Ho trovato un bel articolo sul Corriere della Sera riferito alla Giornata della Memoria.
Questo articolo racconta la storia di Andra Bucci e la sorella Tati, le signore testimoniano le tappe dei loro undici mesi nel campo dell’orrore. A gennaio sono tornate ad Auschwitz insieme agli studenti per ripercorrere i luoghi dell’orrore della loro infanzia: le camere a gas, i crematori, le baracche e il muro delle fucilazioni.
«Entrare ad Auschwitz non è mai facile. Anche se sono passati 70 anni. Quando vedo da lontano la torretta, mi succede ogni volta, comincio a stare male. Ma vengo lo stesso ogni anno. Per non dimenticare. Poi, quando la visita finisce, ricomincio a respirare. E io posso tornare alla mia vita». Racconta Andra Bucci. Appena arrivate al campo, ricorda Tati, «ci fecero indossare vestiti grandi e sporchi». Poi «ci marchiarono con il numero che ancora oggi portiamo sul braccio. E che non abbiamo mai voluto cancellare».
In questo articolo ci sono interviste, foto e video riferite a loro che raccontano gli 11 mesi d’inferno facendo riferimento all’arresto, ai campi della morte, quando sono state salvate e la loro vita dopo.
Per vedere il reportage cliccate qui.
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Francesca.
Min colpisce che le due sorelle in si vogliono togliere il numero ,perché credo che guardo quel numero porti solo terrore
Le mie emozione sono malinconia soppretutto quando nomina le parti del campo dove avveniva l’uccisione di ebrei ,e ansia come quando lei vede la torretta
Penso che già raccontare questa storia per queste persone sia uno grande sforzo,e che queste signore non vengano dimenticate mai
Io credo che sia una cosa incredibile, per una casualità si sono salvate!!!
Ho letto anche tutto il resto e ascoltato le interviste nel sito. Una cosa che mi ha colpito moltissimo e che non sapevo è che i bambini venivano usati per gli esperimenti, e non avrei mai immaginato che quando non servivano più venivano drogati e impiccati…io continuo a pensare che certe persone non hanno un cuore. Non si possono uccidere così tante persone innocenti. Soprattutto bambini, è una cosa scioccante. I bambini sono intoccabili.
Le sensazioni che provo sono:
– sollievo: perché alcune persone, pochissime però, si sono salvate.
– rabbia e nervosismo: perché tutte quelle persone sono innocenti! Non hanno fatto niente e hanno avuto la sfortuna di trovarsi in quegli anni e in quella brutta situazione.
– tristezza: perché questo è un argomento in se molto triste e, quasi ogni cosa che ne tratta, mette tristezza o rabbia a molte persone.
Vitto <3
Penso che sia una vicenda al quanto terrificante, ma che il coraggio della nonna nei confronti della famiglia è qualcosa di stupendo. Sapere ogni volta sempre di più quello che facevano ai bambini, la cattiveria e la crudeltà nei loro confronti è orribile.
Le mie emozioni sono state:
•Rabbia nei confronti dei nazisti verso i bambini che non erano di “coppia mista”.
•Paura, perché al solo pensiero che se mi sarei dovuta ritrovare al posto di quei bambini, non ce l’avrei mai fatta.
•Piacere nel sapere che alla fine almeno le sorelle si sono salvate, e che hanno ritrovato la madre.
Penso che queste due sorelle siano state molto fortunate ad essere state scambiate per gemelle, e come dice il titolo stesso, la loro somiglianza è stata la loro salvezza.
E’ ammirevole che queste donne non provino rabbia o senso di vendetta contro i nazisti tedeschi, ma soprattutto, è ammirevole che loro non vogliano cancellarsi il tatuaggio dal braccio, non che simbolo di dolore e disumanità; ma forse lo fanno per ricordarsi che l’olocausto è avvenuto davvero, che quello che hanno passato non era solo un brutto sogno e per dare alla storia una conferma all’accaduto.
io penso che gli esperimenti sui bambini siano totalmento “stupidi”(scusi per la parola).
mi colpisce che dopo tutti questi anni le due sorelle vanno ripetutamente la nel campo.
La cosa che mi ha colpito di piú è che la madre ogni volta che le riusciva a vedere ricordava loro il nome e cognome… proprio per questo fuori dal campo si riescono a incontrare.