore ci vuole comandare di scolpire le parole:
    -considerate se questo è un uomo
    che lavora nel fango
    che non conosce pace
    che lotta per un pezzo di pane
    che muore pe un si o per un no
    considerate se questra è una donna
    senza capelli e senza nome
    senza più forza di ricordare
    vuoti gli occhi efreddo il grembo
    come una rana d’inverno.
    Secondo me sarebbe ideale spiegare loro tutto quello che è successo, il giorno della memoria (27/01).
    La punizione alle persone che non ricordano sono
    -vi si sfaccia la casa
    -la malattia vi impedisca
    -i vostri nati torcano il viso da voi
    Io penso che sia realmente importante, perchè sono i sei anni che non dmentichi facilmente ed è importante che le generazioni future sappiano quello che è successo, in modo che non succeda più.
    Baci Glo <3

  • Francesca scrive:

    L’autore si rivolge a NOI, infatti inizia la poesia dicendo: “VOI che vivete sicuri…” e poi continua con “VI comando queste parole…”.
    Primo Levi ordina di meditare, di scolpire nel nostro cuore l’accaduto in ogni momento e ordina di ricordarlo sempre ai nostri futuri figli.
    Secondo me il momento giusto per ricordare ai figli le parole della poesia è quando loro iniziano ad andare a scuola e parlarne spesso magari attraverso un film, una testimonianza o una canzone per non dimenticare!
    L’autore manda una maledizione a tutti coloro che non ricorderanno ed è: “Vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca e i vostri nati torcano il viso da voi.”
    Io penso che valga ancora la pena pensare all’orrore che è accaduto perché dobbiamo ricordare ciò che è successo nei campi di concentramento e tener viva la memoria per evitare che quelle atrocità possano venire commesse ancora.
    Le emozioni che mi suscita questa poesia sono la tristezza e la sofferenza.
    Le immagini che mi vengono in mente sono delle persone, sia uomini che donne, maltrattate; uomini che lavorano nel fango e che lottano per del pane e donne che sono senza nome e senza capelli.

  • Matteo Spiombi scrive:

    L’ autore secondo me si rivolge a tutti noi persone che lo ascoltiamo, e ci ordina di continuare a tramandare generazioni per generazioni il fatto orribile che è successo; e se non lo facciamo Levi ci condanna di morire perché tutti lo devono sapere quello che è successo per non ripeterlo un altra volta. Secondo me il momento per ricordare questa poesia ai nostri figli, è il giorno della memoria oppure, quando avvengono fatti di razzismo: come insulti negli sport, o minacce, ecc. Vorrei aggiungere oltre a quello che ho detto prima, che anche tuttora ci sono molti fatti razzisti, e questo sta a significare che non è ancora de tutto chiaro la gravita di un insulto.

  • il migliore scrive:

    secondo me l’autore si rivolge al pubblico che legge la poesia
    ordina di tramandare da generazione in generazione quello che successe ad Auschwitz e di ricordarlo pure noi quello che successe ad Auschwitz
    secondo me il miglior momento per ricordarlo e quando loro inizieranno a fare domande allora gli racconteremo la storia degli ebrei e quello che successe ad Auschwitz
    e bisogna spiegarcelo in modo che non succeda più
    le punizioni sono
    vi si sfaccia la casa
    -la malattia vi impedisca
    -i vostri nati torcano il viso da voi

  • Vittory01 scrive:

    La poesia di Levi si riferisce proprio a noi che stiamo al caldo nelle nostre case. Ordina a tutti noi di tramandare la storia dei campi di sterminio ai nostri figli e a chiunque non lo sapesse. Bisogna ripeterle ai propri figli sempre, infatti dice “Vi comando queste parole.
    Scolpitele nel vostro cuore
    Stando in casa andando per via,
    Coricandovi alzandovi”.
    Le punizioni sono diverse, il testo proprio cita “O vi si sfaccia la casa,
    La malattia vi impedisca,
    I vostri nati torcano il viso da voi.”
    La prima, vi si sfaccia la casa, non ho ben capito cosa significa in realtà. La seconda vuole dire che la malattia ci uccida, che ci faccia morire (ho scritto “ci” invece di “vi” perchè, anche se lui scrive così, sto parlando io quindi credo che sia più giusto usare “ci”). La terza significa che se non si racconta questa storia, i figli non guarderanno più in faccia i genitori per la cosa orrenda che hanno fatto.

    Io credo che sia essenziale raccontare l’accaduto perchè tutti devono sapere cosa è successo per non ripetere questo squallido evento che ha ferito un po’ tutti, anche se non coinvolti fisicamente.
    Vitto <3

  • Alessia scrive:

    L’autore (in questo caso Primo Levi)si riferisce a noi nella poesia infatti (proprio come sottolinea Francesca) dice: “vi comando queste parole”, “voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case”.
    Primo Levi ORDINA di ricordare l’olocausto e di raccontare, di spargere la voce, perché TUTTI devono essere al corrente dell’accaduto in modo che non si ripeta mai più un fatto del genere!
    E per chi si rifiuta di raccontare, che venga maledetto, “O vi si distrugga la casa”, “o che la malattia vi impedisca!”, “o che i vostri stessi figli non abbiano più il coraggio di guardarvi in faccia”.

  • RAKXALE scrive:

    Primo Levi si rivolge a noi per ordinarci di ricordare ai nostri figli.
    Ci dobbiamo ricordare prima di andare a letto e dopo che ci siamo alzati e chi non ricorda la vicenda ai figli gli si sfaccerà la casa e gli si torcherà il viso.
    Per me non ne vale molto la pena perchè è sempre meglio far vedere un film come quello che ci hanno fatto vedere a scuola anche se bisogna tenere conto dei negazionisti che negano contro ogni evidenza accaduta e quindi non è più una prova utilizzabile se ci fosse un imputato negazionista.

  • rubik scrive:

    L’ autore si rivolge a noi lettori. ordinando di ricordare tutto quello che è successo. il momento migliore per ricordare ai figli quello che è accaduto è il giorno della memoria. Le punizioni per chi non lo farà saranno vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi.

  • Fabrizio Boschetti scrive:

    Per me la poesia di Primo Levi è molto significativa.
    La poesia per me’ è rivolta a noi che torniamo a casa e abbiamo sempre un buon pasto caldo nelle nostre tiepide case,e ci fa riflettere e ci fa pensare “se questo è un uomo e considerate se questa è una donna”,in che condizioni venivano trattati in modo violernto.
    Alla fine della poesia Levi dice che se non lo scolpiremo nel nostro cuore questo terribile fatto se nò vi si sfaccerà la casa i vostri nati torceranno il viso da voi.

  • Matilda Iannuario scrive:

    Primo Levi secondo me si riferisce a noi, che ogni giorno torniamo nelle nostre tiepide case e che non abbiamo vissuto ciò che ha vissuto lui.
    Per me ordina di non dimenticare l’accaduto e di raccontarlo ai nostri figli,e la punizione che vuole infliggere a coloro che non tramanderanno la vicenda, la scrive nelle righe “O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi”.
    Credo che al giorno d’oggi sia realmente importante tramandare o leggere questi versi, perché anche se sono passati settant’anni questa vicenda ha portato allo sterminio di milioni di persone, solo perché non condividevano uno stesso pensiero, ma soprattutto dovremmo farlo per evitare che tutto ciò si ripeta.

  • Diego scrive:

    primo si rivolge parla a noi; ci ordina di di ricordare quel che è successo e quello che se non ricordiamo potrà succedere ancora.
    durante il giorno della memoria perché è giusto che sapppiano anche loro.
    primo levi malefice chi non ricorda, dicenogli:”che i loro geniti si rifiutino di guararlo in faccia, che la malattia lo colpisca che che la casa si distrugga

  • Nicolo Sibillino scrive:

    1) l’autore si riferisce a noi
    2)ci orordina di non DIMENTICARE!!
    3)in ogni momento
    4)i vostri nati torchino il viso da voi

Lascia un Commento

Devi aver fatto il login per inviare un commento